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La Gazzetta dello Sport: Chi ha paura di radiare Infinitif? (12.1.08)  
Autore: unagt
Pubblicato: 12/1/2008
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Chi ha paura di radiare Infinitif?

"Trasparenza e concertazione" erano gli slogan di Melzi e De Castro

Centinaia di altri cavalli irregolari corrono e vincono, se ne "cade" uno il sistema rischia il collasso e pochi lo vogliono. Denunce a Magistratura e Corte dei Conti.

MICHELE FERRANTE

In questi giorni Guido Melzi e Paolo De Castro si confrontano sui problemi dell'ippica. Il segretario generale dell'Unire (ex commissario) e il ministro delle Politiche Agricole si sono visti anche ieri ed è auspicabile che abbiano affrontato anche il caso Infinitif. Il vincitore del Derby di Roma che ha sempre più carte in regola per essere radiato, dopo le ulteriori prove che rafforzano la sua non iscrivibilità al registro genealogico italiano.

QUANTI INFINITF? Melzi e De Castro parlano di problemi, senza rendersi conto (forse) che il problema principale è stata la loro incapacità di ristrutturare il settore, partendo proprio dalla questione morale. "Lavoro di squadra, trasparenza, concertazione" rimangono slogan, scatole miseramente vuote. Anche l'Unire targata Melzi (e quindi De Castro) non è riuscita a svincolarsi dal cartello di potere che da anni muove i fili in direzione di interessi di volta in volta ben precisi e riservati a pochi.

Stavolta c'è in gioco tutto. La radiazione di Infinitif significherebbe l'incrinamento del sistema-trotto, dopo che la stessa Unire, attraverso l'Anact (documento firmato dal segretario Torciere) ha ammesso che ogni anno la registrazione di centinaia di cavalli non è conforme alle regole, per motivi diversi.

Esistono quindi centinaia di "Infinitif", forse addirittura centinaia di altri cavalli privi dei requisiti per correre e invece regolarmente attivi. Sicuramente lo è In Dix Huit l’altro cavallo di Dubois sotto accusa che ha corso il Derby: verbale di identificazione e certificato di fecondazione sono identicamente falsi a quelli del campione. Se ne cade uno solo possono cadere tutti e il giocattolo va in frantumi. Fin troppo semplice.

COINCIDENZE Difficile (o forse troppo facile) capire il modo in cui è stato gestito il registro che consente l'accesso alle corse e quindi al montepremi, centinaia di milioni di euro. Così capita che saltino fuori situazioni e coincidenze strane. Gianfranco Fabbri, ex presidente ed ex consigliere Anact (l'associazione allevatori che gestisce il registro) è pubblicamente riconosciuto da anni come prezioso appoggio per l’attività ippica di Jean Pierre Dubois (l’uomo di Infinitif) in Italia. Capita che incassi i soldi dei cavalli venduti da Dubois (Varenne su tutti) e che dal suo paese di residenza vengano spedite le denunce di nascita di quei cavalli (Infinitif). Ma succedono anche altre cose: alcune società del francese abbiano come domicilio un indirizzo di Fabbri, il quale risulta anche segretario almeno in un verbale di assemblea di una società che fa capo a Dubois.

Ma Fabbri - ecco la coincidenza - è stato anche membro della CTC, la Commissione Tecnica Centrale che ha il compito di formulare le norme tecniche di applicazione delle regole del Libro Genealogico (quelle infrante nel caso Infinitif) e, nella sostanza, di vigilare sulla corretta applicazione delle stesse assieme all'Ufficio Centrale. Che non esiste ed è sostituito dall'Area Trotto, in qualsiasi momento autorizzata a eliminare un cavallo dal Libro in caso di anomalie tipo quelle del caso Infinitif.

DENUNCE Ma Guido Melzi ha preferito nominare una commissione all’acqua di rose, con un componente (Francesco Scala) già inserito nei quadri della CTC trovatosi a dover giudicare anche il suo lavoro. Un’altra coincidenza.

Chi ha paura di radiare Infinitif? Chiunque, ai livelli privilegiati del sistema, abbia interessi contrari ad un vero rinnovamento. Quindi quasi tutti.

Allora forse, dovremo aspettare un intervento della magistratura ordinaria. E anche della Corte dei Conti per ciò che riguarda i premi-allevatore incassati dalla Scuderia Bolgheri che non ha allevato Infinitif. Da quelle parti fioccano multe salatissime, Melzi ne ha appena ricevuta una di 15.000 euro per una bazzecola, almeno rispetto all'affare Infinitif.

Una denuncia alla Magistratura ordinaria (documenti falsi) e una alla Corte dei Conti sono in partenza. Alcune categorie ippiche, esauste ma agguerrite, i mittenti.

 

IN PILLOLE - ECCO LE PROVE DA RADIAZIONE

 

1

Iscrizione libro italiano. Falsi due documenti

Il verbale di identificazione di Infinitif è un falso che sembra poter rientrare nell'ambito del reato di falso materiale perseguibile con una pena da 1 a 6 anni. E' stato redatto il 29 giugno 2004, data in cui era impossibile farlo. In quel giorno la lista dei cavalli e i moduli prestampati con codici individuali non erano disponibili. Il certificato di intervento fecondativo artificiale (9/6/2003) è privo dell'obbligatorio codice identificativo dell'autore (veterinario o operatore pratico). E' inoltre indicata come proprietaria la scuderia Bolgheri Srl che in realtà lo è diventata (solo civilisticamente) dal 2/12/2003 come da fattura venditore Haras de la Brosse (Francia)

2

La madre fu importata fuori tempo massimo

L'art. 9 del Disciplinare Libro genealogico circoscrive l'iscrivibilità ai puledri partoriti solo da fattrici iscritte nel libro genealogico italiano. Infinitif è nato nel 2004, ma la madre Island Dream fu importata in Italia (e iscritta) dalla Francia nel 2006. Nel 2004 mai avrebbe potuto partorire un figlio iscrivibile al Libro italiano. Anche la registrazione 2006 non è corretta. Island Dream risulta importata da Jean-Pierre Dubois che, in nome proprio, non può allevare in Italia poichè non è titolare di attività d'impresa, ma solo amministratore di società di capitali (sc. Bolgheri srl) con propria autonomia giuridica, cosa ben diversa da un'impresa individuale iscritta all'albo degli allevatori.

3

Premi per l'allevatore non all'allevatore

E' allevatore di un cavallo (e incassa gli incedibili premi allevatore) il proprietario della fattrice alla nascita di un puledro. La scuderia Bolgheri Srl (Bolgheri2) che incassa i premi-allevatore vinti da Infinitif, non lo ha allevato e non può incassare. Alla nascita di Infinitif (9/5/2004) il proprietario di Island Dream era un'altra scuderia Bolgheri (Bolgheri 1 con partita Iva e/o codici fiscali differenti dalla 2) rimasta tale fino al 17/6/2004 (Infinitif già nato), quando è stata venduta alla Bolgheri 2. Dubois è amministratore e socio unico della Bolgheri 2 dal 29 giugno 2004, giorno in cui sono stati registrati alla Camera di Commercio di Livorno gli atti del 17 giugno 2004. 

 

 

 
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