Quanto doping alla coca? Poco e pure già superato
Gran parte dei casi (l’ultimo Ismos Fp) con quantità minime: sembra assunzione involontaria. Ma c’è anche il dolo. Le nuove bombe, l’ultima è finlandese
MICHELE FERRANTE L'auspicato ritorno alla pubblicizzazione del doping, dopo anni di incomprendibile censura, ha già fatto rimbalzare due casi significativi: il vincitore del GP Merano, Halling Joy positivo a un broncodilatatore e, nel trotto, Ismos Fp in trappola dopo il vittorioso Regione Autonoma (Trieste, 20 ottobre 2007) per la famigerata benzoleicgonina, il metabolita della cocaina trovato anche nelle urine di Lupo Gec, agli ordini del team Hollmann-Bellei come Ismos. Dall’estate del 1997 (Totò l’Heros primo positivo alla polvere bianca), il dibattito sulla reale portata del fenomeno si riaccende periodicamente. Secondo la tesi difensiva, la quantità di sostanza rilevata è sempre molto bassa e non incide sulla prestazione. Insomma un’assunzione accidentale della droga, magari usata da persone che interagiscono con gli animali. In effetti la scienza ipotizza ragionevolmente l’assunzione involontaria fino a 20 nanogrammi di sostanza per millilitro di urina, mentre dai 100 in su è altrettanto probabile il dolo. In mezzo l’incertezza, comunque quasi ininfluente: circa l’80% dei casi ha percentuali inferiori ai 20 nanogrammi, esattamente 7 nel caso di Ismos Fp e 4,5 in quello di Lupo Gec. Quindi il doping alla cocaina non esiste? Non nelle proporzioni relative al numero di positività, anche se sono stati osservati sensibili cali di rendimento in scuderie di allenatori puniti per casi di doping accidentale alla coca. In una situazione comunque priva di certezze, il problema è l’entità della punizione. La prassi vuole la squalifica del cavallo dalla corsa e un appiedamento per l’allenatore, teoricamente sproporzionati senza dolo accertato. L’unico fortunato precedente (che potrebbe fare giurisprudenza) è una via di mezzo e riguarda un cavallo allenato da Gabriele Baldi presidente dell’Anagt: squalifica per l’animale, nessuna punizione al trainer. Il doping alla cocaina è comunque già superato da nuove bombe. Si va dalla cocaina sintetica (e quindi anonima) a una sostanza che sostituisce gli anabolizzanti, permette un altissimo rendimento per 3 mesi ma poi ne impone altrettanti di sosta per smaltire. Infine l’ultimo ritrovato miracoloso (si fa per dire): arriva dalla Finlandia, ma pochi ne conoscono il contenuto.
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