Il Governo scrive alla Commissione Europea: bando per le 329 entro l'anno. Un Business da 1,2 miliardI
Ippiche storiche a gara nel 2008 Ginestra (Assosnai): «Difenderemo i nostri diritti». Stanley «Ripristinata legalità»
Tanto tuonò che piovve, dice un noto proverbio. E’ stato così, alla fine, anche nel caso delle celebri 329 agenzie ippiche “storiche”: il Governo ha infatti deciso di indire una gara entro il 2008 per riassegnare le licenze, oggetto di un lungo contenzioso con l’Ue culminato - lo scorso 13 settembre - nella condanna inffitta dalla Corte di Giustizia all’Italia per il rinnovo senza gara, daI 2000 al 2005, delle stesse licenze. La decisione, secondo autorevoli fonti del ministero dell’Economia, è stata presa dall’Esecutivo italiano al termine di un lungo confronto con la Commissione Europea, che si è concluso a fine gennaio con una comunicazione formale inviata a Bruxelles. Le nuove concessioni saranno assegnate, secondo le notizie raccolte a via XX Settembre, attraverso un bando eumpeo: le operazioni di gara saranno organizzate in modo da far coincidere la cessazione delle precedenti concessioni con l’attivazione delle nuove, che dovranno utilizzare gli stessi spazi di vendita. Secondo il Governo, tale procedura è necessaria per garantire l’ordine pubblico e la miglior distribuzione territoriale dei punti vendita incaricati della vendita di scommesse sulle corse dei cavalli. Si tratta di una decisione che sconvolge il mercato delle scommesse ippiche: le 329 concessioni, che facevano riferimento al momento del rinnovo (nel 2000) al circuito Snai (298 agenzie) e a Sisal (31), rappresentano la vera spina dorsale del sistema di raccolta delle scommesse, con incassi nel 2007 pan a 1.214 milioni di euro, vale a dire il 59,2% dei 2050 milioni spesi dagli italiani nelle sale corse. Nel corso degli ultimi sei anni anni, poi, la proprietà delle concessioni si è trasformata: attualmente, 130 agenzie fanno capo direttamente a Snai spa, altre 96 appartengono a società diverse pur essendo rimaste nell’ambito Snai (in questo caso come provider), 34 sono di proprietà di Sisal e le rimanenti 69 sono parte di altri circuiti, in mano a operatori indipendenti o a grandi gruppi esteri recentemente approdati in Italia. Come si ricorderà, la vicenda prende spunto da un ricorso presentato alla Commissione Ue nel 1999 dal bookmaker inglese Stanley per arrivare, il 13 settembre scorso, alla sentenza della Corte di Giustizia che ha stabilito che “la Repubblica italiana, avendo rinnovato 329 concessioni per l’esercizio delle scommesse ippiche senza previa gara d’appalto (‘con il d.l. 28.12.2001, n. 452 convertito in legge 2 7.2.2002, n. 16), è venuta meno agli obblighi del trattato CE sulla libertà di stabilimento e libera prestazione di se,vizi e in particolare ha violato il principio generale di trasparenza nonché l’obbligo di garantire un adeguato livello di pubblicità delle gare”. Nei mesi scorsi, l’Italia aveva disperatamente tentato di difendere - in sede comunitaria - le 329 licenze storiche almeno fino al 2011, anno nel quale termineranno i pagamenti “spalmati” delle rate dei minimi garantiti dai concessionari. Una posizione di tutela delle concessioni “storiche” che però - malgrado i diversi incontri in dicembre e gennaio e un fitto scambio di documentazione tra Roma e Bruxelles - non ha convinto la Commissione Ue, costringendo l’Italia ad assumere l’impegno di indi- re una gara per la riassegnazione delle licenze ippiche entro la fine dell’anno. Non l’ha presa bene Francesco Ginestra, presidente di Assosnai: «Siamo (brtemente preoccupati per la posizione del Governo italiano, che pone in una condizione d’instabilità gli operatori e toglie sicurezza ai lavoratori delle agenzie. Sicuramente difenderemo i ‘iostri diritti in ogni sede e in 2gni modo. Non siamo stati coinvolti negli incontri tra Italia e Commissione che si sono tenuti nei mesi scorsi - afferma - e mi sembra che ci sia stata una fretta eccessiva nel venire incontro alle pressioni di Bruxelles. Il decreto Bersani, a mio avviso, aveva già sanato la situazione e ricordo che oltre 1930 diritti tra agenzie e corner recentenente messi a gara (all’Amministrazione non sono stati richiesti da nessun operatore. Credo che ci sia anche la volontà di portare il comparto delle agenzie storiche (l’ultimo segmento nel settore giochi al di fuori del controllo dei Monopoli di Stato, ndr) all’interno di Aams, trasformando definitivamente l’Unire in un ente puramente tecnico. In ogni caso, occorrerà una legge per revocare le concessioni. Certo, mi chiedo in che paese viviamo: mentre le nostre licenze vengono messe ora in pericolo e le autorizzazioni di pubblica sicurezza per i nuovi punti vendita sono in attesa presso le questure, vediamo intorno a noi spuntare centri non autorizzati che continuano a raccogliere scommesse senza problemi. Quello che sta accadendo è gravissimo, Assosnai interverrà con ogni mezzo a tutela dei propri associati". Di decisione “non legittima” parla Raffaele Palmieri, presidente del Sicon: «Ci troviamo in una situazione paradossale - dice - ma verifìcheremo attentamente gli atti e vigileremo per quanto è nelle nostre possibilità, in quanto a nostro parere si tratta di una decisione non legittima. Daremo battaglia per difendere i diritti di tutti quegli imprenditori indipendenti che operano in questo settore da anni — ancora prima di Snai e Sisal - e che hanno avuto il merito di creare di fatto questo mercato”. Clima radicalmente opposto a Liverpool, quartier generale di Stanley: «Esprimo - John Whittaker, CEO del bookmaker Stanley International - la massima soddisfazione per questo risultato. La decisione del Governo italiano mostra che vale la pena di battersi per anni, come Stanley ha fatto, per ottenere il ripristino della legalità e la cessazione di ogni tipo di discriminazione verso i nuovi entranti, sia italiani che esteri. Siamo convinti che l’Amministrazione si adopererà per un bando di gara sollecito, trasparente e non discriminatorio. Resta da vedere quale impatto avrà questa decisione sulle aperture ippiche in corso. A rigor di logica, non dovrebbero più essere sottoposte al vincolo della distanza minima dalle 329: infatti, una volta riassegnate a nuovi operatori le 329 concessioni storiche, non si comprenderebbe perché i titolari dovrebbero godere di una posizione di netto vantaggio rispetto a coloro che si sono aggiudicati le concessioni del 2006».
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