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Lo Sportsman: Le troppe partenze fra i nastri (7.2.08)  
Autore: unagt
Pubblicato: 8/2/2008
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A PROPOSITO DI ...
Le troppe partenze fra i nastri

Vogliamo stavolta parlare di un’insolita situazione sulle piste italiane. L'Italia, a quanto risulta, è l'unico Paese in cui sono consentiti tre diversi tipi di partenza fra i nastri: quello “tradizionale", in cui i cavalli entrano nei nastri in senso inverso a quello di corsa poi girano su se stessi a 180 gradi e a mano destra (ippodromi: Albenga, Treviso, Padova, Trieste, Ravenna, Montecatini Firenze, Aversa Pontecagnano Castelluccio Taranto, Palermo, Cosma e Damiano, Ferrara); quello "alla tedesca", in cui i cavalli entrano in pista in senso perpendicolare rispetto alla stessa da raccordi, girano a 90 gradi e a mano sinistra (ippodromi: Torino, Bologna, Cesena, San Giovanni Teatino, Follonica, Tor di Valle, Napoli e Milano, ma per ora solo su distanze di 1600 o 2600 metri finché non verranno realizzate le modiche per poter partire anche sul doppio chilometro); - quello “alla francese" in cui si gira come “alla tedesca” ma senza il vincolo di dover rispettare la posizone data dal numero: in pratica ognuno parte al posto che vuole o che può occupare (ippodromi Montegiorgio). E' un esempio esplicativo della confusione del disordine e in sostanza del degrado tecnico della nostra ippica, nel caso specifico nel trotto. Manca solo che in qualche posto sia introdotta la partenza “alla scandinava” o che si decida su una pista che in prima fila partono solo... numeri pari: poi la raccolta sarebbe completa! A parte la provocazione non siamo contrari alla “varietà" perché è più bello standardizzare e uniformare tutto. Ci sono due ordini di ragioni ben chiare. La prima, e diciamo così di principio in ogni sport (anzi, in ogni settore) esistono norme che li regolano: le porte di calcio misurano 7,32 metri per 2,44, non è che in qualche stadio le fanno 5,60 per 1,86 nel tennis bisogna fare almeno due punti più dell'avversario per vincere un game, e cosi via. Invece, nelle partenze con i nastri in italia ogni piazza decide in modo autonomo, non si sa il perchè. Il secondo motivo è concreto riguarda il gioco. In passato, lo scommettitore aveva la sicurezza che se un cavallo girava bene lo faceva su ogni pista, perché l'avvio era uguale ovunque. Invece ora ci sono cavalli abituati a girare "alla tedesca" e magari sono bravi, ma se poi vanno su una pista in cui si adotta la partenza “tradizionale!" diventano degli asini. O viceversa. Così il rischio già insito nella scommessa viene aumentato da un’altra inutile variabile dovuta a questa forma di anarchia. Eppoi se si corre a Montegiorgio, uno deve anche ricordarsi che li i numeri sono identificativi, ma non servono a stabilire le posizioni di avvio tra i nastri. Ma si sa degli scommettitori non si cura nessuno, salvo le rituali affermazioni che sono quelli che tengono in piedi la baracca...
Non si tratta di affermare la supremazia di un sistema di partenza o dell'altro (tutta da dimostrare), solo di un pò di coerenza. Naturalmente sarà quasi impossibile tornare all'uniformità, chi glielo va a dire a questi o a quelli di cambiare, di far lavari anche costosi. Ma poi non andiamo avanti a lamentarci se il pubblico non capisce l'ippica e le sue regole che variano da un'ippodromo all'altro. EP

 
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