LA GENESI DELLA VICENDA: DALL’INFRAZIONE NOTIFICATA ALL’OLANDA ALLA MESSA IN MORA DI TAUA E ALTRI PAESI CHE APPLICAVANO IL REGIME AGEVOLATO PER I CAVALLI Raddoppio Iva, modifica “in anticipo”
MARCO TRENTINI Il caso dell'Iva parte da lontano più precisamente da Bruxelles. E la sua genesi è chiara e risale al mese di ottobre, quando (come potete leggere nel Comunicato Stampa ufficiale) gli uomini della Commissione Europea hanno notificato all’Olanda una procedura di infrazione per l’applicazione di un regime Iva agevolato (al 6% per alcune categorie fra cui i cavalli) e allo stesso tempo hanno aperto indagini sullo stesso argomento, notificando il fatto con la cosiddetta lettera di costituzione in mora ad Austria, Repubblica Ceca, Francia, (Germania, Irlanda, Italia e Lussenburgo. Tutto parte ovviamente da questo fatto del quale le autorità italiane, attraverso la delegazione a Bruxelles, ovviamente erano state informate. L’ipotesi più credibile che, visto il carattere della vicenda (seguite dai commissari Tàxation & custom) la lettera sia finita solo alle Finanze e che, per evitare la messa in mora, siano stati quindi inseriti nella Finanziaria i due commi con i quali sparito il regime agevolato dell'lva per quanto riguarda i cavalli, con tutte le conseguenze e le polemiche del caso . La mossa dell'Italia è stata comunque unica in questo senso, visto che nessuno degli altri Paesi coinvolti (nemmeno l’Olanda dove la questione è Stata bloccata dal Parlamento) ha ritenuto di cambiare il regime lva sui cavalli e che prima di cambiare le norme sarebbe stato opportuno attendere ancora. Anche perché, vista la lista, l’Italia è decisamente in buona compagnia. L’irlanda, che un tempo aveva addirittura l’esenzione Iva per cani da corsa e purosangue, continua imperterrita con il suo regime di “flat rate o con quello speciale al 4,7% e anche la Francia, seguendo il suo concetto di “filiera ippica applica a tutto ciò che riguarda i cavalli un regime agevolato. Norme che sfruttano la possibilità (ora negata dalla Commissione) per i vari Stati membri della Comunità di adottare regimi speciali per quanto riguarda l’Agricoltura. Questa è la strada percorsa fino a oggi, ma a questo punto diventa più importante capire quale sia la possibilità di intervento, magari al di là di un possibile (vista la situazione negli altri Paesi) intervento di sospensione, per il futuro. Una strada è quella che sta seguendo l’Eftba, Federazione Europea degli Allevatori del galoppo, che fin da ottobre sta seguendo la vicenda passo dopo passo. «Abbiamo incontrato in ottobre - spiega il Presidente Franco Castelfranchi - Antonio Bianco Dalmao e Jolanda van Eijndthoven, i due rappresentanti della sezione Taxation & Custom della Commissione Europea che stanno seguendo la vicenda. Ci hanno confermato che il nostro è un caso particolare, ma che le direttive comunitarie specificano che le aliquote ridotte possono essere applicate solo agli animali destinati alla produzione alimentare. Il 23 gennaio è in programma un incontro con il Commissario Europeo all’Agricoltura Mariann Fischer Boel nel quale uno degli argomenti sarà proprio quello del problema dell’Iva sui cavalli. E per allora sarebbe opportuno sapere qual è la posizione italiana sulla vicenda anche perché al momento la strada più percorribile, anche alla luce della prossima Presidenza Ue di turno alla Francia, sembra essere proprio quella di istituire anche in Italia la “filiera del cavallo” in modo da far confluire in essa (quindi con una caratterizzazione agricola) tutte le attività relative a ippica ed equitazione, partendo dall’allevamento per arrivare fino alla fine del ciclo naturale del cavallo. E un provvedimento del genere sarebbe produttivo per tutto il settore». Se la situazione quindi è fondamentalmente chiara per quanto riguarda le motivazioni e i percorsi che hanno portato alla fine (quantomeno intempestiva) del regime agevolato dell’iva quello che è tutto da stabilire è il percorso per trovare una soluzione che dovrà necessariamente essere concordata con l’Europa e soprattutto con gli altri Paesi che si trovano (o si troveranno in un prossimo futuro) nella stessa situazione.
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