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Le Voci del Trotto: Melzi Segretario generale. E adesso, pover'uomo?  
Autore: unagt
Pubblicato: 7/1/2008
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MELZI SEGRETARIO GENERALE. E ADESSO, POVER’ UOMO?

            La grande battaglia (giusta e sacrosanta) per liberare l’ippica da Panzironi si concluse con successo l’anno passato. Le quattro Associazioni coalizzate nel comune interesse ed in quello dell’ippica in genere, non hanno purtroppo potuto assaporare il gusto della vittoria, perché Panzironi era solo il vertice di una setta che badava ai propri interessi senza preoccuparsi minimamente della voragine di debiti nei quali stavano affondando il settore. Ed allora il “povero” Melzi d’Eril, nominato commissario dell’Ente si è trovato solo contro la coalizione entro lo stesso Ente di cui era capo. E quando il gruppo che lo ha portato al vertice gli chiedeva di attuare il programma concordato per il salvataggio dell’ippica, ha sempre giustificato l’immobilismo con l’impotenza dovuta al fatto che lo Statuto voluto da Panzironi dava più poteri al segretario generale che non al commissario. La sua buona volontà quindi era vanificata dall’ostruzionismo in seno all’UNIRE.

            Ora, con la nomina del nuovo commissario, le cose dovrebbero cambiare: Melzi è diventato segretario generale, per cui i suoi poteri gli permetterebbero di attuare il piano di riqualificazione dell’ippica. L’annullamento delle convenzioni, a seguito del ricorso al TAR della Labronica, gli pone nelle mani lo strumento per togliere privilegi ingiusti a quegli ippodromi che non hanno utilizzato i contributi nel senso giusto: ora ha le carte in mano per ridisegnare la TV ippica e renderla attiva per il rilancio dell’ippica e non strumento di potere delle Agenzie e degli intermediari in genere. Può, con gli strapoteri che gli conferisce lo Statuto, indurre gli allevatori ad attuare una politica di qualificazione del prodotto attraverso una riduzione del numero delle nascite. In proposito ora dovrebbe far capire che in tema di calo del gioco è un falso scopo dare la colpa alla riduzione dei punti vendita: la verità è che più aumentano le corse dei puledri (due e tre anni) e meno si gioca, perché lo scommettitore vuole impegnare il proprio denaro su cavalli anziani di cui conosce pregi e difetti. Il gioco sui cavalli non è gioco d’azzardo, ma intelligente. Bisogna valutare le caratteristiche del cavallo, la sua collocazione in corsa ecc. Con i puledri non è possibile. L’incremento delle corse riservate ai due e tre anni produce un duplice danno: riduzione delle scommesse e logoramento del materiale. Non abbiamo più anziani competitivi che possano reggere il confronto degli esteri nei Gran Premi, basta vedere gli ordini d’arrivo. Gli stessi allevatori, che sembra abbiano solo l’ansia di vendere, non si accorgono che così l’ippica è destinata a finire?

            Ora Melzi non ha scuse: il segretario generale dell’Ente è lui, non c’è chi gli possa mettere i bastoni tra le ruote. Per la sua statura morale non crediamo che possa farsi influenzare da chi cercherà certamente di “convincerlo” a fare marcia indietro e lasciare i vecchi privilegi a chi li ha forse comprati. Insomma Melzi non ha scuse. Per questo il nostri titolo: e adesso, pover’uomo?

 
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