Appartiene a un napoletano col “pallino” dei cavalli targati Biasuzzi

Gambling Bi, scommessa vinta
Souloy in Francia ha trasformato anche lui, ora tornerà in Italia per il Costa Azzurra

di Fulvio Padulano
NAPOLI - «Da grande appassionato di corse, quando seguo quelle dei miei cavalli soffro da matti: devo addirittura isolarmi per stemperare la tensione». Ciro Del Core, napoletano, è titolare della Scuderia Cumana, quella di Gambling Bi, altro partenopeo che sta distinguendosi in terra francese. Gran tifoso di Exploit Caf (si allenano assieme), è da sempre imprenditore nell’edilizia: suoi gli allestimenti dei McDonald’s di numerose città italiane e del ristorante Farinella a Napoli. E’ anche molto attivo nel sociale: totalmente a sue spese la sala d’aspetto di oncologia all’ospedale pediatrico Santobono, e gli arredi di una parrocchia a Posillipo.
Per l’ippica ha sempre avuto un rapporto di amore-odio, tanto che aveva abbandonato i campi di corse dal 1980 al 2005. «Sono tornato più motivato di prima. Avevo rilevato quattro cavalli da un amico ma non funzionò. Adesso ne ho dieci, tutti validissimi, vanno molto forte anche Larsen Bi, terzo nell’Allevatori, Donald Bi, Gringo Bi e il giovane Mistral Bi, altro Supergill fratello di Gambling: si muove come lui». Biasuzzi è una costante. «I prodotti dell’ingegnere mi hanno subito colpito. Puledroni dal fisico imponente, resistenti e con, pochi problemi».
La storia di Gambling? «Me lo caldeggiò Antonio Improda, Biasuzzi lo aveva mandato al mare per risolvere qualche problema. L’ho acquistato per 33.000 euro, e adesso si sfiorano i 200.000. Con Salvatore Minopoli abbiamo deciso di trasferirlo in Normandia da Souloy e il cavallo s’è trasformato, sorprendendo lo stesso Fabrice. Soprattutto con i massaggi della “Kin’equine” e il nuovo training su piste morbide, non accusa più dolori. Faremo il Costa Azzurra a Torino, e l’anno prossimo il Lotteria». La guida? «Gambling è affidato a Souloy e mi rimetterò a lui per tutto. Ci saranno occasioni sia per Bazire che per Mario Minopoli».