INTERVENTO: "Caso Italiano" servirà l'intervento della Corte dei Conti? Telematico: partita non ancora chiusa di Mauro Grimaldi Mentre si avvicina l’udienza di merito, fissata dal Tar per il 5 marzo prossimo (come noto la seconda sezione del TAR del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva del decreto 25 giugno 2007 avanzata con ricorso da alcune aziende operatrici nel settore del gioco telematico), diventa sempre più avvincente la vicenda legata al contenzioso sul gioco a distanza. L’Aams, sta attuando una serie di strategie differenziate, intervenendo sia in sede amministrativa attivandosi anche presso il Consiglio di Stato, impugnando, con appello cautelare, il provvedimento di sospensiva concesso dal Tar sia cercando un “via libera” politico dalla Commissione Europea, inviando a Bruxelles un progetto del decreto che dovrebbe regolare, nel prossimo futuro, il gioco a distanza. Questo significa che la partita non è assolutamente chiusa e che, qualsiasi dovesse essere il compromesso cui si giungerà, nessuno potrà prescindere da regole certe. La materia, in realtà, è abbastanza complessa e manca di schemi legislativi che riescano, in qualche modo, a domarla. Questo perché lo strumento normativo, pur essendo per definizione adattabile ai cambiamenti che subisce la società, in questo caso non riesce a farlo nei tempi vertiginosi imposti da internet. Il sistema virtuale in cui viviamo - il film cult M a t r i x” insegna - ha cambiato le regole del mercato in modo talmente veloce che il legislatore non è riuscito a percepire, neppure minimamente, questi cambiamenti. Per cui ora si trova a dover fronteggiare un fenomeno che ormai è tracimato con strumenti vecchi ed antiquati. E’ come andare in guerra con lance e bastoni contro un esercito ipertecnologico. La stessa Commissione Europea ha le idee confuse e rischia, applicando la norma in maniera “ottusa”, di creare danni ancora maggiori di quelli sui quali si sta discutendo. La “Gambelli” e la “Placanica’ non sono che la punta di un iceberg di un fenomeno che ha radici molto più profonde. Anche perché, quello di individuare mezzi per una gestione corretta del gioco on-line, non è un fenomeno prettamente italiano, ma interessa - anche se con sfumature diverse - altri paesi continentali ed extra-europei. Se poi vogliamo parlare del caso italiano, probabilmente, le differenze, soprattutto nella raccolta del gioco sono sostanziali. Infatti, se al di fuori dei confini nazionali la discussione verte su aspetti legati alle peculiarità con cui il gioco on-line si propone sul mercato, da noi il confronto è più “terra-terra”. Nessuno, infatti, mette in discussione il fatto che il gioco a distanza, se effettuato nei termini della correttezza normativa e deontologica, rappresenti un valore aggiunto per il mercato. Il problema è che in molti casi questi limiti sono ampiamente superati. Non deve essere dimenticato che il divieto di intermediazione, il divieto di utilizzazione del conto di gioco per la raccolta di scommesse da parte di scommettitori privi di contratto, il pagamento di vincite etc. sono e restano attività vietate e sanzionate dal decreto 21 marzo 2006. Ed è sul superamento di questi limiti che si sta discutendo, non sul gioco telematico. Questo è quello che dovrebbe capire non solo la Commissione Europea, ma anche il Giudice Nazionale. E’ a lui, infatti, che la giurisprudenza europea rimanda la valutazione e l’applicazione della norma nazionale. La sensazione che si percepisce è quella che i giudizi assunti in sede amministrativa, attraverso la convinzione di una giurisprudenza consolidata, siano tante “veline”. Questo potrebbe rivelarsi un errore assai grave, soprattutto perché in molti casi - come quelli riconducibili a CTD “stranieri” - esiste un oneroso danno per l’Erario. Allora potrebbe non essere utopistico pensare di attivare organismi giurisdizionali quali la Corte dei Conti, per riscontrare eventuali responsabilità nel comportamento di alcuni magistrati, se è vero che un magistrato, nell’assolvimento delle sue funzioni svolge, comunque, un servizio di pubblica utilità presso un organismo pubblico.
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