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Lo Sportsman: Quante lezioni da Tot il mondo 3 (13.04.08)  
Autore: andrea
Pubblicato: 14/4/2008
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Quante lezioni da Tot il mondo 3

 

Corse e scommesse un solo padrone. Il decreto Bersani blindato fino al 2015

 

FRANCO RAIMONDI

 

T&T La scommessa a quota fissa in Italia è praticamente scomparsa. Anni fa ai bandi di concorso per l’assegnazione dei picchetti negli ippodromi c’era la fila, oggi nella maggior parte degli ippodromi i bookmakers non esistono più. Per quanto riguarda il gioco esterno alcune agenzie ippiche accettano ancora le scommesse a quota fissa ma per cifre risibili. C’è ancora un futuro in Italia per la scommessa a quota fissa?

Con l’introduzione sciagurata del riversamento all’italiana che, come ho cercato di spiegare, non funziona e non può funzionare, operare da bookmaker sul campo è dura. Si può comodamente “dare via” il favorito a quota più elevata, molto più elevata di quella del totalizzatore (soprattutto per i cosiddetti odds - on, i cavalli sotto la pari) senza grandi rischi, ma per gli outsiders non si può perché i bookmakers dovrebbero fare quote folli, sballando il libro. Già “dar via” l’underdog, il contro favorito, è dura.

E poi il cavallo, come ho spiegato prima, noi è più il cavallo - atleta di una volta, è diventato un numero per le scommesse esotiche.

Agli sportelli senti dire: “Mi faccia il 3 nella trio con il 2, il 7, e il 12” o roba simile.

Una volta a Milano la gente, il popolo, diceva “quel del Tesio”, “il sauro della Mantova”, il figlio di Pinco di Zanoletti o di Vittadini”, “mi piace quello del Benetti”, “no, è meglio quello del Cumani” e così via. Ma con la la spazzatura che abbiamo...

T&T Alcuni bookmakers autorizzati a operare in Italia offrono quote corse inglesi ma non italiane. Questo significa nostre corse non sono attendibili?

Ladbrokes Italia ha incominciato a offrire le quote fisse sulle corse inglesi e credo anche su quelle francesi.. C’è però un errore di fondo nel sistema Italia. Fino ad oggi, la punta, gli scommettitori sono tenuti all’oscuro su tutto quello che avviene.

lo, ogni giorno, sono sommerso da mails di Ladbrokes Inghilterra, William Hill, Paddy Power, Victor Chandier, etc. che mi danno notizie: Pinco ha puntato 15.000 sterline sul cavallo Pallino e ora la sua quota è scesa a Tizio ha scommesso £ 10.000 sul cavallo Sempronio perché il terreno a Ascot ora è soft, etc

I giornali pubblicano tutte queste notizie e la punta si sa regolare, può seguire il mercato, può fare delle coperture, può aumentare le proprie puntate, e così via.

Qui In Italia ciò non avviene un po’ anche perché i giornali non aiutano a far conoscere il mercato e nulla si sa sui lavori dei cavalli al mattino, mentre in Inghilterra si sa tutto.

I bookmakers inglesi non offrono quote sulle corse Italiane, perché non sono regolari, nel senso che non sono controllate, non c’è l’antidoping o, se c’è, le provette spariscono e le pratiche disciplinari sono insabbiate. E poi bisogna conoscere la forma italiana, ma gli Inglesi non si fidano dei quotisti Italiani, perché é insito nella loro natura, pensare sempre al “biscotto”.

Ho omesso di trattare l’argomento exchanges. Ho scritto decine di volte che gli exchanges (diciamo Betfair) sono una grande invenzione, ma sono uno strumento del demonio, perché hanno inquinato e inquinano gli avvenimenti sui quali sono aperti quei mercati.

L’integrità di quegli avvenimenti sportivi è andata a farsi benedire.

Troppo forte è la tentazione, per chi fa parte del meccanismo, di “dare via” cavalli, cani, gatti, squadre di calcio, giocatori di tennis, etc. Basta leggere i giornali tutti i giorni per vedere cosa succede.

Mi auguro che in Italia gli exchanges non diventino mai operativi o che vengono sottoposti ad imposizione fiscale enorme, il che significa tarpare loro le ali e privarli della liquidità necessaria ai “biscotti”.

