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Lo Sportsman: Numeri a confronto (19.4.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 21/4/2008
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LETTERE
Numeri
a confronto

Vorrei riferirmi all'articolo pubblicato sul numero di lunedì 14 aprile di Trotto & Turf a firma Sergio Nunziata, dal titolo "TROTTO E GALOPPO: LO SBILANCIO”, per alcune considerazioni che ritengo doverose e necessarie.
È da premettere che nella giornata di domenica 6 aprile (la data cui il Dr. Nunziata fa riferimento erano attivi 6 campi di trotto (Torino, Montecatini, Bologna, Napoli, Montegiorgio e Padova) e 2 campi di galoppo (Milano e Roma) e che in quella giornata si è determinato un movimento di scommesse per 1.984.000 Euro per il galoppo e per 3.635.000 Euro per il trotto.
L’interpretazione, dei dati economici della giomata deve essere osservata, secondo il mio sommesso parere, sulla base dell’offerta di gioco. Non un diverso appeal delle due branche ma una sostanziale legge di mercato. Ho la convinzione che se, per ipotesi, avessimo avuto l’esatto contrario (6 campi di galoppo e 2 campi di trotto), il galoppo avrebbe raggiunto il risultato del volume nell’occasione ottenuto dal trotto, mentre il trotto si sarebbe invece assestato sugli esiti del galoppo. Non solo: ove il galoppo, anziché con due piazze, si fosse presentato, nella circostanza con tre o con quattro piazze, la media della giornata per quel settore avrebbe avuto una proporzionale diminuzione.
Sono considerazioni fin troppo ovvie, se vogliamo, ma questo ci fa comprendere che la concorrenza nel nostro settore, così come in tutti i campi della vita, è un fattore rilevante da non dover trascurare.
Nello stesso articolo il dottor Nunziata sottolinea come la piazza di Torino trotto con 9 corse, ha sommato un volume di scommesse appena superiore a quanto realizzato da Montegiorgio. Aggiungiamo che Napoli con 8 corse ha fatto praticamente lo stesso. Essendo stato “tirato in ballo" con il garbo che è ampiamente riconosciuto al dottor Nunziata, vorrei precisare che la categoria degli allevatori, anche con varie altre componenti ippiche, già da tempo, ha manifestato più volte di non essere favorevole alla nona corsa. La ragione è probabilmente già nota: la nona corsa non fornisce soddisfacenti redditi di gioco.
In passato, certamente in periodi in cui il montepremi era decisamente più florido, tutte le sedi prevedevano, d’abitudine, otto corse a riunione. Attualmente l’articolo 45 del Regolamento Corse (visionabile sul sito stesso dell’Unire) esplicitamente prevede la disputa di otto corse a riunione (concedendo alle Società, la facoltà a chiedere all'Unire la preventiva autorizzazione per l’effettuazione di altre corse, in caso di manifestazioni di particolare interesse).
Nel ringraziare per l’attenzione, voglia andare il mio saluto anche al caro amico di vecchia data Sergio Nunziata.
Alessandro Viani

La convinzione di Sandro Viani, purtroppo, non si base su fatti aggettivi. I numeri, infatti, dicono chiaramente che in ogni caso il galoppo raccoglie piu giocate del trotto. Anche a parità di numero di eventi, tanto che nelle giornate "magre” il movimento complessivo sostenuto dai moltiplicatori del trotto, in assenza degli stessi scende di qualche punto percentuale. Questo è ciò che dicono le cifre che evidenziano le scelte del pubblico. Per quanto riguarda la nona corsa, fermo restando che da anni sosteniamo la necessità di un taglio del numero delle corse, la cancellazione delle stesse ci sembra la soluzione meno "industriale" possibile, in quanto se da un lato si recupererebbero pochi spiccioli per le altre (la nona è generalmente una prova di minima) dall'altro non si avrebbe quel risparmio che si potrebbe ottenere cancellando il 10% delle giornate di corse. Risparmio che va visto in termini di remunerazione ippodromi, giudici e organizzazione.

 
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