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Le Voci del Trotto: A.D.D.I. (7.3.08)  
Autore: unagt
Pubblicato: 7/3/2008
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Potrebbe nascere l’A.D.D.I. - Associazione per la Difesa dei Diritti dell’Ippica

 

Forse la situazione è giunta al punto DI DOVER IN QUALCHE MODO ORGANIZZARE UNA VALIDA DIFESA DEI DIRITTI DI TUTTI GLI ADDETTI ALL’IPPICA. Dai proprietari agli allenatori, ai guidatori, agli artieri, agli allevatori, non c’è nessuno che non abbia subito o subisca dei veri soprusi proprio da parte di chi dovrebbe essere garante dell’applicazione delle regole codificate negli statuti e nei regolamenti.

Siamo tutti testimoni delle decisioni prese sulla testa degli addetti ai lavori senza nessun consulto né, quello che è peggio, senza che siano accompagnate da nessuna giustificazione. Gli aumenti dei “diritti” per i rinnovi delle licenze e dei colori, l’aumento senza giustificazione della tassa per denunciare la nascita dei puledri, l’ultima invenzione della dichiarazione della destinazione dei cavalli alla macellazione o no, con pagamento di un “bollo” di 15 euro, ecc. (senza dirci in quale voce del bilancio finiscono questi soldi), sono solo degli esempi.

Siamo tutti testimoni del malfunzionamento della giustizia ippica, che si attiva con tempi lunghi e con continui rinvii, ma soprattutto con la volontà precisa di giustificare il gettone alle varie commissioni: perché almeno l’80% di tali sedute potrebbero essere eliminate per quei casi chiarissimi dove già l’indagine può con sicurezza individuare eventuali responsabilità e comminare le relative pene.

Il calendario ippico che viene fatto, unico al mondo, senza tener conto della redditività degli ippodromi né delle realtà locali, senza consultare gli autori dello spettacolo (proprietari ed allenatori), un calendario selvaggio che gratifica chi tiene il banco, che dovrebbe essere solo un intermediario, ma che in realtà è divenuto il dittatore che decide solo per i propri interessi.

La mancata corresponsione di una qualunque percentuale sul gioco “non ippico” e sulle macchinette mangia soldi che funzionano nelle Agenzie che hanno un’origine soltanto ippica e che sono state “regalate” alla concorrenza.

I minimi garantiti “abbonati” ai furbi che li hanno “sparati” sapendo già di non doverli pagare.

Il disprezzo assoluto del lavoro di chi produce lo spettacolo, costringendo cavalli, proprietari, allenatori e guidatori ad orari impossibili per un montepremi di fame, nel solo interesse di chi comunque lucra con percentuali che in Italia sono le più alte del mondo, in qualche caso anche del doppio.

Le Giurie che decidono senza uniformità e la cui nomina è legata solo alle beghe “politiche” ed alle lotte tra le varie aggregazioni, senza che nessuno sanzioni eventuali errori, possibili come negli altri sport, dove chi sbaglia in qualche modo viene punito.

Ma la cosa più grave è nelle decisioni che vengono prese in contrasto netto con i Regolamenti, e che si contraddicono tra loro, con il concetto che quando sono in ballo piccoli interessi, le regole vengono applicate con estremo rigore, se invece sono in discussioni grandi interessi, si passa sopra a tutto, non si sa quanto disinteressatamente. Vedi il clamoroso caso Infinitif, che resterà nella storia dell’ippica come il neo più cancerogeno.

Bisogna anche combattere affinché nell’Ente che dovrebbe rappresentarci vi siano, a livello tecnico soprattutto, persone indicate dalle categorie, e non perfetti sconosciuti che sanno di ippica quanto noi di astronomia. Perché dalle decisioni tecniche derivano quelle amministrative, senza contare che il denaro che affluisce nelle casse deriva solo ed esclusivamente dal nostro lavoro, e non si vede perché debba poi essere amministrato dai rappresentanti degli intermediari o dei politici del momento.

In tutti gli altri Sport la politica esercita solo una funzione di controllo, ma chi decide sono i protagonisti. Se è vero che il CONI è il papà degli sport, è pur vero che ognuno ha la propria Federazione che cura il lato tecnico, i calendari le manifestazioni ecc. , e la cui direzione è affidata dagli eletti dalla base. L’ippica è diversa? E’ solo una vacca da mungere, un rifugio per i portaborse dei ministri?

Bene, non crediamo che occorra altro. I veri ippici, quelli che davvero amano questo nobile Sport sanno, come e più di noi, che non si può sopportare oltre uno stato di cose che sta di fatto cancellando un mondo favoloso.

E’ ora di raccogliere sotto una unica bandiera, che è quella del rispetto degli Statuti e dei Regolamenti, tutti quelli che credono ancora nella pulizia dello Sport, e che non si rassegnano alla retrocessione dell’ippica in quel ghetto di imbrogli, trucchi, combine che paradossalmente trovano giustificazione (!) nell’esempio della corruzione che purtroppo viene dall’alto.

Che cosa possiamo opporre ad un guidatore che si vende una corsa per un pugno di lenticchie, se ci risponde che il massimo Ente ha consentito di incassare il premio del Derby (!) ad un cavallo che non aveva diritto a parteciparvi, e che lo ha fatto perché qualcuno è riuscito (speriamo disinteressatamente) a trovare cavilli e scappatoie per fargli godere del sostanzioso compenso?

A questo punto ci chiediamo se le Associazioni di categorie hanno fatto il loro dovere fino in fondo. La nostra risposta è positiva, ma la mancanza di risultati concreti è dovuta purtroppo alla mancata cooperazione, che spesso le ha messe le une contro le altre, dando forza a chi commetteva soprusi per il principio mai smentito del “divide et impera”.

E’ venuto il momento di pensare a qualcosa che unisca tutti per il rispetto delle regole. Ma che soprattutto, visto che il pur lodevole impegno delle Associazioni non ha portato frutti concreti, possa smuovere la melma con azioni più forti. Il ricorso alla Giustizia ordinaria per le irregolarità amministrative o tecniche che portano come conseguenza il depauperamento delle risorse deve essere sistematico. Non trova giustificazione la rinuncia per la lungaggine della Legge. Bisogna far sentire sul collo di chi commette irregolarità il fiato della Giustizia ordinaria.

Noi proponiamo la nascita di un organismo, che temporaneamente chiamiamo “Associazione per la difesa dei diritti dell’Ippica”, a somiglianza dell’Assoconsumatori, in collaborazione con tutte le Associazioni ippiche.

Chi vuole aderire a questa iniziativa potrà farlo inviando un e-mail a giovannicastelluccio@virgilio.it  o un fax al numero 081 6171780 o telefonando dalle 20 alle 22 al 328 1026949 con eventuali suggerimenti. Se riusciremo a raccogliere un congruo numero di adesioni potremo dar vita a questo organismo tracciando, in un primo convegno, le linee programmatiche. Se non vi saranno sufficienti adesioni, vorrà dire che sono davvero pochi quelli che vogliono salvare l’ippica e che non vale quindi la pena battersi. Comunque ci avremo provato…

 
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