Trainer con più cavalli: per tutelare chi gioca, serve il "rapporto di allenamento” Scommettitori a dura prova Orari non rispettati, il pessimo servizio Tv e altri fattori negativi da correggere
di Mario Viggiani Scommettitori ippici, popolo di santi. Specie in Italia, dove ne sopportano mille e una, e tutti i giorni o quasi. Solo che l’insofferenza aumenta e la protesta si fa spazio: il termometro sono i forum nostrani su Internet, pochissimi rispetto ai tanti esteri, quasi un ritrovo per pochi intimi, ma molto appassionati e comunque specchio della realtà italiana. Negli ultimi giorni, per esempio, se la sono presa di brutto per una serie di favoriti nettissimi malamente “saltati’ a Milano-galoppo. E un motivo di esasperazione anche maggiore arriva dalle chance multiple di vari allenatori, e qui si parla di galoppo e trotto allo stesso modo, che nella stessa corsa, anche nei gran premi, schierano almeno due cavalli, se non tre o quattro, ovviamente di proprietari diversi. Due esempi, di domenica scorsa: a Milano-galoppo tra le femmine schierate dai fratelli Botti la meno attesa Melody Break (quota 11,93) strapazza la favoritissima A Touch Wild (1,51); a Torino-trotto Gorniz (22,70) vince il GP Costa Azzurra e Ghiaccio del Nord (1,98) finisce solo settimo, entrambi allenati da Claus Hollmann, con il favorito guidato da Enrico Bellei e il vincitore co-allevato dallo stesso Bellei e di proprietà della sua compagna. Qui non si tratta affatto di mettere in dubbio, ci mancherebbe altro, la professionalità dei più bei nomi dell’ippica italiana, ma solo di tutelare gli scommettitori, “motore” del settore. Basterebbe fare come negli Usa, dove chi punta è protetto dal “rapporto di allenamento (da noi vige solo quello “di scuderia”), anche perchè in Italia, anche se più al trotto che al galoppo, sono ormai numerosi gli allenatori con una vera e propria cavalleria in scuderia. Spesso, al trotto, ci sono allenatori che in altre “piazze” hanno colleghi che per loro sono più di un appoggio logistico... Cosa buona e giusta sarebbe anche fare in modo che tutte le agenzie accettino ogni tipo di scommesse inserite in palinsesto (e senza ”tetti” o “blocchi”), che le quote anomale non siano più tali, che le corse partano in orario, che la Tv ippica sia davvero di servizio e non di disservizio (sabato, per dire, inutili sgambature in video e solo “finestra” su corsa di Aintree in svolgimento, e ancora lunedì per differita di Frisky Bieffe a Montegiorgio a ordine d’arrivo e quote già comunicate!). Scommettitori ippici, popolo di santi. Specie in Italia. Chissà se mai qualche anima pia eviterà di trasformarli in martiri. Il guaio è che qui ogni componente del settore pensa a sé e nessuno a loro, agli scommettitori. E se dicono basta, un giorno di questi...
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