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Totoguida Scommesse: CTD in Cassazione, udienza rinviata (25.3.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 9/4/2008
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L'appuntamento dell'8 aprile va a "nuovo ruolo". I concessionari sperano in una vittoria

CTD in Cassazione 
udienza rinviata

E Stanley prepara un’azione di tisarcimento danni confro lo Stato italiano

di Nicola Tani

L'attesa udienza in Cassazione, finalizzata alla discussione dei danni subiti dai concessionari Aams a causa della presenza dei ctd Stanley sul territorio, non si terrà l’otto aprile ma in data ancora da stabilirsi. E’ quanto ha stabilito la stessa Terza Sezione penale della suprema corte, rinviando la discussione a “nuovo ruolo”. Un ritardo che non piace ai concessionari, già pronti a partecipare in giudizio costituendosi accanto alle parti civili e che vedono allungarsi i tempi per l’ottenimento di una pronuncia favorevole da parte della Corte di Cassazione: la giurisprudenza di piazza Cavour era stata, come i lettori di TS sanno, totalmente negativa per i gestori di centri trasmissione dati collegati a bookmaker esteri sin dal 1995 ed era culminata con la nota sentenza delle Sezioni Unite del maggio 2004, una sorta di “manifesto” a difesa del regime concesso- rio che però ha subito, circa tre anni dopo, il contraccolpo della decisione della Corte di Giustizia sul caso Placanica, il 6 marzo 2007. Da allora, quindi da un anno a questa pane, iniziando dal 28 marzo 2007 con una sentenza proprio della terza sezione, l’orientamento dei tribunali italiani è rapidamente mutato verso assoluzioni e dissequestri per i CT]) Stanley. Uattesa per un nuovo cambio di orientamento dei supremi giudici - che verrebbe sollecitato dimostrando che il decreto Bersani ha davvero “aperto” il mercato delle scommesse - è insomma iniziata, anche se non verrà soddisfatta, come detto, l’otto di aprile. Intanto, il bookmaker di Liverpool ha pronta una nuova iniziativa destinata a far discutere: Stanley International Betting farà causa allo Stato italiano, chiedendo il risarcimento - secondo quanto contenuto in una lettera inviata da Liverpool ai CTD nelle scorse settimane - dei danni subiti nel corso degli anni a seguito dei sequestri delle proprie agenzie. Così com’è cominciata, dunque, la storia di Stanley proseguirà: nei tribunali, e non poteva essere altrimenti, a tutela di una rete costruita negli anni in [oria di sentenze italiane ed europee che hanno “scavato” una nicchia importante - oltre 400 punti di raccolta, gestiti da operatori indipendenti, con una raccolta stimata attorno ai 400 milioni di euro annui - per la raccolta delle scommesse. Avviando una causa legale, Stanley intende così dare riconoscimento «allo sforzo, alla perseveranza e alla fedeltà dei centri che - in caso di successo dell’azione - percepirebbero una parte della somma eventualmente incassata dal bookmaker, secondo criteri il più possibile obiettivi, che rifleuano il pregiudizio e il sacrificio di ognuno e la sua durata, anche in termini di giorni di chiusura».
Il messaggio è dunque chiaro ed è rivolto agli attuali titolari di agenzie ma anche a chi è stato in passato gestore di punti Stanley l’adesione all’azione garantisce, ovviamente solo in caso di successo, un risarcimento almeno parziale dei danni subiti. Come valutarne l’entità? In caso di sequestro da pane delle forze dell’ordine, le spese dei locali bloccati dall’autorità giudiziaria continuano a correre e con esse, la sfiducia degh scommettitori: il danno subito, è la teoria di Liverpool, va dunque ricompensato Stanley, che è convinta di avei agito secondo la legge (se non italiana, europea), è così a caccia di adesioni per avviare una delle più imponenti - e ambiziose - azioni di risarcimentc degli ultimi anni. Seconde stime degli operatori, i CTD aperti (e in parte chiusi a seguito dell’azione della magistratura) dal 1998 a oggi potrebbero essere un numero vicino alle 1500 unità: dunque, l’azione di risarcimento danni sarà estremamente sostanziosa. Ai C’ID, almeno in questa prima fase, viene chiesto di contribuire con l’invio di documenti e di informazioni da cui potrebbe derivare l’attribuzione di una somma di denaro determinata dalla stessa Stanley. L’azione sembra essere ancora alla fase istnjttoria, per la quale potrebbero essere ancora necessari diversi mesi, ma è certo che - a meno di clamorose novità - la vicenda delle centinaia di sequestri a cui sono stati sottoposti i CTD Stanley finirà la sua corsa con una sentenza di un giudice, stavolta civile. La giurisprudenza penale, nel frattempo, ha - com’è noto - preso una strada favorevole all’operatore inglese: la terza sezione penale della Corte di Cassazione ha recentemente ribadito che, malgrado il riordino dettato dal decreto “Bersani”, la legge penale italiana in materia di scommesse vada disapplicata perché in contrasto con la normativa comunitaria. Secondo i giudici, quindi, «non possono applicarsi sanzioni o misure cautelari reali a persone che abbiano svolto senza autorizzazione ijtività di raccolta di scommesse se risulti provato che è stata svolta per conto di società che on hanno, o non avrebbero otuto, partecipare alla gara per l'aggiudicazione delle concessìoni e che nello stato membro in cui sono stabilite esercitano legittimamente tale attività imprenditoriale per aver ottenuo le necessarie autorizzazioni. Qualora non sia applicabile al caso concreto il regime concessorio o autorizzatorio, non è ravvisabile il reato ipotizzato». Una posizione che i concessioari puntano, legittimamente, a ribaltare.

 
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