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Lo Sportsman: PIANETA SCOMMESSE (13.04.08)  
Autore: andrea
Pubblicato: 14/4/2008
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PIANETA SCOMMESSE

 

 

FRANCO RAIMONDI

 

Le scommesse ippiche vanno a picco. Troppo facile denunciare un trend negativo sperando che arrivi un Gesù capace di invertirlo miracolosamente, I dati aggiornati parlano di un calo del 6,28% delle scommesse semplici mentre il calcio continua a crescere, tanto che nel mese di marzo con 421 milioni di euro ha praticamente doppiato i 216 dell’ippica. È una crisi di prodotto, la rete di vendita è inadeguata o il sistema del totalizzatore nazionale non funziona più? Siamo andati a cercare la risposta intervistando Carlo Zuccoli, che dal 1998 al 2003 ha lavorato come consulente dell’Associazione Europea dei totalizzatori per i problemi riguardanti le corse internazionali e le scommesse. Direttore del sito internet www.nelrossodelluovo.com, Zuccoli ha numerose consulenze con società private per gli aspetti legislativi, giuridici, tecnici e fiscali relativi all’organizzazione e alla gestione delle scommesse.

T&T: A livello mondiale esistono due modelli di industria della scommessa: quello inglese, che vive sulle quote fisse proposte dai bookmakers, e quello francese del “grande totalizzatore” nazionale. In Italia, da quando è stata imboccata la seconda strada, il movimento delle scommesse è andato a picco. Perché da noi non funziona il sistema del riversamento?

Incominciamo a dire che esiste un terzo sistema per le scommesse sulle corse dei cavalli che è quello americano, del quale preferisco parlare successivamente, ma che è fondamentale per capire le differenze e il perché il nostro meccanismo non funziona e non può funzionare. Quando affermo che il nostro sistema non funziona intendo dire che il sistema non produce quanto le categorie, l’UNIRE e l’AAMS vorrebbero che producesse per sfamare le tante bocche, dal montepremi agli ippodromi, alle agenzie ippiche, allo Stato, affamando colui che deve essere al centro del sistema, vale a dire lo scommettitore. Desidero rispondere alle sue domande in maniera “togata”, usando la terminologia corretta, anche se tutto ciò può creare noia nel lettore, ma non c’è altro modo per trattare la materia seriamente.

Quando parliamo di totalizzatori nazionali (o se lei vuole di riversamento) dobbiamo partire da quattro punti fermi, che sono dei veri e propri assiomi, come 2 + 2 — 4, né più né meno.

 

Meccanismi di gioco in Italia e all’estero: cosa funziona e cosa no

 

Il primo chiamiamoli mezzi di produzione, gli ippodromi, deve essere in capo a chi gestisce le scommesse al totalizzatore; il secondo assioma è costituito dal fatto che non possono esistere costi sensibili per la distribuzione dei prodotti (le varie scommesse) in quanto, se questi costi esistono (in Italia fino al 18% e oltre sul movimento) il takeout, il prelievo (che è sempre comprensivo dell’imposta) subisce impennate al rialzo, impedendo l’effetto churn, l’effetto volano (tanto più uno scommettitore vince tanto più reinveste); il terzo assioma è costituito dal rapporto tra le scommesse semplici (quelle dove un solo cavallo è coinvolto: il vincente e il piazzato, ma tirandola per i capelli, secondo il mio pensiero, anche l’accoppiata che non può che essere in ordine, senza scuderie, l’exacta) e le scommesse esotiche (tutte le altre dove sono coinvolti un minimo di due cavalli).

Tenga presente che sbagliare anche di una sola unità questo rapporto equivale ad innescare una discesa dei volumi inarrestabile e molto veloce.

Il quarto assioma, che potrebbe anche essere il primo, è costituito dal fatto che il calderone del totalizzatore deve essere il più grande possibile: con il sistema al totalizzatore gli scommettitori scommettono contro se stessi e quanto più bassi sono i prelievi, quanto più ampio è il calderone, tanto più gli scommettitori vincono e tanto più reinvestono.

I vari Decreti che hanno scontato alle agenzie ippiche i famosi “minimi garantiti” hanno aumentato le commissioni per la distribuzione dei prodotti scommesse esotiche e le sale corse, ovviamente, hanno spinto la clientela verso questi prodotti, che vendono senza assumersi rischio d’impresa alcuno, e le conseguenze le vediamo: i volumi continuano a diminuire e ancora di più diminuiranno, dopo un probabile aumento per pochi giorni per l’effetto novità, con l’introduzione delle 12 TRIS giornaliere, che sono scommesse esotiche.

Pensi ai sistemi in vigore in Giappone, a Singapore, a Hong Kong, negli Stati Uniti d’America, in Francia e si renderà conto che in quei paesi la proprietà degli ippodromi coincide con la proprietà dei totalizzatori e si accorgerà che i costi di distribuzione dei prodotti scommesse ippiche sono pressoché uguali a zero.

Se contestiamo questi quattro assiomi è inutile continuare la discussione.

 
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