CATEGORIE IL GIORNO DOPO L’INCONTRO Ippica in un vicolo. La grande delusione degli allevatori
Chiunque abbia giocato al Monòpoli sa che nel tabellone ci sono caselle prestigiose come Parco della Vittoria o Viale dei Giardini e altre, appena dopo il via, decisamente meno importanti, quelle che si chiamano Vicolo corto e Vicolo Stretto. Nel tabellone dei Monopoli (senza l’accento, ovviamente, visto che ci riferiamo ad Aams) l’ippica sembra confinata in quelle due caselle di colore viola che non sono mai decisive, né troppo remunerative. Un’appendice quasi sopportata utilizzata spesso come merce di scambio da chi ha in mano le carte, che punta a qualcosa di diverso. A differenza dei due "Vicoli”, però, l’ippica non è una casella come le altre in un tabellone, ma un settore produttivo fatto di gente che lavora, di agricoltura e, soprattutto, di cavalli. Un settore d’élite agricola che oggi soffre parecchio per i suoi errori del passato e del presente, ma anche e soprattutto per gli errori attuali di chi sembra averne deciso dall’alto le sorti, cambiando in corsa le regole del gioco senza lasciare il minimo spazio all’ippica. Il giorno dopo l’incontro con il Ministro De Castro non c’è certo soddisfazione nel mondo dell’ippica. La delusione è stampata, chi più chi meno, sui volti di tutti coloro che hanno partecipato alla convocazione. La speranza è ormai solo un tiepido ricordo e, al di là di qualsiasi strumentalizzazione, l’impressione generale degli ippici è di sentirsi completamente abbandonati. Le esperienze del recente passato, prima nella gestione Alemanno ora in quella di De Castro, hanno bruciato e nessuno sembra più disposto a credere a promesse che poi, regolarmente, non vengono mantenute. «Considero che il Ministro ci abbia detto quanto poteva, ma confermo anche che se il montepremi scenderà sotto la soglia del 2007 saremo i primi a proporre un blocco delle corse a oltranza» dice con fermezza Isabella Bezzera, Presidente Anac, che ripropone i temi della recente intervista pubblicata su queste colonne, «De Castro può tamponare ma, anche se capisco che lo scenario sia cambiato da settembre a oggi, non possiamo accettare che Aams continui a non tenere in alcun conto l’ippica e anzi a giocare “contro”. Se l’ippica deve mantenersi, allora le debbono essere dati gli strumenti per farlo e deve avere la possibilità di decidere il suo destino. Ho parlato con quelli del Consiglio e mi sono sembrati persone di alto livello: speriamo che mantengano le promesse e che si possa lavorare tutti insieme per risollevare il settore. Certo anche le divisioni al nostro interno non aiutano e in una situazione come questa diventa triste e controproducente remare in direzioni diverse e non tutte per il bene comune». Anche Sandro Viani, Presidente Anact, è rimasto di ghiaccio al termine dell’incontro. Non urla, ma è chiaro che anche per lui la situazione è drammatica. «il Ministro non ci ha fatto altro che la solita promessa di tamponare l’emergenza e non sappiamo neppure se sarà sufficiente per mantenere il montepremi. Ma non possiamo certo continuare così, ad accettare errori e decisioni che ci perializzano. Purtroppo al nostro interno siamo divisi, c’è una sorta di “guerra civile” piena di livore e di cattiveria che ci impedisce di tenere una posizione comune, quella che può essere l’unica per poterci presentare in modo da cambiare le cose. Sono il primo a dire che dobbiamo tutti fare un passo indietro pur di fare gruppo, ma trovo che, oltre alle belle parole, non ci sia una reale volontà di fare qualcosa e questo è il fatto più preoccupante. È dal 1999 che si va avanti così, una delusione via l’altra e oggi ci si sbrana per sgranocchiare gli ossicini. Dobbiamo convincere l’Unire a fare qualcosa di pratico per cambiare le cose. E non siamo più disposti ad accettare i diktat e le decisioni sbagliate della politica, quelle che ci hanno tolto le risorse». Pier Luigi D’Angelo era a Roma e anche da parte sua, e un po’ di tutti i campani, c’è un profondo senso di disamore verso quelle Istituzioni che hanno tradito il settore. «Vorrei intanto precisare che la frase “becchino dell’ippica” riferita a Guido Melzi va inserita nel contesto nel quale era stata pronunciata. Lo avevo infatti detto due anni fa e poi a settembre, perché ero convinto che Melzi fosse stato nominato Commissario senza avere a disposizione le risorse e quindi non avesse la possibilità di lavorare davvero. E per questo gli dicevo di andarsene prima che la situazione diventasse irreparabile. Oggi, anzi, chiedo a Guido di rimanere, perché è l’unico referente che noi ippici possiamo avere all’Unire e quindi l’unico possibile collegamento fra il settore e un Ente e una Politica sempre più lontani dalle nostre esigenze». L’impressione è che dopo la cocente delusione le Categorie si trovino in una situazione particolare. Che debbano oggi trovare prima di tutto la forza di reagire e di superare le loro divisioni prima di stabilire una linea di condotta. E allo stesso tempo che anche Unire, Mipaf e Aams debbano fare qualcosa per uscire da una situazione imbarazzante. Nei prossimi giorni probabilmente si potrà capire qualcosa di più. MT
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