ISABELLA BEZZERA, PRESIDENTE DEGLI ALLEVATORI DI GALOPPO, AFFRONTA VARI ASPETTI E PROBLEMI RELATIVI AL PASSAGGIO DAL 10 AL 20% DELL’ALIQUOTA IVA Stop al raddoppio in attesa della filiera
MARCO TRENTINI Il problema dell'Iva continua a far discutere per le modalità con le quali è stato deciso il raddoppio dell'aliquota nella Finanziaria e per le ripercussioni che porterà all'interno del settore. Un caso che si sviluppa su due fronti, quello relativo alla quota da applicare su premi e quello che riguarda l’iva da applicare alle compravendlte dei cavalli. Che in questo secondo caso diventa particolarmente sentito per le Aste, dove il prezzo di aggiudcazone è pubblico «Sembra che per quanto riguarda i premi si possa trovare una soluzione ma per le vendite non ci sono al momento novità» spiega Isabella Bezzera presidente degli allevatori di galoppo più che mai convinta dell'assoluta intempestività dell'applicazione del concetto arrivato da Bruxelles, «Non c'era alcuna fretta di applicare quella che al momento non è neppure un procedimento di infrazione, ma solo la richiesta di informazioni. Si poteva benissimo attendere ancora prima di cambiare, anche perché, proprio a livello comunitario ci sono Paesi che stanno facendo forti pressioni per istituire la “filiera del cavallo". Ci sono Irlanda e Francia, dove l'Iva è ancora più ridotta, che spingono forte in questa direzione, supportati anche da altri che la pensano allo stesso modo. C’era solo da aspettare qualche mese, quando sotto la presidenza francese la proposta di riconoscere la "filiera" sarebbe diventata reale» le parole del Presidente, che vuole continuare la battaglia partendo dalla prima linea. «Credo che si debba lavorare su due soluzioni, una a breve e una a lungo termine. Quella a breve è convincere i signori delle Finanze a sospendere l'attuazione della norma in attesa di quello che accadrà in sede europea. Se fra quattro mesi ci sarà davvero il riconoscimento della filiera come sembra possibile, perché creare tutto questo danno al settore? La seconda e naturalrnente quella di unirsi a Francia e Irlanda e progettare tutta la serie di norme che regolano la ‘filiera’ e quindi tutto quanto la riguarda. Tenendo presente che se ciò accadrà il settore potrà avere una forte spinta». Si parla tanto di ripercussioni, ma uno dei fatti evidenti è che il raddoppio dell'Iva difficilmente porterà grandi vantaggi alle casse dello Stato «Un provvedimento del genere penalizzerà al massimo le Aste, soprattutto per quella fascia di acquirenti “piccoli”, ovvero quelle scuderie da tre o quattro cavalli, e provocherà probabimente un aumento del “sommerso” nelle trattative private. E se somma tutto ciò al fatto che molti allevatori italiani andranno a vendere all'estero, ecco che appare abbastanza plausibile che il bilancio degli incassi dello Stato non sarà poi molto in attivo. Inoltre un provvedimento del genere, giunto del tutto a sorpresa, è decisamente poco coerente con il fatto che gli allevatori lavorano con investimenti triennali. Visto che questo raddoppio dell'lva provocherà una contrazione del mercato se l’avessimo saputo forse si sarebbero coperte meno fattrici». La mazzata sulle Aste preoccupa non poco, ma certo sarà tutto il mercato del cavallo a risentirne. «Assolutamente. Il cavallo è un prodotto agricolo e basta. Anche quello da corsa. Si pensi che nella sua vita un cavallo passa attraverso almeno tre o quattro proprietari e si valuti l'impatto che questa norma avrà su ogni passaggio, disincentivando quindi qualsiasi compravendita e allo stesso tempo incentivando il "nero". Se non vi saranno cambiamenti ne vedremo presto l'effetto, al breeze-up di Pisa. Questa vendita si rivolge oltreturro alla fascia dei "piccoli", proprio quella che in definitiva soffrirà di più di questo passaggio dal 10 al 20%. E cosa possiamo dire a chi ha investito alle aste proprio con l'obiettivo di preparare un cavallo per il breeze-up e ora si trova di fronte alla reale prospettiva di avere meno acquirenti? Il rischio di impresa va bene, ma cambiare le regole a metà del viaggio, senza aver avvertito, non è giusto». Serve un lavoro di lobby, di pressione e soprattutto di spiegazione del problema. «Noi allevatori vogliamo far presente tutte queste cose a chi deve decidere. Vogliamo chiedere di aspettare perché la soluzione a livello europeo potrebbe essere davvero vicina. Di parlare con Franca e Irlanda, che possono far presente la loro posizione ed entrare in questo gruppo per uniformare le regole. Bisogna far presente il problema e proporre la soluzione e in questo, oltre all'Unire, ci possono aiutare tutte le altre componenti del settore».
|