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Lo Sportsman: Una giornata che è frutto di un progetto (29.1.08)  
Autore: unagt
Pubblicato: 29/1/2008
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IL GIOCO ALLA FRANCESE
Una giornata che è frutto di un progetto

MARCO TRENTINI
Trentasei milioni e quattrocentomila euro. Un numero che, scritto in lettere come fosse su un assegno rende molto più l'dea dell’ordine di grandezza di cui stiamo parlando. Un numero che, semplicemente, rappresenta il volume totale di scommesse raccolte sulle nove corse del convegno dell’Amérique fra Pmu (a rete esterna francese) e Pmh (ovvero il totalizzatore dell'ippodromo). In pratica si tratta quasi del volume di scommesse di sei giorni in ltalia, con una piccola differenza, visto che in questo caso parliamo di un solo convegno, contro gli oltre cinquanta che servono a noi per produrre lo stesso movimento. Evidentemente parliamo di dimensioni differenti e quindi difficilmente paragonabili, di sistemi diversi che attingono a bacini di pubblico numericamente non confrontabili.
Il sistema francese ieri proponeva "solo" l’Amérique, una giornata di gala venduta sul territorio in maniera capillare e con un grande programma di marketing. Parigi tappezzata di pubblicità, iniziative promozionali come quella dei “buoni” da un euro per giocare il Quinté distribuiti attraverso due dei ’magazine” più letti in Francia, Equida che ha “bombardato” per tutto il pomeriggio, illustrando istante per istante quello che stava accadendo in pista e fuori, tutti fattori che hanno portato a una copertura mediatica degna di un grande avvenimento.
La ricetta seguita dai francesi è fondamentalmente quella di confezionare grandi avvenimenti e venderli al meglio in modo da ottenere interesse e quindi un effetto traino che porti più gente a interessarsi delle corse dei cavailli, che porti in queste accasioni quei 40.000 spettatori che domenica erano a Vincennes per l’Amérique. Semplice? Solo in teoria, perché nella pratica le difficoltà non sono certo poche.
I risultati francesi sono i frutti di un lavoro partito da lontano che nei tempi di magra ha puntato sul nilancio dell'immagine del settore e sulla diffusione dell'ippica fra la gente. E lo ha fatto con grande impegno e profusione di capitali. Di denaro che è stato e ancora oggi viene investito pesantemente. E, contrariamente a quello che molti pensano, buona parte del surplus dovuto alla crescita delle scommesse è stata utilizzata per alzare il ritorno agli scommettitori e un’ulteriore fetta è stata e viene ancora utiizzata per marketing e strutture anziché essere distribuita semplicemente a montepremi. E sono i numeri a dirlo, visto che la percentuale che torna a montepremi del totale delle scommesse francese è decisamente inferiore a quella italiana. Il sistema francese funziona e può essere un punto d’arrivo a lungo termine, ma pensare a un “cambio” repentino trasformando l'Italia in Francia è solo un utopia. I nostri risultati di raccolta sono dovuti per buona parte alla ripetizione delle giocate su un numero elevato di eventi (spesso troppo elevato e quindi controproducente) e quindi il processo di riduzione del numero di eventi deve essere seguito con cautela, innanzitutto cercando di concentrare gioco su occasioni specifiche. E per questo sarà importante verificare l'impatto che avranno i cosiddetti “campi principali“ distribuiti nei corner e via internet. Un impatto che sarà forzatamente modesto almeno in partenza, visti prelevi ”turchi” previsti dalla legge e la mancanza, almeno in un primo tempo, di una programmazione tecnica che sia di supporto all'iniziativa.
Il pacchetto completo, in stile francese, è indubbiamente un opportunità importante per tutto il settore e siamo convinti debba essere confezionato. Ma rimane un dubbio: oltre a sbandierare la Francia come modello, il settore stesso è pronto ad accettare i sacrifici necessari per adottarne principi guida?

 
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