LETTERE

Ridurre i prelievi sulle scommesse

Egregio direttore, ancora una volta si dimostra l’assoluto disinteresse del Mipa
per l’ippica e la volonta di AAMS di sfavorire la scommessa ippica in confronto ad altri giochi. Non si può pensare all’incompetenza di chi è preposto a un settore cosi importante, ma evidentemente non ci si rende conto che le scommesse ippiche servono a supportare un importante movimento economico che senza pronti interventi rischia il fallimento, con gravi conseguenze in campo occupazionale ed agricolo.
Da tempo sosteniamo esattamente il contrario: il prelievo esorbitante uccide la scommessa, favorisce il gioco clandestino, in conclusione non porta niente a nessuno. A nostro avviso, del prelievo attuale (non parliamo dell’aborto V7) e di eventuali nuovi giochi, lo Stato deve rinunciare a una parte dell’aliquota a favore dell’Unire per riequilibrare il bilancio, a meno che AAMS (come più volte richiesto) non si decida a compensare l'ippica, per le ragioni mille volte ripetute, con una percentuale sul gioco delle slotmachine, almeno quelle collocate nella rete delle Agenzie e degli ippodromi.
Se saranno ottenuti questi provvedimenti, accompagnati da un’attenta riduzione dei costi di gestione, l’Unire potrebbe contrarre un prestito tale da consentire da subito di mantenere le provvidenze per l’allevamento e generare un montepremi di almeno un 10 per cento superiore a quello del 2007.
Sarebbe così possibile rilanciare la selezione dello spettacolo ippico e l’interesse degli scommettitori attraverso una rigorosa diminuzione del numero delle corse, contemporaneamente a un potenziamento dei grandi eventi.
Tutto il resto verrebbe di conseguenza, i molti e noti problemi (selezione degli ippodromi, dei colori, delle patenti, la programmazione, il doping) sarebbero più facili da affrontare, con calma e molta ponderazione, senza l’assillo del domani e in un ambiente più sereno.
Pio Bruni