Quante lezioni da Tot il mondo 1 Corse e scommesse un solo padrone. Il decreto Bersani blindato fino al 2015 FRANCO RAIMONDI T&T Domenica 30 marzo, a Pisa, è partita la scommessa definita “vincente internazionale”. Su una buona corsa, con 12 partenti, anziani con forma nota ad alto livello, e montati dai migliori fantini italiani sono stati raccolti 141.000 euro, 101.000 dei quali in Francia. Come si può spiegare la differenza di volume tra la Francia - dove le scommesse semplici rappresentavano fino a pochi anni il 5% del fatturato - e l’Italia? Carlo Zuccoli: Anche in questo caso le vorrei dare una risposta ‘togata”. In Francia, come in Inghilterra, è stata mantenuta e forse è stata addirittura incrementata la cultura ippica negli ultimi anni, con il progresso tecnologico. Soprattutto in Inghilterra, dove esiste forse il miglior giornale al mondo, in senso lato, The Racing Post, e dove esistono due canali tv straordinari dedicati (Racing UK molto meglio di Attheraces, che comunque è di buon livello), il cavallo sul quale la gente scommette è un atleta che ha un padre, una madre, un nonno materno (parlo del galoppo ovviamente), un allevatore, un proprietario, un allenatore, un fantino, caratteristiche di distanza e di adattabilità ai vari tipi di terreni. Anche in Francia funziona così, anche se i giornali e la TV non possono essere messi sul piano Inglese, ma per il popolo degli scommettitori valgono, più o meno, le stesse regole. Questo per dire che in Inghilterra è quasi impossibile far deragliare il treno, cioè far saltare dalle rotaie maestre del vincente e del piazzato (e da quelle del Placepot, popolarissimo, ma alla fine è quasi una scommessa semplice perché in ogni corsa bisogna azzeccare il piazzato) gli scommettitori, mentre in Francia gli amanti delle scommesse esotiche vanno a cercare la grossa remunerazione con le scommesse che pagano molto, quali il Quarté, il Quinté, il Quinté Plus, il Multi, etc. Di base resta il cavallo - atleta descritto come sopra. Ecco perché 101.000 euro sono stati scommessi sul vincente di quella corsa a Pisa, che era una Listed, e zero o quasi sulla TRIS, che non da remunerazione interessante alcuna, salvo casi super - rari. Quando facevo parte dell’Associazione Europea dei Totalizzatori, in qualità di consulente per le corse e le scommesse Internazionali, mi ero opposto alla TRIS con massa comune, ma alla fine era l’unica scommessa che permetteva ai vari totalizzatori di dialogare tra loro. La TV Francese, che è di qualità discreta, che trasmette soltanto le corse di due ippodromi al giorno, ha fatto recuperare al cavallo - atleta in parte il suo posto tra gli scommettitori, che riprendono un po’ la passione per le scommesse semplici, che sono la base per la vita e per lo sviluppo di un totalizzatore. Se lei permette a questo punto, visto che abbiamo toccato il tasto della ‘massa comune”, del totalizzatore transnazionale o del commingling of pools betting, possiamo parlare dell’America del Nord. I totalizzatori funzionano e dialogano tra loro attraverso dei protocolli e il più diffuso è l’ITSP, nelle sue versioni più aggiornate. L’italia ha un protocollo tutto suo che, devo ritenere, essere ora compatibile almeno con quello francese, dal momento che operazioni di commingling of pool betting sono state stabilite, a senso unico, solo in entrata, con quel paese. Incominciamo ad individuare, per comodità di ragionamento, i principi fondamentali. Esiste un ippodromo host (diciamo Keeneland) e un ippodromo o una rete o un punto di raccolta (hub), detto guest, diciamo Santa Anita. Il guest, per far sì che i denari raccolti affluiscano nel totalizzatore dell’host, deve essere collegato on - line in primis, ma per fare ciò deve corrispondere una commissione all’host, che è standard (ma che gli americani per il simulcasting - pronunciare saimuicasting - vogliono ritoccare ai rialzo, dal momento che i prelievi sulle scommesse semplici e anche su quelle esotiche sono molto bassi), e cioè tra diritti TV e diritti per le scommesse, il 5% sui turnover accettato nel paese dove ha sede il guest, che fa l’accettazione che è atto diverso e differenziato dalla raccolta che è fatta dall’host. Il guest trattiene la differenza tra il takeout (il prelievo) e la commissione pagata all’host. Tornando alla corsa di Pisa, poiché l’AAMS ha fissato che il prelievo sul “Vincente internazionale” è del 25%, la Francia o, meglio, il PMU, ha corrisposto all’italia il 5% per diritti TV e di scommessa (anche se alcuni affermano che la commissione è stata del 7% senza produrre i documenti che sembrano essere stati secretati) e ha trattenuto per sé il 20%; nella fattispecie si tratta di circa 5.000 o di circa 7.000 euro. (segue) |