Le gravissime difficoltà del settore provocano un’iniziativa singolare Crisi dell'ippica Varenne in piazza
Il 18 febbraio a Roma manifestazione delle categorie contro l’Unire: anche il campione sotto la sede dei Monopoli
MATTEO PIERELLI L' ippica italiana è giunta a un punto di non ritorno e le categorie aderenti al comitato Intercategoriale (Unagt, Upt, Fipt, Assogaloppo e Anagt Campania) si giocano l’ultima carta: portare Varenne in piazza. L’appuntamento per il corteo di protesta è fissato per lunedì 18 febbraio sotto la sede dell’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) in Piazza Mastai, a Roma. E’ la prima volta che Varenne partecipa a una manifestazione del genere. "Ho parlato con il proprietario Enzo Giordano e anche lui è d’accordo — ha detto Roberto Brischetto, il gestore dell’attività stalloniera di Varenne a Vigone (Torino)—. Inoltre ho già dato inizio a tutte le pratiche burocratiche e avvisato l’assicurazione che il 18 febbraio il cavallo viaggerà in direzione Roma. Sarà accompagnato dall’artiere e dal veterinario. E’ sempre fastidioso farlo uscire dall’allevamento, ma il momento è delicatissimo e dobbiamo fare di tutto per sensibilizzare l’opinione pubblica sui gravi problemi che ci affliggono". I motivi della protesta partono dalla mancata applicazione, secondo l’Intercategoriale, del protocollo d’intesa siglato da Guido Melzi (prima Commissario e ora Segretario Generale dell’Unire) il 12 ottobre 2007 e dalla totale inosservanza degli impegni assunti dal Ministro De Castro e dallo stesso Melzi nella conferenza stampa del 5 settembre 2007. In particolare, a tutt’oggi, non vi è ancora certezza sull’ammontare del montepremi 2008, con una forte preoccupazione (per non dire certezza) che si possa scendere dai 218,20 milioni del 2007 ai 175 di quest’anno, mentre nella famosa conferenza stampa Melzi e De Castro avevano garantito un montepremi 2008 di almeno 5 milloni superiore a quello del 2007. Ma i problemi dell’Unire sono tanti altri e forse ancora più importanti del monte- premi. Ormai da parecchi anni, e cioè da quando la politica ci ha messo le mani, l’ente che sovraintende le corse vive una fase di degrado a 360° (immobilismo in materia di doping, giustizia sportiva da terzo mondo, llbretti segnaletici falsi, nomine clientelari, ecc.) dal quale risalire, forse, è quasi impossibile.
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