Biasuzzi
assente spontaneo

Fabrice Souloy e Jean Michel Bazire sono usciti dalla pista di San Siro carichi di trofei. Perché oltre a quelli che spettavano all’allenatore e al guidatore del vincitore dell’Encat, gli sono stati consegnati anche quelli destinati al proprietario e all’allevatore di Giuseppe Bi. I Biasuzzi non c’erano e l’assenza, ovviamente, è stata notata. Eppure Mauro era in Italia e la sua decisione di non essere presente a San Siro è frutto di una scelta precisa che parte da lontano. «Sono andato a vedere mio nipote. Lo avevo detto e mantengo la parola: non vengo più. D’altronde non posso rischiare che mi portino via anche mia moglie...» dice Mauro con una battuta amara, che testimonia come, nonostante, la vittoria, l’amarezza sia sempre il fattore dominante.
Eppure c’è da essere felici. C’è un successo importante da festeggiare. Complimenti Ingegnere... «Grazie davvero. Questo fa sempre piacere, soprattutto quando si parla con gli amici. Ma non cambia nulla. Comunque ho visto la corsa e devo dire che ha vinto bene». Giuseppe Bi nell’Encat ha confermato quanto di buono si era visto a Vincennes. «Sottolineo che Souloy lo ha trasformato sia nella meccanica che nella mentalità. Noi lo presentavamo con quattro ferri e le campanelle, lui gli ha tolto tutto e corre scalzo. E poi non aveva mai girato di fuori e quando l’ho visto spostare ho pensato non ce la potesse fare. Invece è passato cattivo e poi ha vinto ancora bene: complimenti a Fabrice prima di tutto. Devo anche dire che l’impressione è stata ottima, ma alla stesso tempo che la corsa non mi è sembrata di livello molto elevato. Diciamo che gli avversari sono stati così così. Però lui è andato indubbiamente forte».
Un Mauro Biasuzzi deciso. Che ha preso una decisione difficile e non sembra al momento cambiare idea. Neppure dopo un grande successo. MT