Nas in azione perquisizioni a tappeto
Non c’è solo il nome di Holger Ehlert nella lista di coloro che sono stati “visitati” dai Nas sul finire della settimana scorsa. Sono infatti diversi i driver, i proprietari e gli allenatori le cui abitazioni sono state perquisite dai Carabinieri in seguito alle segnalazioni di eventi doping che hanno riguardato i loro cavalli. Un modo di agire che lascia perplessi, visto che l’utilità di queste azioni sembra marginale e anzi provoca solo un clima di terrore proprio di una caccia alle streghe. Ben più utili sarebbero i controlli a sorpresa sui cavalli nei centri di allenamento, i parchi chiusi e una giustizia sportiva che funzioni davvero.
Pokerissimo dei Nas: altri cinque team oggetto di indagini PAOLO LEONI: «Venerdì mattina, alle 7.00, si sono presentati a Staffoli e si sono trattenuti fino alle 9.30. In contemporanea sono intervenuti anche alla Gardesana di Sant’Angelo di Piove, in provincia di Padova, dove Giovanni Callegaro segue altri miei allievi. Non hanno trovato niente. La “visita” è originata probabilmente da un doping di quattro anni fa, quando trovarono a Bologna Burgues Claro positivo ad un antiinfiammatorio. Per la cronaca, Burgues vinse quella corsa ed era favoritissimo. Poi ha rivinto a ripetizione su tutte le piste d’italia senza mai più incorrere in casi di doping. Giovanni Callegaro ha scontato due mesi di appiedamento, più o meno da metà settembre a metà novembre dello scorso 2007», MANUELE MATTEINI: «Venerdì mattina, alle 5.00, si sono presentati a casa una pattuglia dei Carabinieri e due funzionari dei Nas. Fino alle 8.00 sono rimasti a casa e, come si suol dire, l’hanno rivoltata come un calzino. Poi hanno perquisito la macchina e, infine, scortati da loro, siamo andati al centro di allenamento, dove hanno setacciato tutto, comprese le macchine parcheggiate. Nel frigorifero hanno trovato tutti medicinali in regola tranne sei vaccini antiinfluenzali, dei quali non ho potuto fornire la ricetta. Alle 10.30 ci hanno portati in caserma e ci hanno rilasciato alle 12.30». DUCCIO PARENTI: «Per un caso di doping al metabolita della cocaina, chiaramente dovuto ad inquinamento ambientale, nel quale è incorsa Give Me Love, sono venuti due volte nel mio allevamento, dove la cavalla è ormai fattrice. lo non ho casi di doping da dieci anni, Give Me Love era da Andrea Orlandi che, ovviamente, è anche lui rimasto sorpreso. Sono venuti da me e poi, venerdì mattina, anche dal proprietario, un noto professionista fiorentino, che si è visto piombare in casa Nas e Carabinieri alle 6 e ½. Questa è la cosa che fa più male: un professionista si avvicina al nostro mondo, investe sui cavalli per passione e per passare la domenica a vederli correre, e guarda cosa gli va a capitare. Se decide di chiudere con le corse è del tutto normale». ANDREA ORLANDI: «All’ippodromo cli Pescara si sono presentati i Nas venerdì alle 5.30, io la sveglia ce l’ho alle 6.00 e sono arrivato al lavoro intorno alle 7.00. Mi hanno perquisito subito la macchina, poi la scuderia e infine anche la mia abitazione. A Bologna, dove ho la residenza e vivo con mia moglie e i miei figli, hanno perquisito casa e garage. Non sto a dire lo scompiglio che si è creato quando, arrivati a casa, hanno suonato il campanello e non c’era nessuno: mia moglie aveva portato i bambini a scuola ed era anche lei a scuola per una supplenza. I vicini, preoccupati per la presenza dei carabinieri, che peraltro hanno suonato tutti i campanelli del palazzo per chiedere notizie, sono riusciti ad avvertirla e lei è tornata a casa. Mi ha raccontato che sembrava cercassero Provenzano... L’esito delle perquisizioni è stato negativo». LEONARDO CHERUBINI: «Alle 6.30 di venerdì i Nas si sono recati nella mia scuderia, a casa di mia sorella e di mio cognato, che sono titolari della scuderia Tre A, e a casa di mia madre, che era sola, perché mio padre è morto un anno fa. Nelle due case hanno buttato tutto all’aria, il bambina di mia sorella dormiva, mia madre era sola ed era spaventatissima, tanto che si è sentita male. Quanto a me, hanno perquisito la scuderia e, come era logico, dai tre interventi non è emerso nulla, come risulta dal verbale che mi hanno consegnato dopo avermi portato alla stazione dei carabinieri di Lido di Camaiore. Il tutto per un prelievo antidoping di due anni fa, a Bologna, nel quale hanno riscontrato l’ormai famigerato metabolita della cocaina. Le conseguenze? Mia sorella e mia cognato vogliono vendere i cavalli e chiudere scuderia. Non ne vogliono più sapere». VB |