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Lo Sportsman: Selezione unico alibi (6.3.08)  
Autore: unagt
Pubblicato: 6/3/2008
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Selezione unico alibi. Reti e nuovi giochi inutili senza un prodotto valido

SERGIO ARNALDI
Tanti anni or sono, era l’ottobre del 1980, al mio debutto a Parigi alla Conferenza annuale delle Autorità Ippiche, introdotto nell’ambiente dall’amico Piero Golisano che da tempo aveva compreso l’importanza dei rapporti internazionali di cui è stato per me ottimo Maestro, rimasi colpit da una frase del Presidente Jean Romanet, uno dei padri dell’ippica europea e mondiale, inserita, quasi con nonchalance in un discorso di carattere generale: “L’unico alibi (usò proprio questa parola) del mondo delle corse dei cavalli è la selezione”.
Romanet voleva richiamare l’attenzione di tutti sull’errore di considerare le corse soltanto come occasione di scommessa e i cavalli come numeri ed evidentemente aveva chiari in mente i pericoli della, chiamiamola così, globalizzazione dei giochi e delle scommesse. E confermava quello che il Legislatore italiano, su impulso di Tesio e Orsi Mangelli, aveva stabilito nel 1942 autorizzando l’Unire alla gestione delle “scommesse per le corse”, Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti e, specialmente in Italia, molte cose sono cambiate nell’ippica: la sempre più impellente necessità e, in alcuni momenti, avidità di denaro per il montepremi ha gradualmente, e in questi ultimi anni precipitosamente, invertito la situazione e, senza fare processi a nessuno (o a tutti?), oggi si è arrivati al punto di cercare solamente e spasmodicamente di inventare nuove corse per le scommesse, in particolare quelle cosidette esotiche (Tris, Quartè, Quintè, V7, ecc,) che si avvicinano e di molto ai giochi numerici. In pratica, si è fatto diventare mezzo quello che era il fine. Da qualche anno è cessato il monopolio delle scommesse ippiche e sono state autorizzate quelle sportive, senza che il settore iniziasse a preoccuparsi della concorrenza (e anzi, qualcuno, molto ottimista, per non dire assai ingenuo, affermava che gli scommettitori “sportivi’ avrebbero scoperto l’ippica e portato denaro al settore, senza capire che sarebbe verosimilmente accaduto l’inverso, dato che nel nostro Paese tutti si intendono di calcio e, purtroppo, assai pochi di ippica).
Inoltre, sono stati e seguitano ad essere quasi quotidianamente inicrementati o introdotti nuovi giochi che riscuotono grande successo nel pubblico, anche in quello vicino al nostro settore, che, conseguentemente, ha diminuito il suo interesse e le disponibilità economiche per le scommesse, peraltro, con ottimi risultati per l‘erario che sui giochi opera un prelievo ben più alto che sull’ippica. Anche se, non per mia scelta, sono da tempo fuori dal settore, la passione per i cavalli che ho fin dalla nascita mi fa seguire sulla stampa le vicende ippiche e sembra dall’esterno che ogni giorno sia più brutto del precedente e ci si allontani sempre di più dall’essenza delle corse, credendo ciecamente che tutto si possa risolvere soltanto con una continua rincorsa a inventare nuove scommesse esotiche e ad aumentare la rete di distribuzione.
Sicuramente, la rete di distribuzione è molto importante (ma si deve offrire un buon prodotto, altrimenti serve a poco e si rischia di fare pubblicità ingannevole) e, come aveva ben presente il Legislatore del 1942, le scommesse sono essenziali per le corse, ma, dal di fuori, non si percepiscono seri tentativi per migliorare la qualità del prodotto-corsa (e gli addetti ai lavori sanno bene che, talora, se non spesso, sotto diversi profili che è inutile stare a evidenziare, non è propriamente un granchè).
Quando l’ippica doveva confrontarsi soltanto con il Totocalcio settimanale poteva reggere bene il confronto per la ripetitività delle corse e la specificità delle scommesse, specialmente quelle semplici (tutti i giorni, corse a distanza di pochi minuti), ma poi il Totocalcio ha iniziato la sua crisi e, anche come logica reazione all’aumento delle Tris portate nelle stesse Ricevitorie, è stato in pratica sostituito dalle scommesse sullo sport e poi anche su altri eventi di diversa natura, il Lotto e il Superenalotto sono divenuti trisettimanati, sono state aperte le Sale Bingo, i grattaevinci sono spuntati come funghi e, da ultimo, le Slot machines sono entrate dappertutto e tutto il giorno (a proposito di ripetitività, una partita alle Slot dura 4 secondi!).
E l’ippica, che non può competere con i vari giochi (i cavalli, come numeri, costano troppo), per quel che riguarda il prodotto-corsa, base delle scommesse, cosa ha fatto? Come ha tentato di renderlo sempre più regolare e trasparente? Come ha migliorato le strutture tecniche degli ippodromi e la diffusione televisiva delle immagini? Come ha sensibilizzato il pubblico sulla bellezza, funzione e unicità del mondo e delle corse dei cavalli e delle relative scommesse? Come ecc., ecc.?
Anni or sono la Fiat non navigava in buone acque e, per confrontarsi con la concorrenza sempre maggiore per l’estendersi della globalizzazione, non ha incrementato a dismisura la produzione della sua “Duna” e il numero dei Concessionari, ma ha puntato sulla qualità, originalità e sicurezza dei suoi prodotti ed è riuscita a reggere bene sul mercato e, spesso, a battere la concorrenza.
Dall’esterno, sembra che l’ippica, anche perché non ha più la gestione scommesse (ma quando le è stata tolta, con la cancellazione della Legge del 1942, quasi nessuno ha detto bah e chi ha detto qualcosa è stato prontamente epurato), miri ormai esclusivamente a produrre sempre di più “corse-Duna con scommesse esotiche”, entrando nella bagarre, cui non è abituata, dei diversi giochi sul mercato (i cui numeri non mangiano e non devono essere allevati, acquistati, allenati e curati) e, spero, di cuore, di sbagliarmi, appare problematico che possa conseguire i successi della Fiat.
Non ho la presunzione di indicare, dall’esterno, rimedi miracolosi alla situazione odierna, tutt’altro che semplici e non di breve periodo, ma, come appassionato senza interessi di parte, che non ho mai avuto, mi perrnetto di esprimere l’opinione che, tra le soluzioni che gli attuali responsabili del settore sapranno trovare, si dovrebbe preliminarmente inserire quella di far tornare il mondo delle corse alla sua essenza e pecularietà: la selezione del cavallo, alibi ragion d’essere di tutto il mondo delle corse.

 
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