(red.) ROMA - “Dobbiamo leggere prima le motivazioni della sentenza in oggetto, ma da quanto riportato dalla stampa, restiamo perplessi dal fatto che la Terza Sezione della Cassazione abbia ritenuto di disapplicare la norma penale con riguardo ad un centro sequestrato in data 7/03/07". Questo è quanto dichiara il presidente di Assosnai, Francesco Ginestra, in seguito alla sentenza della Cassazione del 28 novembre scorso, che ha confermato il contrasto tra la legge italiana in materia di scommesse e la normativa comunitaria, segnando un punto a favore dei centri trasmissione dati esteri. "Va infatti ricordato che - prosegue Ginestra - con la sentenza del 28 marzo 2007, la stessa Terza Sezione aveva affermato la non rilevanza nel giudizio avanti a lei delle modifiche introdotte dalla normativa interna con il decreto 'Bersani' in quanto i fatti del giudizio riguardavano un periodo precedente alle suddette modifiche. Aveva quindi proseguito la Corte che la Bersani fissa i principi essenziali di una disciplina che appare ampia ed articolata, in grado certamente di modificare per il futuro il complessivo quadro di riferimento che ha dato origine alle osservazioni critiche della Corte di Giustizia. Ne deriva pertanto che le Autorità Italiane si sono pienamente adeguate a quanto indicato dalla Corte di Giustizia CE per porre rimedio alle limitazioni non giustiticate alle libertà comunitarie e quindi garantire l'accesso al mercato a tutti gli operatori anche rivestenti la forma di società di capitali quotata in borsa. Sono stati sanati i profili di non conformità del sistema concessorio e autorizzatorio vigente in Italia, e delle sanzioni poste a tutela dello stesso, che avevano dato origine alle osservazioni critiche della Corte di Giustizia. Sembrerebbe quindi - conclude il presidente di AssoSnai - emergere una contraddizione tra la sentenza in commento del 28/11/07 e quella del 28/03/07. Non ci resta pertanto che attendere fiduciosi la decisione di altra sezione della Corte di Cassazione chiamata a pronunciarsi il prossimo 8 aprile sul ricorso dell'Avvocatura di Stato avverso una sentenza della Corte di appello di Roma che assolse il gestore di un centro Stanley condannato in primo grado dal Tribunale di Rieti con sentenza del 9/05/06. Agipronews |