Necessità di progetto Luigi Migliaccio L’ippica italiana ha assolutamente bisogno di un piano industriale o, se preferite, di un progetto. Questo sicuramente è il concetto fondamentale che è emerso dal convegno “Ippica italiana, quale futuro?” voluto dall’Unione Proprietari Trotto e patrocinato dal nostro giornale, che si è tenuto ieri a Napoli e al quale, oltre al Segretario Generale dell’Unire, Guido Melzi, ha partecipato anche il Generale Cecchi in rappresentanza del CdA dell’Ente. Davanti a una folta platea di addetti ai lavori provenienti da tutto il Paese, si è discusso per diverse ore partendo da quanto affermato dal Ministro De Castro nella conferenza stampa del 5 settembre scorso e nel più recente incontro con le categorie di alcune settimane or sono. L’esigenza è quella di un piano industriale che abbia la capacità anche di riallocare le risorse di un Ente che incassa comunque 2,9 miliardi l’anno e che possa esaminare il problema della sovrapproduzione. Il problema è però che un piano industriale ha bisogno di un organo rappresentativo autorevole, che abbia la forza e l’autorevolezza che possono derivare unicamente dall’appoggio incondizionato e unitario della base di tutte le categorie. Non è un caso che il Presidente dell’Upt Francesco Gragnaniello abbia esordito nel suo intervento dichiarando. «Siamo tutti da considerare corresponsabili della crisi della nostra ippica a causa dei continui litigi che ci hanno diviso, facendo il gioco della classe politica». In effetti un concetto ripreso da Sandro Berardelli, che ha parlato di “profonda crisi di rapporto tra ippica e politica”. C’è addirittura chi, come Carlo Tarlini (Cgil) ha auspicato la nascita di una sorta di “confindustria” dell’ippica che abbia oggettivamente un maggiore peso nel dialogo con le istituzioni. Significativo l’intervento del Generale Cecchi, che ha fissato in tre punti principali il piano di lavoro del CdA dell’Unire per il prossimo futuro: 1) ridare centralità allo spettacolo e allo sport ippico. 2) convogliare una sorta di unità di intenti da parte di tutte le categorie che superi le divisioni e gli interessi di parte. 3) ricreare fiducia nell’Unire, oggetto negli ultimi tempi di un vero e proprio tiro al bersaglio, affinché l’Ente ippico diventi una sorta di tutore dell’ippica nei confronti del mondo politico. In effetti quello del rapporto della base degli operatori con gli uffici dell’Unire è stato un altro argomento che ha animato il dibattito. Il Segretario Generale, Guido Melzi d’Eril, ha ribadito l’importanza della ricerca delle risorse che non può più avvenire attraverso il mero assistenzialismo (concetto in realtà ripreso da diversi interventi). Per questo motivo il primo obiettivo è quello di cercare di fare in modo che la nuova rete di vendita sia in grado di funzionare al meglio in tempi brevi. A tale proposito Melzi ha indicato approssimativamente nel 15 aprile la data in cui potrebbe partire l’accettazione nei corner ippici delle scommesse su due campi di corse al giorno, per un totale di 10/12 corse. Al tempo stesso non è mancato l’accenno alla complessità dei rapporti con Aams e Sogei. «Abbiamo cominciato a lavorare sulla Tris on line nello scorso mese di giugno — ha ribadito Melzi — e l’ok è arrivato solo pochi giorni or sono. Ora le cose vanno meglio, ma bisognerà comunque lavorare per portare la gente a conoscenza delle novità che oggi siamo in grado di offrire». Nei prossimi giorni torneremo ancora sull’argomento esaminando nel dettaglio i molti interessanti interventi proposti dal convegno napoletano. |