L’Intervento – Considerazioni post elettorali sulla svolta che aspetta il settore Giochi: si cambia rotta con il nuovo Governo di Maurizio Grimaldi Anche se il giornale che mi ospita è un giornale “di settore”, credo che il momento storico meriti qualche riflessione, anche per gli effetti che questo nuovo assetto politico avrà nel mondo dei giochi. Un primo dato certo è che ci stiamo avviando verso la fine di quella lunga fase di transizione che ha segnato la fase successiva alla caduta della Prima Repubblica - che ormai durava da un quindicennio - anche se per il passaggio dal “bipolarismo” al “bipartitismo” dovremmo aspettare un po’. In ogni caso, le grandi alleanze trasversali hanno raggiunto un primo obiettivo, quello di eliminare gli estremismi. Paga pegno Bertinotti (che aveva stabilito, come un divo della “pop” music, la propria sede elettorale all’Hard Rock Cafè a due passi dal mio ufficio, in via Veneto) che scompare sia alla Camera che al Senato e “La Destra” della coppia Storace-Santanchè, troppo distante da una società che, con tutti i difetti che le si possono ascrivere, mi sembra cresciuta in senso liberale. Scompare, in modo patetico (ahimé!), anche uno dei partiti che hanno fatto la storia d’Italia, il Partito Socialista, presente in Parlamento dal 1896. Vince Berlusconi (e Bossi), in maniera imbarazzante, il che elimina ogni dubbio sui problemi di governabilità che hanno impallato il precedente Governo Prodi e (va detto) il 2° Governo Berlusconi, quello del quinquennio. Adesso, con 5 gruppi alla Camera e 3 al Senato avremo un’Italia più snella e dinamica dal punto di vista delle decisioni politiche. Due parole per la “Waterloo” di Veltroni (e Rutelli) a cui non è riuscito il gioco di attirare nel suo PD i moderati centristi (merito di Casini e dell’UDC, che hanno ottenuto un risultato di rispetto) ma, di contro, ha cannibalizzato la sinistra, decretando la fine della forze facenti riferimento a Bertinotti, Diliberto&C. e dei Socialisti dell’inadeguato Boselli, non in grado di confrontarsi con i grandi leader che lo hanno preceduto nella storia del partito. Manca all’appello Gianfranco Fini (e AN), il quale, anche se è da considerare uno dei vincitori, si ritrova surclassato dalla figura di Bossi e con un partito cancellato al pari di quello socialista. Ormai, la lenta fase di assorbimento iniziata con l’avvento del “berlusconismo” si è conclusa, snaturando quello che è stato, nel bene e nel male, uno dei movimenti di riferimento degli ultimi anni della nostra storia. Questi i fatti, forse conditi da qualche considerazione personale che potevo evitare, ma fa parte dell’eccitazione del momento. Del resto, in questi giorni di campagna elettorale, ho sentito di peggio. Se poi vale il principio che chi vince ha sempre ragione, allora mi arrendo. Veniamo a noi, anche per capire quanto e come questo nuovo corso politico inciderà in un comparto nevralgico come quello dei giochi, il quale - in questi ultimi due anni - ha navigato in mari agitati senza trovare la rotta giusta Una sorta di Odissea che, alla fine (si spera), dovrà condurci alla nostra Itaca. Azzardo che il nuovo referente al Ministero dell’Economia sarà Giulio Tremonti. Capire, invece, chi assumerà la delega per i giochi è un po’ più complicato. Una cosa è certa finalmente verranno stabilite, all’interno di Aams, quelle condizioni di governabilità del settore dei giochi che, in questi ultimi tempi, hanno subito le intemperie delle lotte intestine che si sono sviluppate al proprio interno. Importante capire se si proseguirà sull’idea dell’Agenzia dei Giochi (la quale del resto è “Legge”) e se l’architettura disegnata per questa nuova creatura subirà o meno delle modifiche prima di essere attuata Qui le persone diventano importanti, se non fondamentali, ed è impensabile che il nuovo modello di gestione non venga attuato in armonia tra parte politica e parte burocratica. Per cui la persona che reggerà il timone (mi sembra l’espressione più appropriata) del nuovo corso dei giochi dovrà essere sicuramente manifestazione dei massimi vertici del Governo, stante anche l’incidenza che il settore ha nel quadro economico del nostro) Paese. L’impressione è che l’estate riserverà grandi cambiamenti cui bisognerà guardare con grande attenzione per interpretarli nel modo giusto. Questo passaggio, anche per il mondo dei giochi, diventa epocale soprattutto perché avviene (forse) nel momento giusto, in cui le scelte che saranno assunte dalla parte politica rafforzeranno (o penalizzeranno) la capacità del nostro settore di garantire quella crescita indispensabile per sopravvivere in un contesto sempre più globalizzato ed aggressivo. Diventano quindi importanti gli strumenti che verranno messi a disposizione e la giusta interpretazione di un equilibrio fiscale che dovrà essere rapportato non al solo contesto italiano ma, necessariamente, a quello europeo. |