Un allo di ordinaria amministrazione si trasforma in ulteriore elemento di accusa lnfinitif, iscrizione irregolare L’Unire lo ammette per caso Una circolare impone tassativamente le regole non rispettate per il vincitore del Derby. Soprattutto quella sul peccato originale, l’iscrizione tardiva della madre Island Dream
MICHELE FERRANTE Cresce ogni giorno il muro di omertà sul caso Infinitif e sulle centinaia ditrottatori in circolazione malgrado passaporti non regolari. Cresce quel muro, a protezione di un sistema dalle fondamenta incancrenite, che non può permettersi la sacrosanta radiazione di un vincitore di Derby (2007), perché la stessa scoperchierebbe 11 maleodorante calderone in cui sguazzano uomini e interessi legati alla discutibile gestione del libro genealogico, ovvero l’accesso dei cavalli alle centinaia di milioni a disposizione ogni anno sotto forma di montepremi. BUBBONE Ma il bubbone è ormai quasi fuori controllo e capita che, senza volerlo, la stessa Unire protettrice di Inflnitif e tutti gli altri falsi, sia costretta suo malgrado a «confessare» la non iscrivibilità del campione allevato dal francese Jean-Pierre Dubois, avallando quindi la tesi della radiazione. In tal senso è da intendere la recente circolare (n° 4, 8 febbraio del 2008) diffusa dalla direzione generale tecnica dell’area trotto e riguardante le denunce di nascita e il controllo della produzione del 2008. Si impongono come tassativi, come è giusto che sia, elementi completamente disattesi nel caso Infinitif come il certificato di intervento fecondativo non valido e il verbale di identificazione falso. Va ricordato che uno solo di questi documenti non in regola prevede la radiazione del cavallo, possiblle in qualsiasi momento direttamente dall’Unire. Ma l’elemento cruciale è l’ultimo paragrafo della circolare. Esso riguarda: a) la necessità che il proprietario di una fattrice e di un puledro sia iscritto all’albo degli allevatori; senza peraltro, stranamente, evidenziare come nel medesimo albo siano iscrivibill solo coloro che svolgono sul territorio italiano attività di allevamento con fattrici iscritte al Libro genealogico italiano. b) l’esplicito richiamo all’articolo 9 del Disciplinare del Libro genealogico — che, appunto, qualifica tecnicamente l’attività allevatoria, quella espletata con fattrici italiane sul territorio italiano (fatte salve le esportazioni temporanee) — coordinato con l’articolo 19 del Regolamento delle Corse (che non viene peraltro menzionato) e confermato persino dalla tecnica redazionale del modulo ufficiale di iscrizione all’albo degli Allevatori. Ebbene nel caso di fattrici prive di iscrizione (esempio una fattrice straniera come Island Dream, mamma di Infinitif), la stessa deve avvenire tassativamente entro l’anno di nascita del puledro. NOVITÀ Come è noto nel caso Infinitif ciò non è avvenuto e si tratta del peccato originale dell’intera vicenda. Il puledro è nato nel 2004, ma la madre Island Dream è stata esportata dalla Francia e iscritta al libro solamente nel 2006. L’Unire suo malgrado, inciampa su Inflnitif e, senza volerlo, ne ammette la colpevolezza. E questo, strano ma vero, costituisce un elemento di novità assoluta a proposito della corretta iscrizione di Island Dream, laddove la stessa Unire, difendendosi al Tar nell’ambito del ricorso della scuderia Trofal Star (2 nel derby con Impeto Gri,proprio sull’argomento si era spinta a livelli impensabili sostenendo che l’iscrizione della fattrice nei termini indicati (entro l’annodi nascita del puledro perché lo stesso sia iscrivibile) non era obbligatoria. Dietro al muro d’omertà c’è tutto questo. C’è una cupola che naviga a vista cercando di salvare un castello di carta destinato a crollare il giorno in cui qualcuno privo di interessi nella faccenda deciderà di vederci chiaro.
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