FURBI LADRONI ED UTILI IDIOTI I furbi ed i fessi: da Adamo ed Eva in poi sono queste le due categorie in cui si divide l’umanità. Ci sono poi le sottocategorie, ma quelle non ci interessano. L’ippica non sfugge alla regola generale. Prima considerazione: tutti gli sport hanno una propria federazione, eletta tra i partecipanti, che detta le regole tecniche e quanto altro. L’ippica no: non solo l’amministrazione, tra virgolette, è affidata alla politica, attraverso due ministeri addirittura, con l’aggiunta dei monopoli dello Stato, ma addirittura il settore tecnico è affidato a portaborse ministeriali incompetenti ed interessati solo ad incassare a fine mese le laute prebende, premio della loro sudditanza a questo o quel ministro. Seconda considerazione: nell’ippica c’è chi ha capito come vanno le cose, e si regola di conseguenza. Vedi quei personaggi che nell’ombra muovono i fili di qualche associazione, con burattini che si muovono in modo da sfruttare al massimo l’andazzo ladronesco ed ingurgitano quanto più possibile fregandosene del futuro. Da queste due considerazioni scaturisce una serie di fatti. Il gioco sui cavalli, nonostante i pianti e le lacrime, secondo l’ultima inchiesta televisiva, è al secondo posto, dietro il “gratta e vinci”. L’unica voce ippica in ribasso è la Tris, che con Quarté e Quinté, è male organizzata e declassata. Dovrebbe essere un avvenimento “eccezionale” ed è diventata di routine, non solo, ma addirittura con due edizioni al giorno è impossibile reclamizzarla. Un errore imperdonabile. Ma dove vanno i soldi delle scommesse? Qui torna il ragionamento sui furbi e sui fessi. Ippodromi ed allevatori sono tra quelli che hanno capito tutto: sfruttano le divisioni dei poveri cristi, si procurano le maniglie giuste, ed ottengono quanto chiedono. Naturalmente ad ogni passo avanti dei furbi corrisponde un passo indietro dei fessi. Ed è il montepremi l’unica voce che, pur essendo non residuale per statuto, si abbassa (e si è abbassato) fino a livelli insostenibili. Al punto che gli associati alle categorie dei guidatori accusano UNAGT ed ANAGT di non difenderli. Le categorie reagiscono (veramente una sola delle due, l’UNAGT, con l’aggiunta della sezione campana dell’ANAGT) e decide di far sentire la propria voce a Roma, organizzando una manifestazione di protesta per rendere visibile il disagio di chi nell’ippica “produce materialmente il denaro”. Teoricamente tutti dovrebbero aderire, perché ormai la situazione è insostenibile. Sorpresa! Stranamente (o forse non tanto) personaggi noti cominciano ad insinuare dubbi, a sabotare insomma la giusta presa di posizione. Facendo leva, purtroppo. sull’ignoranza di chi deve sgobbare per mettere il piatto a tavola e non ha tempo per sottili ragionamenti, ha facile gioco. Noi ci domandiamo: ma chi paga queste persone che, pur avendo l’interesse ad evitare l’ulteriore abbassamento del montepremi, pur avendo la stessa necessità di riorganizzare l’ippica restituendola agli ippici e togliendola di mano ai politici, fanno i sabotatori per professione? Ma ve la ponete pure voi la stessa domanda? Sono gli stessi che sostenevano Alemanno e Panzironi che hanno ucciso l’ippica, e che ora non vanno contro De Castro che, profittando del colpevole silenzio di Melzi, l’uomo che avevamo scelto per il riscatto, sta celebrandone i funerali. Furbi e fessi, proprio così… |