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Totoguida Scommesse: L’Europa ci bacchetta: una legge quadro (29.2.08)  
Autore: andrea
Pubblicato: 8/4/2008
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L’Europa ci bacchetta: una legge quadro

di Mauro Grimaldi

I dati relativi al conto riassuntivo del Tesoro fino al 31 dicembre 2007, pubblicati dal Ministero dell’Economia, evidenziano che appare sempre più determinante, per il bilancio dello Stato, l’apporto delle attività legate ai giochi in termini di tasse e imposte.
Rilevante il dato relativo alle entrate fiscali derivanti da Lotto, Lotterie e altre attività di gioco che hanno superato i 10 miliardi di euro. Già dal 2006, comunque, il giro di affari attorno ai giochi aveva raggiunto la cifra di 35 miliardi di euro, che tradotto in termini di crescita significa una progressione, rispetto al 2005, del 24%. Tanto per avere un termine di confronto credi- bile, basta analizzare il dato francese che nello stesso anno, il 2006, ha raccolto sempre 35 miliardi di euro, ma con una crescita, rispetto all’anno precedente, del 2,8%. Sul tutto - attenzione - non ha inciso la rete “Bersani”, la quale dovrebbe andare a regime entro quest’estate.
La lettura di questi dati evidenzia due aspetti importanti. Il primo è che l’Italia, attualmente, rappresenta, nel vasto ed articolato panorama europeo, uno tra i mercati più stimolanti; il secondo, più accattivante, è che si prospettano ancora enormi potenzialità di crescita. Questo è l’aspetto positivo. Girata la medaglia dobbiamo confrontarci con un sistema per molti versi confuso e deregolamentato. Lo scenario che si propone a chi si affaccia sul nostro mercato, infatti, è alquanto nebuloso e allo stesso tempo lascia spazio ad ampie scorribande ai limiti della norma, se non addirittura ad un regime “borderline.
E’ un problema vecchio, che ci portiamo dietro da anni, accentuato, se vogliamo, dalla nostra “incompatibilità” caratteriale con le direttive europee, aspetto che la Commissione non ha mai mancato di farci notare. Tra richiami ufficiosi, procedure di infrazione, sentenze più o meno definitive (?) siamo riusciti a costruire un mercato di grande sostanza. Chapeau! Per quanto tempo possiamo tirare avanti così? Anche se alla provvidenza non c’è mai limite, è difficile dare una risposta. Forse il problema deve essere affrontato globalmente, evitando singoli interventi tampone. Ormai la materia è talmente complessa ed articolata che nessuno obietterebbe se fosse regolata da una Legge Quadro. E’ un vecchio sogno, e forse lo resterà ancora per molto. 11 settore, ormai da qualche anno, oscilla tra necessità di “ordine” e voglia di “liberalizzazione”. E’ probabile che le due cose, prima o poi, possano coincidere, anche se i problemi, man mano che il mercato si è evoluto, sono cresciuti. Materie come il diritto di concorrenza, la libera circolazione dei servizi, le misure di protezione del consumatore, il diritto di autore dei creatori di giochi (applicabile, ad esempio, su internet), le patologie del gioco, la responsabilità degli operatori, la garanzia dell’ordine pubblico sono solo alcune delle questioni sul tavolo.
Tutte devono coincidere all’interno di un unico contenitore, dove il limite nazionale sembra superato. Questo porta a ragione su quali siano le prospettiveverso un’unica legislazione europea. Del resto - e le recenti procedure di infrazione elevate alla Francia, Germania, Grecia, ecc. ne sono una conferma - il problema accomuna tutta l’Europa.
Oggi è improponibile confrontare il prodotto nazionale in ambito europeo. Troppe sono le differenze che tolgono o aggiungono valore all’offerta, non ultima l’imposizione fiscale che varia da paese a paese. E questo, molto spesso, è un elemento determinante. Ecco perché credo sia giunto il momento che la Commissione Europea, invece di continuare a bacchettare i vari paesi come tanti alunni indisciplinati, scriva un nuovo libro di testo adeguato alla nuova realtà. Le riforme nascono sempre da una necessità spontanea del mercato. Bisogna avere la capacità di interpretare il momento storico per tempo ed intervenire affinché le discrasie del mercato non determinino effetti irreversibili, sui quali neppure la “fantasia” di noi, meridionali d'Europa, potrà fare molto.

 
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