Giuria e articolo 64: serve chiarezza
Martedì nel corso del convegno disputatosi a Milano, la Giuria ha applicato per ben due volte il provvedimento relativo al controllo della forma, riguardante l’eventuale violazione dell’articolo 64. Nel dettaglio, tale articolo al comma due recita: - la condotta di corsa da parte di ciascun concorrente deve essere adeguata alla categoria ed alle prestazioni del cavallo. Il comma tre aggiunge: La Giuria deve intervenire disciplinarmente nel caso in cui appaia chiaro che un cavallo corra in modo non conforme alle sue possiblità contestando all’allenatore del cavallo la suddetta prestazione, informandolo che la stessa sarà oggetto di verifica nelle prossime uscite. È chiaro come tale misura sia decisamente blanda. Il provvedimento si limita ad un semplice richiamo spostando l’attenzione verso corse che avverranno nel tempo e saranno oggetto di esame da parte di Giurie nella maggioranza dei casi diverse da quella da cui è partito il tutto. A creare ancor più confusione ed incertezza vi sono poi le molteplici giustificazioni a dispozione degli stessi team, il passaggio dall’una all’altra pista, il tempo iritercorso tra un uscita e l’altra, la guida più o meno decisa, arrivando fino alle più fantasiose difficoltà relative al viaggio in van e concludendo con la sempre valida ed efficace febbre debilitante od il famigerato catarro che impedisce una corretta respirazione. Relativamente ai due cavalli oggetto del richiamo milanese, Festa Bigi e Gedeone, è curioso notare come entrambi abbiano corso sferrati, dopo un lungo periodo di corse con tutte e quattro le scarpe, realizzando così un progresso ovvio ed evidente, rendendo al contempo ancor più complicata la valutazione richiesta alle Giurie riguardo le uscite future, visto che sarà impossibile un controllo al riguardo, stante l’abolizione della comunicazione relativa alla ferratura, Scorvolando poi sulla pubblicità che viene data al "richiamo”, che pur esposto nelle bacheche degli ippodromi, viene letto solo da pochissimi, è cristallino come sulla base di simili premesse tale atto sia destinato a restare lettera morta passando ben presto nel dimenticatoio. Le poche Giurie vigili ed attente, la maggioranza purtroppo sorvola a piè pari l’esame sulla forma, sembrano dunque in possesso di strumenti inadeguati ad una tutela completa ed efficace sulle inversioni di forma. Certo non è costruttivo criticare senza suggerire soluzioni, ma la materia, come tante altre, dovrebbe essere rivisitata in toto. In conclusione attenzione ai “richiami” altrimenti....altrimenti non succederà nulla TORMI
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