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Lo Sportsman: Primi passi verso il progetto (13.3.07)  
Autore: roberto
Pubblicato: 13/3/2008
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GLI INTERVENTI PIU SIGNIFICATIVI DEL CONVEGNO ORGANIZZATO DALL'UPT SVOLTOSI LUNEDI A NAPOLI E AL QUALE HANNO PARTECIPATO UNIRE E TANTI IPPICI

Primi passi verso il progetto

Un confronto costruttivo di idee, con proposte concrete e un obiettivo condiviso da tutti

LUIGI MIGLIACCIO SEGUE DALLA PRIMA
GENERALE FILIBERTO CECCHI
“Un piano in tre punti”
Il convegno ci ha anche consentito di fare meglio la conoscenza con il nuovo vice- presidente del CdA. dell’Unire, il generale Filiberto Cecchi: 45 anni di vita militare già a capo dell’esercito Italiano e con lontani trascorsi ippici (è stato gentlemari sugli ostacoli e cavaliere di completo). Un’esperienza probabilmente troppo lontana per poter essere tradotta nella situazione attuale ed egli stesso se nè detto consapevole, ma l’esperienza di comando, o se preferite di governo, quella può essere spesso tradotta da un settore all’altro della vita pubblica e la dichiarazione “Dobbiamo un po’ militarizzare l’unire” è evidente che sia l’espressione della presa di coscienza che comunque c’è molto lavoro da fare.
«Il tempo è scaduto da un pezzo - ha esordito il Generale Cecchi nel suo intervento - l’Unire vive uno stato di perenne emergenza che
non può durare più a lungo e che quindi necessita che vengano presi quanto prima dei provvedimenti». Come già riportato martedì nel breve commento del convegno, il Vice presidente dell’Unire ha tracciato le linee guida programmatiche di questi primi mesi di lavoro del CdA. Tre direttrici fondamentali attorno alle quali dovrà girare un po’ tutto il resto e che possono essere così riassunte:
1) Ridare centralità allo spettacolo e allo sport ippico. Logico dare la giusta importanza alle scommesse, ma occorre anche parlare dei cavalli e della loro attività agonistica. Il cavallo non è solo un numero.
2) Rilanciare e favorire una sorta di solidarietà interna alle categorie ippiche. li comparto ha bisogno di un gioco di squadra e quindi faccio appello all’unità. Non si può sperare di progredire, di porsi come interlocutore delle istituzione combattendo con le altre componenti del nostro stesso settore.
3) Ricreare fiducia nell’Unire che negli ultimi tempi è diventato oggetto di un indiscriminato tiro al bersaglio neanche fosse l’orsetto del Luna Park. Bisogna mettersi in testa che l’Unire non può essere responsabile di tutti i mali che affliggono l’ippica. Bensì l’Ente dovrebbe rappresentare una sorta di tutore dell’ippica nei confronti del mondo politico. D’altronde soprattutto in questa fase abbiamo bisogno della politica e quindi l’Unire deve rappresentare un elemento di sfondamento nei confronti della classe dirigente del Paese. Per questo deve avere il sostegno e la fiducia di tutti, Successivamente il Generale Cecchi si è soffermato anche sul discorso montepremi. «Non posso promettere nulla relativamente al montepremi - ha ribadito - in quanto le condizioni di oggi non sono certamente quelle deI 5 settembre quando il Ministro De Castro si dichiarò favorevole a un montepremi a 223 milioni, È chiaro però che faremo tutto il possibile per fare in modo che non debbano esserci tagli».

