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Totoguida Scommesse: Il Tar ha rinviato, udienza il 7 maggio (7.3.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 18/3/2008
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Gioco telematico nulla di fatto al Tribunale  Amministrativo del Lazio, nuovo appuntamento tra due mesi
Il Tar ha rinviato,
udienza il 7 maggio
Ginestra (Assosnai): «I giudici approfondiranno le memorie dei concessionari»

•di Nicola Tani
Altri due mesi di incertezza per il mercato delle scommesse sportive. I giudici amministrativi della seconda sezione del Tar del Lazio hanno rinviato al prossimo 7 maggio l’udienza di merito sulla richiesta di sospensiva relativa al decreto Aams del 25 giugno 2007 sul gioco telematico, che fino a quella data rimane dunque “sospeso”.
Ciò significa che le misure contenute nel (duro) provvedimento dei Monopoli finalizzato a limitare l’attività dei punti di commercializzazione - in particolare la possibilità di pubblicizzare i prodotti scommessa nei locali e ricevere compensi in base alla raccolta effettuata o al margine lordo del concessionario - non hanno recuperato (almeno per il momento) efficacia, mentre restano ovviamente valide le prescrizioni contenute nel decreto del 21 marzo 2006, che tra l’altro ribadiva il divieto di intermediazione e, in generale, di qualunque attività legata alla raccolta (ad esempio, l’accettazione di somme o il pagamento delle vincite) nei punti remoti. Poca voglia di commentare l’accaduto a piazza Mastai, che peraltro non nasconde il proprio disappunto per l’eccessivo lasso di tempo che intercorrerà prima della discussione dell’argomento, mentre ai concessionari non resta che continuare la “battaglia” sul territorio.
Secondo Francesco Ginestra, presidente di Assosnai, il rinvio disposto dal Tar è «Un segnale importante, perché questo tempo permetterà al giudice di approfondire i contenuti delle memorie presentate da Aams, Assosnai, Snai S.p.A. e dagli altri concessionari intervenuti. Ci risulta che il contributo dato dai legali presenti sia stato apprezzato in quanto ricostruisce con chiarezza le regole che disciplinano il segmento telematico e le questioni oggetto del contendere». In attesa dell’udienza, Ginestra non si sbilancia in pronostici ma ritiene «evidente che se il Collegio avesse ritenuto di confermare l’orientamento emerso in sede cautelare, e così avvalorare le argomentazioni delle ricorrenti, non avrebbe disposto il rinvio, la cui motivazione è proprio quella di approfondire i complessi temi del giudizio». Mostra soddisfazione, dall’altra parte della barricata, anche Fernando Petrivelli, presidente del Sistel:
«Siamo soddisfatti per la conferma della sospensiva sino al prossimo 7 maggio. Con questa decisione il Tar ha riaffermato implicitamente la fondatezza dei motivi del ricorso da noi presentato e il periculum in mora, ovvero i possibili danni irreparabili per i concessionari. Il rinvio si è reso necessario per consentire ai ricorrenti di depositare la propria memoria difensiva, ma soprattutto per consentire al collegio di approfondire i temi e soprattutto permettere ad Aams di ripensare il provvedimento». A difesa del decreto si sono schierati infatti i concessionari “tradizionali” - vale a dire Lottomatica, Snai, Assosnai e Sicon, oltre al nuovo arrivato Intralot - che vedono messo in pericolo l’equilibrio di un mercato conquistato a suon di milioni di euro e che intravedono una sostanziale illegittimità nell’attività dei punti di commercializzazione, spesso operanti come dei concessionari a tutti gli effetti, al punto di pubblicizzare l’attività dei concessionari ai quali sono collegati e di ricevere compensi sul margine del banco, come dei veri e propri “broker”.
L'effetto principale è soprattutto quello di una concorrenza sleale, che ha indispettito Assosnai e Sicon ma anche tutti i nuovi operatori calati dall’estero. Le due associazioni nelle scorse settimane avevano annunciato la decisione di costituire una vera e propria task force a tutela degli interessi dei concessionari. Raffaele Palmieri, presidente di Sicon, il sindacato dei concessionari delle scommesse, ha più volte ricordato che il decreto avrebbe portato benefici a tutto il settore, come succede quando si fa spazio alle regole e alla trasparenza: «E’ una risposta chiara di Aams - aveva commentato - alle nostre richieste: il decreto conferma il ruolo preminente della rete del ‘99 e della nuova rete Bersani, andando a colpire non indiscriminatamente i punti di commercializzazione ma solo chi opera borderline, compiendo di fatto una raccolta illegale e concorrenziale a quella delle agenzie autorizzate». Ormai avvezzi a ogni genere di contenzioso e battaglia legale, gli operatori e gli osservatori non si sono tra l’altro più interrogati sull’incredibile paradosso che sta alla base di questa vicenda: chi impugna il provvedimento dei Monopoli di Stato ha sempre affermato di operare nel pieno rispetto della legge, e - fino a prova contraria - si tratta ovviamente di una posizione da rispettare.
Già, ma allora perché opporsi ad un decreto che oggettivamente restituisce, articolo dopo articolo (certamente anche con qualche esagerazione), piena trasparenza al rapporto tra concessionario e punto di commercializzazione?
Non dovrebbe essere proprio il mercato ad accogliere con soddisfazione, quasi con sollievo, un testo che ha come obiettivo quello di mettere dei paletti ai possibili abusi nella gestione dei punti remota? Dopo aver letto per mesi incredibili prese di posizione e dichiarazioni che spesso sfociano nel ridicolo, è forse il caso di riflettere su questa semplice, logica, stringente, inevitabile domanda.

 
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