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Le Voci del Trotto: Sulle scottature dell'ippica versano acqua bollente (4.3.08)  
Autore: unagt
Pubblicato: 4/3/2008
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SULLE SCOTTATURE DELL’IPPICA  VERSANO ANCHE ACQUA BOLLENTE

        

          Il  nostro titolo è la traduzione di un detto napoletano: “ ‘Ncoppa ‘o cuotto acqua vullente”. I proverbi scaturiscono dall’esperienza, e quasi sempre colgono nel segno. Noi ci preoccupiamo della povertà dei premi, ma l’UNIRE, anzicchè cercare in modo intelligente di reperire fondi, non trova di meglio che mettere le mani nelle tasche dei proprietari. Siamo al punto cioè che quando il montepremi era sufficiente le iscrizioni erano gratuite, ora che cala bisogna pagare per correre.

         Sulla gratuità o meno si può discutere. Vi sono delle ragioni obbiettive a favore delle due tesi. E di questo diremo in seguito.

         Quello che invece bisogna gridare a gran voce è che il provvedimento non è fatto per migliorare una situazione, ma che si tratta di un ulteriore FURTO nei confronti delle categorie  ben studiato a tavolino. Perché il pacco è già bello e confezionato: un concorso per affidare ad una organizzazione la gestione delle iscrizioni a pagamento. Nessuno fa un lavoro senza un compenso, ed allora i soldi non andranno ad impinguare il montepremi, ma in gran parte se li mangerà l’incaricato alla raccolta, che probabilmente è già stato designato. Le categorie non debbono accettare questo ulteriore pasticcio, che farebbe il paio con il furto già perpetrato dei famigerati minimi garantiti.

         Il montepremi non sarà incrementato con il pagamento delle iscrizioni, neanche se si facesse senza intermediari presso le società di corse, com’era una volta. Perché i calcoli “usum delphini” fatti dai fautori di tale innovazione sono fasulli. Prevedono che una volta introdotto il sistema, gli iscritti a pagamento mantengano il numero attuale, che è di centinaia di cavalli a corsa. Invece per ogni corsa vi sarà un numero di iscritti talmente basso (come dovrebbe essere tecnicamente, solo chi davvero è in condizione di correre) che non inciderà certo sul montepremi.

         Ma qualcosa si deve pur fare, perché l’attuale gran numero di iscritti porta come conseguenza l’impossibilità di programmare la carriera di un cavallo. Ma che sia un correttivo, che non aggiunga danni ai già disastrati proprietari. Che cosa?

         Tanto per cominciare, l’obbligatorietà (gratuita) di “iscrivere” il cavallo. Già questo sicuramente diminuirebbe di almeno il 50% l’elenco degli iscritti. Se non bastasse, per far si che ognuno partecipi perché ha possibilità di vincere, e la corsa sia equilibrata (essenziale ai fini del gioco), si potrebbe introdurre il partente a pagamento, da farsi senza intermediari, pagando alla dichiarazione direttamente in società.

         In tal modo non vi sarebbero complicazioni burocratiche, né possibilità di altri furti: ed i proprietari sborserebbero solo con la sicurezza di correre e quando il proprio cavallo non è destinato a fare solo da comparsa.

         Pensare di incrementare il montepremi attraverso l’affidamento delle iscrizioni a pagamento ad una organizzazione non solo non servirebbe allo scopo (falso) dichiarato, ma risulterebbe solo un ulteriore aggravio delle passività a carico delle categorie senza nessun beneficio. Ed avremmo altri speculatori nell’ippica, come se non bastassero quelli che mangiano giorno dopo giorno quello che noi produciamo.

 
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