I RAPPORTI
COL MONDO POLITICO
Sono stati molti gli interventi su questo tema. E’ indiscutibile il fatto che da qualche tempo alrippica manchi un referente importante all’interno della classe politica e che il comparto non sia riuscito, come si dice in gergo, a fare lobby. Sandro Berardelli ha parlato di «profonda crisi di rapporto tra ippica e politica. Un contrasto che nasce anche dal fatto che l’ippica, perennemente divisa al suo interno, non è riuscita a dimostrare di essere in grado di gestire se stessa. Dobbiamo cambiare strada e modo di agire dal momento che di fronte al mondo politico valiamo sempre meno».
Dello stesso tenore il breve intervento di Domenico Minopoli ha esortato a «ritrovare unità contro la politica»
L’avvocato Gragnaniello, presidente dell’Upt e organizzatore del convegno nel suo intervento di apertura aveva da un lato sottolineato le responsabilità degli ippici «Noi tutti siamo responsabili della crisi del settore a causa dei nostri continui litigi che hanno fatto sempre comodo alla classe politica che ne ha approfittato e li ha strumentalizzati».
incisivo l’attacco portato dal padrone di casa, Pierluigi D’Angelo che si è rifatto a una delle sue frasi storiche: «Quando dissi a Guido Melzi che se era venuto all’Unire per fare il bocchino dell’ippica avrebbe fatto meglio a dimettersi, mi riferivo al fatto che la sua presenza senza la possibilità di governare e di mettere a frutto la sua esperienza nel settore era perfettamente inutile. Oggi dico che un Ministro della Repubblica non può prendere letteralmente per i fondelli 50.000 o più persone che di ippica campano e se nel passato recente ha fatto determinate promesse oggi non può certo rimangiarsele anche perché il monte- premi al traguardo non può essere sempre sacrificato in nome e per conto dei costi del baraccone. Occorre che il Governo, qualunque esso sia, tuteli gli imprenditori che hanno investito pagando anche 160mila euro per un puledro».
LE RISORSE. MELZI: ‘Possono venire solo dal Mercato”
Quello delle risorse è stato un altro argomento che ha tenuto lungamente banco negli interventi, Gragnaniello ha parlato di risorse ‘al limite della sopravvivenza’ interpretando un po’il sentimento comune, ma ha anche ribadito come le risorse effettivamente possano e debbano arrivare solo dal mercato. Certo forse ci potrà essere ancora un minimo contributo da parte del Ministero per le Politiche Agricole,
ma sarà comunque marginale rispetto a quelle che sono le esigenze di un mercato che perde qualcosa come 3,5 milioni e mezzo di incassi al mese.
Il marchese Giorgio Guglielmi ha parlato dell’esigenza di presentare un disegno di legge che consenta all’Unire di riappropriarsi in qualche modo della scommessa ippica e che al tempo stesso restituisca a quest’ultima una sua dignità.
Ovvio che sui punto delle risorse sia intervenuto anche il Segretario generale Guido Melzi che ha ribadito, estendendoli, concetti già espressi in passato: «Le nostre risorse possono venire unicamente dal mercato ed è per questo che dobbiamo concentrare i nostri sforzi sul suo sviluppo. Abbiamo subito gli effetti di un decreto Bersani che esiste e non può essere ignorato come qualcuno vorrebbe. C’è un delegato che quotidianamente chiede il ripristino della vecchia rete. Non è possibile: c’è chi ha pagato migliaia e migliaia di euro per poter avere la concessione on è che tale diritto possa essere cancellato. Semmai ci attendevamo, questo si, che la rete andasse a regime prima in quanto avendo i concessionari pagato anticipatamente avevano tutto l’interesse a iniziare la propria attività nel minor tempo possibile per ammortizzare i costi. Anche a questo proposito, non appena consociuti gli estremi della Bersani avevamo chiesto l’introduzione nei corner dei famosi due campi. Quando si lavora con Aams e Sogei però le cose hanno i loro tempi che sono lunghi Pensate all’accettazione della Tris online. Abbiamo iniziato a lavorarci nello scorso mese