Gli assurdi procedimenti della giustizia dell’ippica Riceviamo da Salvatore Limata, il patron della Razza dell’Olmo, una lettera nella quale evidenzia un fatto assolutamente esemplificativo della situazione incredibile nella quale versa la giustizia dell’ippica. In pratica, per il caso di due pesi sbagliati in una prova qualsiasi di Firenze, quella di Palin e di Tennese Sun del 19 aprile 2007, tanto per intenderci, è stata fatta un’inchiesta, sono state compilate sei pagine di verbale, sono state inviate convocazioni a tutti i soggetti in qualche modo coinvolti, allenatori, proprietari, fantini e Società, sono state indette udienze formali. A Salvatore Limata è stata comminata una multa di 300 euro per non aver risposto alla convocazione e, giustamente, il proprietario afferma: “ma cosa potevo sapere?” Un procedimento lungo, assolutamente dispendioso, inutile e sostanzialmente folle, che è costato tempo denaro a tutto il sistema. Il tutto per cosa? Per stabilire se in base a una proposizione un cavallo doveva portare un peso o altro. Per concludere il tutto a chiunque in possesso del libretto programma e del database con le somme vinte dei cavalli sarebbero bastati probabilmente cinque minuti. Cinque minuti, e non oltre un anno, per dare un giudizio su un fatto oggettivo, che non necessita né di interpretazioni né di una base legale né tanto meno di una difesa (se il peso è sbagliato è sbagliato e basta). Allora perché tutto ciò è potuto accadere? Perché si continua imperterriti con questa macchina che non funziona e non potrà in questo modo mai funzionare? L’obiettivo a questo punto non sembra più essere quello di voler difendere la legalità, ma semplicemente questa macchina della giustizia creata ad hoc per avere rendite di posizione. E per questo siamo d’accordo con l’affermazione di Limata, tratta pari pari da Totò nella “A Livella”... “Siamo seri.., noi apparteniamo a un settore in grossa e grave crisi.., non rendiamolo anche ridicolo”. |