A PROPOSITO DI... Le Tris straordinarie e anche tutte le altre
Riceviamo e pubblichiamo: Roma, 4 marzo Spettabile Il Trotto&Turf, su diversi giornali si è fatto il tiro al piccione sottolineando con aggettivi forti l’inconsistenza della Tris straordinaria di domenica 3 marzo a Padova. Farsi del male, assurdo, capolavoro in negativo, al peggio non c’è mai fine, ippica allo sbando sotto il profilo dirigenziale, finanziario e tecnico sono state le frasi più gentili all’indirizzo dell’Ente. Ma veniamo alle alternative che aveva di fronte chi doveva scegliere: - 5 corsa Roma galoppo, partenti 12, orario 16,40; - 6 corsa Pisa galoppo, partenti 13, orario 17,05 - 4 corsa Bologna trotto, handicap gentlemen, partenti 13, orario 15.45; - 8 corsa Montegiorgio trotto, reclamare, 14 partenti, orario 18,55, 1.655 euro al vincitore; - 8 corsa Napoli trotto, condizionata per 3 anni, partenti 15, orario 18. La corsa di Padova con 11 partenti di categoria D/E, dotazione 4.278 euro al primo, che ha vinto a media di 1.15,9, orario 19, era per qualità, orario, livello dei guidatori partecipanti una scelta plausibile, corroborata da un buon esito economico, Non forse il massimo, ma è stata una scelta, a mio modesto parere, normale e condivisibile. Cordialità Guido Melzi d’Eril
Premesso che non ci saremmo permessi di dare del piccione a chiunque dell’Unire e tanto meno di tirargli, l’argomento delle Tris, straordinarie e no, è talmente importante nell’economia dell’ippica italiana da tornare alla ribalta quasi quotidianamente. Molte cose sono note e sotto gli occhi di tutti, proviamo a riparlarne, con spirito critico, ma senza acrimonia, perché in realtà la migliore riuscita delle Tris sta a cuore a chiunque si occupa di ippica.. Sulla specifica corsa di Padova: 1) in quanto “straordinaria”, la Tris della domenica non è “obbligatoria”, si potrebbe anche non battezzare se non si trova una corsa che risponda alle esigenze: ma questa è un’eventualità che ormai non sfiora più la mente di nessuno; 2) il numero dei partenti è purtroppo un fattore fondamentale. Negli ultimi giorni, due Tris (Napoli galoppo giovedì 28 febbraio e Grosseto galoppo mercoledi 4 marzo) hanno patito tre ritiri a testa sicché il numero dei concorrenti è sceso in entranbi i casi da 14 a 11, con ovvio rammarico degli organizzatori, proteste degli scommettitori e ripercussione sulle quote. Perciò scegliere una corsa con appena 11 partenti dichiarati era un rischio: a Padova hanno corso tutti e ne siamo lieti, ma cosa sarebbe successo e che cosa si sarebbe detto in caso di uno o più ritiri? 3) il basso numero dei partenti determina spesso quote poco appetibili; a Padova la combinazione vincente ha dato 371 euro che è una quota a due letture: da un lato più che accettabile, anzi quasi grassa proprio in relazione al campo scarno; dall’altro poco remunerativa constatando che il netto favorito (sotto la pari non è entrato nella terna, in cui figurano invece due soggetti rispettivamente a 17 e a 18 contro 1) ma lo scarso numero dei partenti (e di conseguenza delle combinazioni) non poteva consentire una vincita maggiore. Se l’arrivo fosse stato lo stesso ma con qualche partente in più, la quota sarebbe certamente salita a un livello più significativo; 4) se le alternative alla corsa di Padova erano quelle esposte (e bisogna concordare che non erano meravigliose), ciò significa che l’ippica italiana non è in grado con ben otto campi in attività nel pomeriggio di domenica di offrire una sola corsa che risponda alle necessità della Tris straordinaria. E questa è semplicemente una sconfitta per l’intero movimento o se non altro la conferma che non si riescono a perseguire obiettivi che a parole sono comuni a tutti. In generale sull’argomento delle Tris: 1) in redazione riceviamo quasi ogni giorno telefonate di protesta sulla confezione delle Tris sia da parte di scommettitori, sia da parte di assuntori di gioco; in particolare questi ultimi sostengono di essere in difficoltà a proporre sistemi a caratura per quel che riguarda Quarté e Quinté a causa dell’alto costo, per di più senza la difesa per lo Scommettitore di “ricadere” nella categoria di vincita inferiore, se per caso azzecca 3 cavalli al posto di 4 oppure 4 al posto di 5. 2) la spesso vociferata “revisione” appunto di Quartè e Quinté, con una giocata che sia unica e consenta di partecipare alla scommessa di categoria inferiore (invece di tre differenti giocate, di cui quelle su Quarté e Quinté con costi tali che impediscono l’auspicato incremento del volume di gioco) non è mai avvenuta e c’è da credere che non avverrà tanto presto, minimo minimo pensiamo si andrà a dopo le elezioni e al nuovo governo, che riguarderà naturalmente anche l’ippica. E poi chissà. 3) troppo spesso le Tris non hanno l’appeal e il senso di corsa “particolare” che dovrebbe caratterizzarle. Sarà perché sono troppe, sarà che è difficile costruirle, sarà che l’ippica intera è appiattita e omogeneizzata, ma il risultato è contrario alle finalità sia di promozione sia di rendimento economico perseguite dalle Tris. Come accennato all’inizio, molte dì queste osservazioni non sono novità, anzi sono arcinote e chiare a tutti. Quando vengono espresse critiche, più o meno pesanti, non sono formulate - almeno da parte nostra - tanto per il gusto di “parlar male” di qualcuno o qualcosa. Il fatto è che i difetti delle Tris (e dei Quartè e Quinté) sono evidenti e in gran parte ben conosciuti, ma non si vede la volontà e nemmeno il tentativo di modificare qualcosa, di cercare un progresso, un miglioramento. Se si constatasse l’impegno e lo sforzo per provare ad uscire dall’attuale deficitaria situazione che riguarda le Tris, il nostro sostegno non mancherebbe di sicuro, anche in caso di “errori di percorso” nei quali è sempre possibile incorrere. Speriamo di essere smentiti dai fatti e che le Tris riprendano a funzionare ai meglio, anzi a volare. Però ne dubitiamo, se qualcosa non cambia... Cordialità Ennio Pasculli
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