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Le Voci del Trotto: L'ippica vuol dire solo cavalli il resto è accessorio (4.4.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 4/4/2008
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L’IPPICA VUOL DIRE SOLO CAVALLI IL RESTO  E’ ACCESSORIO

 

         Qualcuno non ha capito o finge di non capire che il motore che muove l’ippica è rappresentato dai cavalli, e di conseguenza da chi li compra e da chi li allena. L’UNIRE, con tutto il rispetto, le Agenzie, gli Ippodromi, gli intermediari in genere esistono solo in funzione dei cavalli. Il Re, i Principi, sono tali finchè c’è un popolo: senza questo moriranno di fame…Quando non se ne tiene conto, quando si prendono decisioni che sacrificano proprietari e guidatori, non ci si rende conto che senza questi tutto il settore deve chiudere i battenti. L’astensione dai partenti dei matinée dovrebbe aprire gli occhi a chi è “delegato” a prendere decisioni. Chi ha perso di più è proprio l’UNIRE: se è vero che ha risparmiato il montepremi, ha però perso il gioco che è almeno 25 volte superiore. Ed è questo provento che consente all’Ente di formare il montepremi, ma soprattutto di pagare gli stipendi e le consulenze, quindi di esistere.

Ecco perché toccare il montepremi, costringere i proprietari ad astenersi dalle corse, sacrificando l’unica componente produttiva dell’ippica, significa suicidarsi.

Ecco perché le decisioni debbono essere prese dopo aver consultato le categorie che debbono subirle.

Ecco perché bisogna tener presente che il montepremi deve essere la voce primaria, deve invogliare i proprietari ad acquistare e mantenere i cavalli, e tagliandolo, riducendo le corse, vengono meno le uniche risorse  che permettono a tutto il settore di vivere.

Ecco perché tutti debbono capire che chi mantiene l’ippica è il proprietario: è l’unico che pur essendo al 90% passivo, poiché si paga la passione, continua a comprare cavalli e, soprattutto a farli correre. Ed ogni volta che scende in pista, che vinca o che perda, sicuramente lavora per gli altri: il gioco sul suo cavallo contribuirà a mantenere UNIRE, Agenzie, ecc. Ed inoltre, se qualcuno non l’avesse ancora capito, senza rastrellare il gioco sulle corse di minima, sarebbe impossibile trovare i soldi per i Grandi Premi.

La ricetta corretta? Non è difficile, se non si è legati a nessun “impegno” più o meno disinteressato:

-incrementare il montepremi e distribuirlo dove rende di più.

-differenziare l’ippica commerciale, quella di minima (il 90% dei cavalli sono di categoria medio-bassa), che deve dare sfogo ai proprietari e portare soldi alle casse, da quella di facciata (categorie A/B e Super) che deve assolvere allo spettacolo ed alla promozione ( e che può vivere solo a carico della prima).

-portare nuovi giocatori: in particolare quelli che amano il gioco comunque, i numeri più che i cavalli, ai quali deve essere offerta l’opportunità di vincite interessanti impiegando capitali minimi.

Se si è in crisi bisogna prendere dai privilegi, dalle provvidenze a pioggia, dagli agi, mai toccare il montepremi. La sua certezza nel tempo favorirà gli investimenti, con tutti i vantaggi che questi comportano.

Finora purtroppo, e lo si è visto in questa occasione di crisi, l’UNIRE ha agito in maniera diametralmente opposta, andando a toccare proprio chi produce.

Per fortuna nella riunione convocata dall’UNIRE il 3 Aprile, si è avuto, per la prima volta dopo anni, un confronto costruttivo, nel quale i vertici dell’Ente hanno potuto apprendere molte cose che probabilmente non ancora conoscevano per la loro fresca nomina. Ed hanno dimostrato di voler assumere in proprio iniziative tali da non emarginare più dalle decisioni chi nell’ippica produce. Più che il ritorno alla normalità del monte premi dei matinée (sia pure per un tempo determinato, sufficiente a ridiscuterlo), ha favorevolmente impressionato la certezza che d’ora in poi le categorie, attraverso loro rappresentanti, saranno consultate ed ascoltate prima di ogni decisione che li coinvolgano. Il tavolo di concertazione per il doping, con la commissione scientifica, quello per la normale amministrazione, quella per i matinée sono una conquista per la gestione democratica dell’Ente. Abbiamo sentito parole nuove dal Presidente Sottile, dal vice Cecchi e dal consigliere Matafù. I fatti che seguiranno ci diranno se è giusta la nostra impressione di una intelligente apertura dell’UNIRE alle categorie produttive dell’ippica: e dell’impegno a non regalare niente a nessuno senza una valida contropartita. Insomma Sottile e Cecchi non ci hanno deluso. Anzi…

 
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