Internet, Commissione Ue perplessa sulla legge tedesca No al blocco delle transazioni finanziarie
Un blocco del sistema dei pagamenti per il gioco on-line, anche in Italia, come già è avvenuto negli Stati Uniti? Improbabile, anche in futuro, almeno a leggere la recente risposta ad un’interrogazione di un europarlamentare tedesco firmata dal Commissario per il Mercato interno, Charlie McCrevy, che avvierà un’indagine sul provvedimento legislativo entrato in vigore da qualche settimana con il quale i Lander tedeschi, le regioni indipendenti che formano la Germania, hanno introdotto la messa al bando delle lotterie e dei giochi via Internet offerti da operatori che non dispongono di una autorizzazione rilasciata dallo stato tedesco. Un tentativo di stroncare sul nascere la proliferazione delle giocate via internet dirette verso altri Stati (e altri ministeri delle Finanze, soprattutto...) che alla Commissione Europea non è affatto piaciuto: ecco perché il Commissario intende "indagare” sul provvedimento, che impedisce il pagamento attraverso banche e casse di risparmio di giocate e vincite realizzate attraverso siti non autorizzati. McCreevy ha detto che «la regolamentazione presenta alcuni aspetti di grande rilevanza, e non è escluso che si tratti di una norma che apre le porte a serie problematiche e problemi di carattere pratico a danno degli istituti di credito. Si tratta ora di vedere - ha aggiunto - se questa regolamentazione è compatibile con la normativa europea o se rappresenta un intervento che danneggia la libera circolazione di capitali». La presa di posizione prende spunto da un’interrogazione dell’eurodeputato del Partito Popolare Europeo (Ppe) Wemer Langen secondo cui «nel contesto delle innovazioni regolamentari in matena di giochi d'azzardo, si prevede di utilizzare in modo anomalo gli istituti di credito, dal momento che le competenti autorità del Land possono interdire agli istituti di credito e finanziari la partecipazione a pagamenti transazioni varie legate ai giochi d’azzardo proibiti. Tale normativa è all’origine di gravi problemi giuridici e pratici per gli istituti di credito. Si richiede pertanto alla Commissione di precisare se la normativa prevista in Bassa Sassonia è conforme alla legislazione europea e, soprattutto, se sia possibile proibire a istituti di credito e finanziari la partecipazione a pagamenti per transazioni vane legate ai giochi d’azzardo proibiti». Insomma, a leggere la posizione di McCree sono probabilmente bruciate in partenza le speranze coltivate da alcuni operatori italiani che ultimamente hanno iniziato a ipotizzare anche nel nostro paese una misura del genere per stoppare le transazioni finanziarie legate a giochi “proibiti”. Alla Commissione Europea, di sicuro, non piacerebbe. (n.t.)
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