di giugno e l’ok è arrivato ben Otto mesi dopo. Questa è la realtà con la quale ci confrontiamo. Ora speriamo che finalmente entro il 15 aprile si possa partire coi due campi. Ma anche in questo caso non possiamo prescindere dalla qualità delle corse. Speriamo poi che si possa partire al più presto anche con la V7 che è comunque sbagliata perché ha una tassazione che la rende poco concorrenziale nei confronti delle altre scommesse, ma se ad esempio la V7 dovesse anche con questi preMevi, riscuotere un minimo di successo, potrebbe darci forza per andare a bussare alle istituzioni e chiedere una rimodulazione al prelievo fiscale scendendo verso valori molto più vicini a quelli praticati da altri paesi europei come ad esempio la Svezia». e ancora... «Molti dimenticano gli effetti nefasti della legge Masini che oltre ad aver di fatto azzerato i minimi garantiti, ha fatto si che passasse il concetto secondo il quale per una qualunque modifica sul settore delle scommesse ippiche sia necessaria una legge rendendo così più complessi tutti i passaggi».
Melzi ha poi detto la sua anche sul montepremi ribadendo le parole del Vice presidente Cecchi, ma anche sul montepremi c’è bisogno di unità per raggiungere gli obiettivi. «In passato è stato l’assistenzialismo il vero veleno per l’ippica. C’è un partito che forse avrebbe piacere che le cose andassero male per poter dire “l’avevo detto”. A costoro dico che sarebbe meglio che andassero a casa».
Da aggiungere poi che il Presidente dei gentiemen campani Prof. Andrea Masella, ha poi lanciato la proposta che i privati possano accedere pagando un abbonamento alla visione in diretta delle corso e che parte di queste entrate venga destinata a montepremi.
IL PROGETTO
li fatto nuovo, o se volete, qualificante, del convegno è stato però quello relativo alla richiesta di un progetto di lavoro, meglio se pluriennale, che è venuta da più parti. Ha cominicato Carlo Tarlini della segreteria nazionale Cgil. Che ha parlato di «necessità di ristrutturazione del comparto ippico che non può avvenire attraverso provvedimenti estemporanei, ma che necessita di un vero e proprio progetto organico, un piano di ristrutturazione che, come nelle grandi aziende, non può essere basato unicamente sui tagli, ma deve inevitabilmente comportare degli investimenti ed è qui che servirebbe poi l’aiuto del mondo politico che dovrebbe investire sulla ristrutturazione dell ippica per consentire che poi in futuro possa marciare da sola». Tarlini non si è fermato al progetto, ma anche alla rappresentanza: «Serve una rappresentanza unitaria orizzontale tra le categorie, un super manager. Le categoria non devono necessariamente perdere la loro identità, ma dovrebbero consociarsi fino a formare una specie di Confindustria dell’ippica. In questa maniera potrebbero avere molto più peso e ascolto».
L’ex presidente degli allevatori di trotto Brischetto intervenendo e parlando di numeri ha ricordato che «80° anni fa l’ippica incassava da sola il 30% delle scommesse, mentre oggi ricopre una fetta di mercato pari al 7%. La voce montepremi costituiva il 60% delle en trate dell’Unire, mentre oggi è ferma a circa il 40%, mentre al contrario sono aumentati a dismisura i costi di gestione dellente nonché le retribuzioni assegnate. Sempre 8 o 9 anni fa si svolgevano 15.000 corse, mentre neI 2006 sono state circa 24.000, in poche parole si corre di più e per meno soldi».
Di progetto ha parlato anche Giuseppe Rosati Colarieti così come Francesco Ruffo della Scaletta che nel suo intervento ha ribadito come «Siamo cresciuti senza una sorta di piano regolatore e per questo l'ippica non è capace di autotutelarsi e non si rende visibile al mondo esterno se non per fatti negativi».
Già, proprio mentre si concludeva il convegno a “Striscia" stavano finendo di montare il servizio che sarebbe andato in onda lunedì sera. Speriamo davvero sia stato solo un caso...

 
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