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Lo Sportsman: Amerigo Buranelli dalla Disciplina all'occhio del ciclone (26.3.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 27/3/2008
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UN PERSONAGGIO SCHIVO CHE SI È RITROVATO AL CENTRO DELLE ATTENZIONI PER LA RIUNIFICAZIONE DEI DRIVER

Amerigo Buranelli dalla Disciplina all’occhio del ciclone

Amerigo Buranelli non è un uomo copertina. È il discendente di una famiglia da quasi ottanta anni impegnata nel mondo del trotto, è stato spesso impegnato in ruoli importanti, ma non ama certo mettersi in mostra. Anzi. Oggi si è ritrovato nell’occhio del ciclone e vuole spiegare la sua posizione. «Mi hanno dipinto come fossi Belzebù, ma sinceramente non capisco quali siano le motivazioni che hanno portato a una serie di considerazioni sul mio conto decisamente fuori luogo. In realtà vorrei spiegare come si è arrivati a questa situazione e illustrare cosa sta succedendo in questo momento. Tutto nasce chiacchierando all’ippodromo con i tanti guidatori che passano per Tor di Valle, che oggi come oggi è un po’ il crocevia del trotto italiano. Si parla, si analizzano le situazioni, si guarda allo stato delle cose e, visto che c’è un ottimo rapporto, molti mi hanno chiesto quali fossero le mie impressioni. Ho capito che c’è un grande scontento in giro, che la “base” è convinta che la divisione fra i guidatori porti solo svantaggi e che quindi l’obiettivo della riunificazione, intorno a quei temi che interessano davvero i driver, sia irrinunciabile per ridare forza e autorevolezza alla categoria. Tutto qui, diciamo che è in corso un “sondaggio” per capÌre cosa serva davvero ai guidatori in termini di rappresenttività e che questo approccio ha provocato reazioni un po’ esagerate».
Una delle accuse formulate a Buranelli è quella di essere stato un “giustiziere” dei driver. «E cosa avrei dovuto fare!!! Lavoravo alla Commissione di disciplina e facevo il mio lavoro, seguendo i regolamenti e punendo chi andava punito: è forse una colpa? Il mio rapporto con la Commissione si è interrotto una prima volta sotto la gestione Andriani per la vicenda degli appiedamenti di massa in occasione degli scioperi e poi sotto quella Panzironi per delle divergenze sul modo di operare in un caso specifico. Così sono passato dall’altra parte e la voro con i driver in occasione dei procedimenti disciplinari a loro carico. La mia è la storia di un ippko e l’amore per il trotto non è mai mancato, anche quando ero dirigente all’Eni e quindi non avevo il tempo per rimanere all’interno del settore. Ricordo poi che sono stato vicepresidente dei proprietari all’epoca della riunificazione storica...».
La riunificazione dei driver è un argomento che si trascina da anni. «Perché ci sono ostacoli che ne impediscono la realizzazione, rappresentati da posizioni personali ben radicate. lo in questo senso ho le mie idee e penso di avere la capacità di spiegarlo con le persone con cui parlo e di poter dare quei consigli che mi sono chiesti sulle materie che conosco meglio, ovvero sui problemi della disciplina e del doping. Non c’è alcun mistero e non sono il diavolo, semplicemente forse tutto ciò dà fastidio a qualcuno» le parole di Buranelli, che si trova in una posizione nuova, diversa. Il tema della riunificazione, lanciato da Enrico Bellei su queste colonne, è evidentemente d’attualità e spetta ai driver, e solo a loro, decidere cosa vogliono e cosa cercano. A prescindere dalle sigle o dalle battaglie all’interno della categoria. Come per tutto il resto dell’ippica anche per i guidatori probabilmente serve un progetto di ampio respiro.

 
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