In Inghilterra i bookmakers li combattono (giustamente) perché , chi “da via”, anche professionalmente, non è sottoposto a GPT alcuno. Ma Betfair ha avuto un award, un premio, da Sua Maestà la Regina Elisabetta Il, perciò

T&T E’ amaro dirlo, ma in Italia la “qualità” degli scommettitori è crollata rispetto a 15 anni fa. Non crede che un morning line - diciamo delle quote orientative stilate in maniera professionale - possano indirizzare il gioco in maniera più razionale? I movimenti del parco buoi, senza più grossi scommettitori di riferimento come una volta, innescano dei meccanismi”emozionali’ molto strani. Ci sono cavalli che valgono 5/2 e partono abbondantemente sotto la pari proprio perché il mercato si muove praticamente e senza controllo.

In parte ho risposto più sopra alla sua domanda. Finché in Italia le autorità preposte al controllo sulle scommesse (purtroppo esistonoma con funzionari inadeguati totalmente per preparazione) non si metteranno in testa che la scommessa ippica è una cosa seria, che deriva tutto, contratti, terminologia, operazioni, dai contratti di Borsa e di assicurazione, che il mercato in nulla si differenzia dalla Borsa, finché non sarà possibile per i bookmakers fare operazioni di copertura, a imposta zero, finché gli scommettitori non avranno a loro disposizione i cosiddetti derivati, non si progredirà mai.

Una delle motivazioni per l’introduzione in Italia del riversamento è stata dettata dal fatto che le sale corse scaricavano, facevano aggiotaggio. Tutti dimenticano che l’aggiotaggio Io faceva, sistematicamente, anche la punta (la prima di Trieste trotto durante l’Inverno era un classico), ma alla fine scendeva la quota del favorito e salivano le quote degli altri cavalli e quanto era corrisposto sui volumi entrava nelle tasche dell’UNIRE.

T&T In Italia le due tris quotidiane sono staccate e non scommettibili negli ippodromi? Che effetto ha sul movimento una corsa che raccoglie e distribuisce una parte importante del volume come la tris? La sistemazione nel programma di una corsa all’inizio del programma (alle 14) e di una alla fine è gestibile? Non sarebbe più ragionevole dal punto di vista del movimento un meccanismo una scommessa popolare verticale, tipo pick6, che dal terzo o quarto evento, potrebbe avviare meccanismi di copertura e quindi di aumento del fatturato?

Ho già parlato del rapporto scommesse semplici - scommesse esotiche e dell’errata loro proporzione, perciò è inutile continuare a difendere la/le TRIS. E’ il sistema, nella sua complessità, che non funziona, O ci mettiamo a tavolino e facciamo la rivoluzione, mettendo in campo degli ammortizzatori per il passaggio dal sistema che non funziona a uno che funziona, o il ragno dal buco non lo si cava. Quelli che l’ippica hanno distrutto non possono però fare parte della squadra dei rivoluzionari.

T&T Crede che in Italia si possa parlare ancora di industria della scommessa, con un banco e una punta che formano un mercato, o il meccanismo del riversamento ha veramente piallato tutto, trasformando il gioco sulle corse in una sorta di gratta e vinci minimale, con prelievi alti e scarsa intelligenza di chi scommette?

Ancora una volta, forse un po’ confusamente, ho già risposto sul punto. L’italia ippica, sia dal punto di vista allevatorio sia dal punto di vista dell’organizzazione, della distribuzione e della gestione delle scommesse ippiche, ha fallito su tutta la linea. E ha fallito per i cosiddetti aiuti di stato. L’ippica non può che essere liberista allo stato più puro e più esasperato che si può. Non io dico io, l’ha detto il Senatore Federico Tesio:

la selezione la fa il palo d’arrivo e, aggiungo io, non le provvidenze. Per le scommesse e per gli ippodromi vale lo stesso principio: rischio d’impresa, non commissioni altissime per rappresentanti di spazzole in- vendibili, perché fuori prezzo. Purtroppo la mancata conoscenza della lingua Inglese ha sempre fermato e sempre ferma i dirigenti e i rappresentati delle categorie dal girare il mondo, per scambiare opinioni e soprattutto per chiedere umilmente lumi e consigli, per capire e per copiare. È già stato inventato tutto e lei lo sa benissimo perché, da anni, gira il mondo civile dell’ippica e delle scommesse. Ripeto, basta capire e

copiare. (fine)

 
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