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Lo Sportsman: Trotto galoppo lo "sbilancio" (15.4.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 15/4/2008
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L’INTERVENTO

Trotto galoppo
lo “sbilancio”

Domenica 6 aprile Capannelle aveva in locandina il Daumier, San Siro il Gardone, Torino il Premio Costa Azzurra. Per le due piazze principali di galoppo due motivi tecnici discreti, per il campo centrale di trotto un gran premio ricco di storia, come il giornale alla vigilia ha giustamente sottolineato, e la promessa di una gara intrigante, dall’esito non scontato, culminato infatti con l’affermazione di Gorniz, meritevolissimo nei fatti, ma outsider per la platea. Alla resa dei conti, Roma-galoppo ha mosso scommesse per 1,11 milioni di euro, Milano galoppo 861,4 mila euro, invece Torino trotto (con 9 corse, una in più delle altre due “piazze’) ha sommato 679,5 mila euro, poco più di quanto ha realizzata Montegiorgio, con 655,9 mita euro. Insomma, un gap” di proporzioni clamorose nell’appeal delle due branche. La conferma di quanto propongo da mesi all’attenzione del settore, ma senza risultato. In un momento in cui l’ambiente giura coralmente sulla disponibilità a lavorare per le riforme e per il rilancio, soprattutto economico, il trotto non può continuare a farsi del male accettando nell’inerzia, o comunque nell’inconcludenza, questa cronica minorità commerciale che l’utenza del gioco puntualmente gli ribadisce. Meno di due mesi fa su “Trotto & Turf” abbiamo dedicato una pagina al problema, accompagnando l’analisi senza veli con una numerosa e articolata serie di proposte, Ma, al di là dei fitti compiacimenti verbali, che cosa si è mosso? Nulla, purtroppo. Scarto volutamente la strada dell’appello impersonale per rivolgermi, nomi e cognomi chiari, a Guido Melzi d’Eril, oggi segretario dell’Unire, ma in passata fortunato proprietario di trotto e gentleman nonché bravissimo conduttore di ippodromi, a Claudio Corradini, Gaetano Papalia e Tomaso Grassi, responsabili delle maggiori piste di trotto, a Sandro Viani e Mauro Biasuzzi , capi degli allevatori, a Francesco Gragnaniello e Marcello Rinaldi, leader dei proprietari, a Gabriele Baldi e Enrico Dall’Olio che guidano alla brava i professionisti. La branca ormai non ha più bisogno nè di chiacchiere nè di demagogia, ma di una robusta
sterzata verso il recupero di quel rispetta che l’essersi trasformata negli anni in una sorta di sterminata mensa popolare le ha fatto perdere. Però Sharif di lesolo, Varenne, Equinox Bi e Exploit Caf sono indici modernissimi e lampanti di un livello che garantisce successo ad un’azione di riscatto, se i suddetti sapranno presto e tutti insieme attuarla.
Sergio Nunziata

 
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