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Lo Sportsman: Mercato e tutela consumatori (26.2.08)  
Autore: unagt
Pubblicato: 26/2/2008
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SOCIETÀ E IPPICA
Mercato e tutela
consumatori
Nella prima pagina de Il Sole 24 Ore di sabato è stato pubbkcato un interessante editoriale del professor Giacomo Vaciago, dal titolo “Il mercato buono favorisce chi consuma”. Un articolo che riguarda la situazione generale del mercato italiano, ma che può tranquillamente essere trasposto all’ippica, che della situazione del Paese non è altro che un sedicesimo. Dice Vaciago “Non mancano le novità mei programmi elettorali di questi giorni. Tra queste troviamo la nuova enfasi data al concetto di mercato e al merito. La novità è molto positiva perché per ambedue gli aspetti il nostro Paese è in difetto grave, ed è questa una causa importante, se non la principale, della mancata crescita degli ultimi dieci anni...
Consideriamo anzitutto ciò che riguarda il mercato. Di questi tempi, si scoprono truffe miliardarie, disonestà e scandali gravi in tanti Paesi che di solito prendiamo come modello è quindi forte la tentazione di fare di ogni erba un fascio e concludere che ciò dimostra il fallimento dell’economia di mercato. In realtà, proprio questi gravi episodi ci ricordano che il mercato è solo un sistema di regole, ed è buono se le regole stesse sono buone e rLspettate.
Guai a pensare che il mercato abbia sempre e comunque ragione: dipende dalla qualità delle regole. Che devono avere tre caratteristiche. Anzitutto, essere continuamente adeguate alle evoluzioni dell’economia. In condizioni di globalizzazione e di esteso utilizzo di internet, molte regole del passato sono oggi obsolete, lI secondo aspetto fondamentale lo sosteneva già Adarn Smith nel 1776! - è che il mercato è buono se ha una solida base Etica. La terza e decisiva caratteristica, culturale ancora prima che politica, è che il mercato ha soprattutto un fine, che non è quello del profitto dell’impresa né del salario del lavoratore, ma è l’ultilità del consumatore. In Italia questo aspetto non ha mai avuto l’importanza che merita...
Chi parla di economia di mercato dovrebbe ricordare sempre che è del consumatore l’interesse servito. Se si propone di vendere le aziende di servizio pubblico degli Enti locali, il consumatore ci guadagnerà solo se il mercato che ne risulta è buono, e l’Ente locale riesce a garantire ciò con gli strumenti appropriati La trasposizione all’ippica di tutto ciò è immediata. Perché l’ippica si è totalmente dimenticata di queste regole fondamentali, disinteressandosi di adeguare le sue regole all’evoluzione dell’economia, rinunciando quasi deliberatamente a darsi una solida base etica e soprattutto non considerando in alcun modo l’utilità del consumatore, in questo caso lo scommettitore o il pubblico. E il risultato di questo modo di operare è un prodotto che non soddisfa il consumatore che quindi lo
rifiuta. MT

 
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