Una svolta curiosa nell’increscioso fatto accaduto a Fieracavalli lo scorso novembre Nelle provette antidoping che volevano rubare nessuna sostanza proibita Il ladro scassinò la macchina del veterinario Fise, ma sbagliò provette
MARGHERITA D’AMICO Ricordate il tentato furto di provette l’11 novembre scorso a Fieracavalli? In mezzo alla folla un uomo ruppe il lunotto dell’auto in sosta di Andrea Carvelli (responsabile del dipartimento veterinario Fise e dell’antidoping a Verona) e fuggì stringendo, fra tutte, una sacca arancione: il colore identificativo dei controlli indirizzati ai giovani cavalli italiani del circuito Unire. Il ladro tuttavia sbagliò borsa, portando via materiale d’avanzo. Seguirono denuncia ai Carabinieri e una richiesta di procedura d’urgenza all’Unirelab. Oggi, a tre mesi di distanza, il curioso risultato ufficiale: le analisi dei campioni hanno dato integralmente esito negativo. L’autore dello scasso in pieno parcheggio si sarebbe accollato per nulla tale rischio. «Non è strano, accade spesso anche nell’ippica», obietta Marco Montana, responsabile scientifico del laboratorio milanese. «Talvolta vengono somministrati prodotti recepiti da alcuni come pericolosi, ma che di fatto non lo sono, dunque non risultano». Le provette relative alle gare Unire sono le uniche dell’equitazione ancora processate, per ragioni di pertinenza, dall’Unirelab. Tutte le altre vengono inviate a un laboratorio francese, che riguardo la Fieracavalli, nelle gare pony, under 21 e monta americana, ha certificato casi di positività. «La decisione di non inviare più i nostri prelievi all’Unirelab risale a un anno fa, poiché li laboratorio non aveva ancora la certificazione a norma europea», spiega Cesare Croce, presidente Fise: «La struttura cui facciamo oggi riferimento è stata scelta in base a indicazioni della Fei». E il mistero di Verona sembra avviato a rimanere tale.
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