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La Gazzetta dello Sport: «Equin’ozio» romano i bambini disabili tornano a sorridere (25.3.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 25/3/2008
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«Equin’ozio» romano i bambini disabili tornano a sorridere accanto ai cavalli

ILARIA RICCIARDI
ROMA
Nulla è più bello del sorriso di un bambino. E c’è chi, con il proprio lavoro, fa comparire tanti magnifici sorrisi sui volti dei ragazzi disabili. Chiara Minelli, 37enne romana e mamma da un anno e mezzo, ha creato nel 2007 «Equin’ozio»: un’associazione (riconosciuta dal Comitato Italiano Paralimpico) che si occupa, mediante personale specializzato, di interventi nelle disabilità fisiche, intellettive, relazionali e sensoriali con l’ausilio del cavallo. «Ho lavorato per anni presso centri ed associazioni ed ho studiato in Inghilterra e Germania — racconta Chiara con entusiasmo —. Poi un giorno ho deciso che era giunto il momento di creare qualcosa di nuovo ed è nata "Equin’ozio". L’associazione, al momento, si appoggia ad un centro ippico a Rocca Priora, vicino al Centro Federale dei Pratoni del Vivaro».
GRANDE AIUTO Da qui parte la splendida avventura dei 10 ragazzi che sta seguendo, con l’aiuto di un fisioterapista e di una psicologa. L’età minima è di 6 anni, ma fra gll oltre 300 casi trattati fino ad oggi, c’è stato anche un uomo affetto da sindrome di Down di 50 anni. A «lavorare» con Chiara ci sono 4 cavalli: Ballerina, «un pony di 20 anni che si lascia fare assolutamente tutto dai ragazzi», Emy, Doc, «1,75 al garrese ma buono come il pane», e Gamon, «nero, grosso e cattivissimo, ma estremamente sensibile con i ragazzi che hanno problemi».
UN PERCORSO I ragazzi iniziano a prendere confidenza con l’animale a terra, a curarlo, dargli da mangiare, fino al salire in sella. Questo è un percorso che li porta ad avere molti benifici: «Socializzano, prendono coscienza di se stessi e del proprio corpo, apprendono il senso dell’orientamento ed a comportarsi correttamente con l’animale e con gll altri». Il giorno più amato? «Il pony-day: una giornata intera in scuderia. La mattina lavoro a terra, poi pranzo tutti insieme ed il pomeriggio a cavallo».
I FONDI Ma tutto questo ha ovviamente un costo, l’associazione ha bisogno di sponsor: «Non riceviamo alcun aiuto da ASL o altri». E quest’anno c’è da sostenere una spesa in più, perché c’è anche la parte «agonistica»: Chiara infatti è riuscita a creare una squadra di 5 elementi di cui 2 parteciperanno alle gare nazionali per disabili. «Sarebbe bello avere la Gazzetta come sponsor! Dipingerei le selle ed il maneggio tutto di rosa!».

 
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