Il proprietario veneto attacca: «Fuori la politica dal mondo dei cavalli» Biasuzzi combatte fuori pista
Non guida in corsa da novembre, non va più all’ippodromo: «Situazione insopportabile»
MILANO - Non c’era sabato, Mauro Biasuzzi, a seguire l’impresa del suo Giuseppe Bi nel Premio Encat a San Siro. Vittoria limpida e spettacolare conquistata da un campione che farà strada. Merito di Fabrice Souloy, che ha dato vigore ed impronta a Giuseppe Ri, che gli ha insegnato come aggredire e passare all’attacco, insomma, come esprimersi in maniera più impetuosa, a petto in fuori. «Souloy - spiega Biasuzzi - può disporre di altre strutture rispetto alle nostre e così i risultati arrivano. Non solo Giuseppe Bi è salito di tono da lui, ma anche Exploit Caf e moltissimi altri che hanno dato lustro a questo preparatore sicuramente tra i migliori di Francia. L’opportunità di lavorare su piste soffici, di avere al suo fianco un padre veterinario, ne hanno favorito l’ascesa. Esiti sorprendenti, materiale che si valorizza e impartisce lezione di stile soltanto qualche mese fa impensabili». Giuseppe Bi, sempre tenuto in gran conto nel team Biasuzzi, ma reduce nel 2007 da una stagione non proprio felice. «Con un bottino cospicuo agli inizi della carriera non ci restava che affrontare un percorso classico e dunque qualche sofferenza non è mancata. Quello che lo penalizzava, era forse la scarsa volontà di combattere. Lui, un cuor di leone non lo è mai stato. Ma adesso è splendido, è tonico, è motivato, e nell’Encat ha dato spettacolo. Mi aspettavo da lui una prova maiuscola. Souloy era fiducioso dopo il Gonidec. Bisogna riconoscere che Fabrice ha operato in modo eccellente sul carattere e la sensibilità del cavallo. Tra non molto dovrebbe correre a Cagnes e poi a Enghien, prima dei Lotteria. Da Souloy abbiamo trasferito anche Genesis Ei, che ha vinto bene a Treviso, e Ironic Ei, elemento di ottima origine con mamma francese». Lo stesso Giuseppe Bi in fatto di pedigree non scherza, tuttavia. «Proprio così. Appartiene in linea materna alla famiglia di Sharif di Jesolo, e il padre Tass Out è garanzia di qualità assoluta. L’avevamo passato all’asta con una riserva di 150.000 euro, perché come si sa l’intenzione è di ridurre gli effettivi. L’abbiamo difeso fino a 70.000, poi nessuno si è fatto avanti e così c’è rimasto. Gli affari si fanno in due. Ritenevo che valesse quella cifra, allora». Non guida più da novembre, e sabato la sua assenza si è notata a San Siro. «E’ difficile che mi vediate ancora su un campo di corse. E’ un’ippica, quella di oggi, che non tollero. L’Unire è in mano ai politici e questo mi pare una follia (è a capo del comitato “Insieme per una nuova ippica”, che ieri ha lanciato la petizione per riportare al 10% l’Iva sulla compravendita dei cavalli da corsa - ndr), Penso che almeno un comitato di esperti debba affiancare l’Ente e guidarne le scelte tecniche. Ma le cose che non vanno sono tante. I Monopoli che intervengono sul gioco, la trasparenza spesso messa in discussione, appiedamenti insabbiati, casi di doping che rimangono impuniti. Un ippodromo come Aversa riaperto, incredibilmente. Devo aggiungere altro?».
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