329 AGENZIE IPPICHE STORICHE, COMMISSIONE UE: ”ITALIA INDICHI CALENDARIO PER IL BANDO DI GARA” (red.) Il rinnovo senza gara di 329 agenzie ippiche storiche, deciso nel 1999 dal ministero delle Finanze e per il quale l'Italia è stata condannata il 13 settembre dalla Corte di Giustizia, rischia di costare caro all'Italia: la Commissione Europea ha inviato il 7 aprile una nuova lettera di messa in mora al Governo, nella quale si evidenziano forti critiche nei confronti del regime italiano delle scommesse. La Commissione Ue prende atto con soddisfazione delle misure prese dall'Italia per aprire il mercato, ma la messa in concorrenza di un numero molto elevato di nuove concessioni ippiche “non sembra essere in quanto tale una misura sufficiente a dare esecuzione alla sentenza della Corte di Giustizia. Le 329 concessioni oggetto della sentenza della suprema corte continuano a produrre i loro effetti”. Secondo la lettera, firmata dal Commissario al Mercato Interno, Charlie McCreevy, i concessionari beneficiari degli affidamenti illegittimi “sono avvantaggiati rispetto ai nuovi operatori: è chiaro che la concessione riguardante un esercizio che opera già da anni ed è già conosciuto dalla clientela può essere ben più interessante di una nuova concessione per l'apertura di un nuovo esercizio”. I nuovi operatori che hanno avuto accesso al mercato in virtù del decreto Bersani – ricordiamo che il bando è stato costruito attorno anche alle ippiche storiche, con una lunga serie di vincoli e distanze minime da rispettare per i nuovi punti - sarebbero quindi stati posti in condizioni di svantaggio rispetto ai vecchi concessionari. Secondo Bruxelles l'impegno (assunto un paio di mesi fa) dal Governo italiano di tenere una gara entro il 2008 per riattribuire le concessioni non è sufficiente per ottemperare alla sentenza della Corte: “Tale misura non è stata ancora adottata e le Autorità italiane non hanno indicato un calendario preciso per l'adozione delle iniziative necessarie a tal fine né hanno spiegato le ragioni che giustificherebbero il ritard o nell'esecuzione della sentenza, che potrebbe protrarsi fino alla fine del 2008”. Troppo tardi per la Commissione Europea, che invita quindi il governo italiano a rispondere entro due mesi, non oltre il 7 giugno. In caso di omessa o insoddisfacente risposta dal Governo, la Commissione emanerà un parere motivato per poi deferire l'Italia alla Corte di Giustizia proponendo l'irrogazione di una sanzione pecuniaria. Agipronews |