DAL MALE DI NAPOLI AL BENE DELL’IPPICA? (G.C.) Dopo il Far West di Napoli, c’è stata una riunione (doverosa) promossa da Ippodromi & Città alla quale hanno partecipato le categorie dei proprietari, guidatori ed allenatori. Com’era facilmente prevedibile, tutti sono stati d’accordo nello stigmatizzare l’accaduto e nel cercare insieme il modo per salvaguardare l’incolumità degli operatori ippici nell’esercizio delle loro funzioni. Si dice proprio a Napoli che “spisso ‘o male porta o’ bbene”, cioè che, a volte, da episodi negativi può scaturire qualcosa di buono. Speriamo che quanto accaduto nelle scuderie venga considerato da tutti come la punta di un iceberg che è affiorata clamorosamente, ma che si consideri come tale: nel senso che sotto quanto emerso tutti sanno quanto marcio cova. Non dobbiamo fermarci all’episodio in se. Ora certamente saranno allertate le forze dell’ordine, sarà più accurato il controllo all’entrata delle scuderie di Agnano, per un po’ le incursioni di estranei malavitosi si fermeranno, ma se veramente si vuole che torni l’ordine, la pulizia, la regolarità, l’impegno non dovrà essere limitato alle giornate di corse, né al solo ippodromo di Agnano. Il nostro ambiente ha subito un deterioramento progressivo, ognuno ha le proprie responsabilità: dispiace dirlo, in primo luogo guidatori ed allenatori che hanno portato nell’ambiente personaggi per i quali l’ippica ha rappresentato un’ulteriore integrazione delle loro illecite attività. La seconda responsabilità è dell’UNIRE, che ha consentito a questi individui, con la concessione indiscriminata dei colori, di entrare nell’ambiente dalla porta principale. La terza responsabilità va attribuita agli addetti ai controlli, che di fronte a tanti episodi di violenza ai bordi delle piste e nelle scuderie, hanno omesso di relazionare (forse per paura) quanto realmente accade. Quarta responsabilità alle Società di corse, per aver trascurato le misure idonee per garantire, non solo nelle giornate di corse, che in casa loro bazzicassero solo persone “tranquille”. Quinta responsabilità alle Commissioni di disciplina, che comminano ridicoli provvedimenti che non scoraggiano chi è autore di gesti di violenza mafiosa, mentre mostrano la loro faccia severa verso chi sa che accetterà la punizione con civiltà. Queste responsabilità debbono essere riconosciute, ed i responsabili attivarsi per correggere i propri errori. Il comunicato emesso da Ippodromi & Città e dalle categorie non deve rappresentare un episodio, né riproporsi solo in presenza di avvenimenti clamorosi. Le riunioni ippodromi – categorie debbono diventare, non solo per Napoli, un’abitudine, e debbono essere un laboratorio di ricerca per riportare la civiltà cancellata negli ippodromi. L’invito all’unità di tutte le categorie, partito da Napoli con l’autorevole avallo del Generale Cecchi, presidente del C.d.A., deve essere inteso in questo senso. Se davvero abbiamo a cuore le sorti dell’ippica. |