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Prima pagina: Repubblica.it: ippica, ogni anno corrono ben 800 cavalli "irregolari"  
Autore: unagt
Pubblicato: 1/1/2008
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sport

La questione è venuta fuori con la recente causa portata al Tar del Lazio per Infinitif. Messe in discussione la credibilità dei controlli e la correttezza delle scommesse

Ippica, ogni anno corrono ben 800 cavalli "irregolari"

di CORRADO ZUNINO

In un'ippica italiana economicamente dissestata e a illegalità diffusa esplode un nuovo, profondo problema che può far saltare il banco: ogni anno, da almeno quattro stagioni, ottocento cavalli corrono nei 44 ippodromi italiani senza averne titolo. Ottocento cavalli non in regola su 4800 nuovi puledri che, ogni stagione, vanno in pista per la prima volta: il 20 per cento del totale. La questione mina alla base la credibilità dei controlli degli allevatori e dell'Unire, l'ente gestore dell'ippica, e mette in seria discussione la bontà delle scommesse che, nella disciplina, arrivano alla cifra monstre di 2,9 miliardi di euro l'anno.


La questione "cavalli irregolari" è venuta fuori con la recente causa portata al Tar del Lazio per Infinitif, puledro di primo piano che corre per la scuderia Bolgheri del francese Jean Pierre Dubois e ha trionfato nell'ultimo Derby di Roma. I proprietari di Impeto Grif, secondo a Roma, hanno impugnato la corsa sostenendo che Infinitif è figlio di una cavalla normanna e che quindi non avrebbe mai dovuto correre in terra italiana. Lo studio legale che assiste la scuderia di Infinitif ha inserito nella sua memoria difensiva l'allegato 11, ovvero un documento ufficiale dell'Associazione allevatori (Anact) in cui il segretario generale, Antonio Torciere, ammette che "ogni anno viene sospesa la registrazione di oltre il 20 per cento dei puledri nati fino al completamento della pratica da parte degli allevatori". Solo a quel punto i passaporti ai cavalli saranno rilasciati.

Le pratiche possono essere incomplete per una tra le diciotto motivazioni tecnico-burocratiche previste dal regolamento ippico. Il problema, e da lì nasce il caso, è che per alcuni di questi motivi non esiste possibilità di recupero visti i vincoli normativi stringenti. Per esempio, non è possibile "perfezionare" la mancata iscrizione all'albo da parte dell'allevatore o un'iscrizione ritardata allo Stud Book, il registro di stalloni, fattrici e puledri. Ancora, non si può recuperare la mancanza dei requisiti per l'importazione della fattrice o la "non iscrivibilità" della fattrice al libro genealogico, luogo economico fondamentale per l'intero movimento ippico.

 

Maurizio Mattii, ex general manager a San Siro, gestore dell'ippodromo di Montegiorgio nelle Marche e profondo conoscitore delle questioni degli allevatori, attacca: "Basta leggere le norme dell'ippica per comprendere come l'Unire sia incapace di controllare e vigilare sulla regolarità delle corse sin dalla fonte, il rischio che ogni anno vadano in pista 800 nuovi cavalli irregolari è molto alto". Per quanto riguarda Infinitif, l'esempio più plateale, la mamma, Island Dream, è stata importata in Italia il 9 febbraio 2006 da Jean Pierre Dubois che, in nome proprio, non può allevare nel nostro paese perché non è titolare di attività di impresa, ma solo un amministratore di società di capitali. Island Dream, quindi, non è stata iscritta né poteva essere iscritta nel 2004 (anno di nascita di Infinitif) né nel 2005 poiché importata solo nel 2006, per di più da persona non iscritta all'albo degli allevatori italiani. Da qui la desunzione che il passaporto del figlio Infinitif non sia regolare e che il fuoriclasse di mamma normanna non avrebbe dovuto partecipare al Derby da 850 mila euro né ad altre corse italiane. Se Island Dream nel 2006 era iscritta al libro genealogico francese, tra l'altro, non poteva essere inserita in quello italiano nel 2004. Il Tar, per ora, ha rigettato la richiesta di blocco dei premi vinti e ha scritto: "A una sommaria valutazione dei documenti presentati non esistono elementi sufficienti per provare che Infinitif non è italiano". Ma la causa va avanti.

Con una lettera del 23 maggio scorso il segretario dell'Anact, Antonio Torciere, ha scritto: "La documentazione sulla registrazione del cavallo Infinitif era stata inizialmente sospesa in quanto non era stata ancora completata la pratica di importazione in Italia della fattrice Island Dream. Successivamente tale pratica fu perfezionata dall'allevatore e quindi solo in data 8 giugno 2006 l'Unire comunicava il codice di registrazione della fattrice madre". Poi, in un altro testo, il segretario conferma: "Resta ben inteso che il termine ultimo e tassativo per l'iscrizione dei cavalli nati rimane il 31 ottobre dell'anno di nascita degli stessi". Una contraddizione in termini nel caso di Infinitif, nato nel 2004 e registrato con regolarità solo nel giugno 2006, fuori tempo massimo.

Replica lo studio Cimino-De Luca, che difende Trofal Stars: "Questi tre atti ufficiali, la non iscrivibilità al libro genealogico, la questione della fattrice senza requisiti di importazione e dell'allevatore non iscritto all'albo, non possono essere sospesi. O sono a posto subito o non lo saranno mai". E Mattii: "La dichiarazione del segretario dell'Anact, braccio dell'Unire per il controllo della produzione, è una candida ammissione del fatto che ogni anno vi sono centinaia di puledri che non potevano e non possono essere registrati. Migliaia di cavalli, e fra questi alcuni fra i migliori, stanno correndo, vincendo premi, condizionando le scommesse senza aver alcun titolo per farlo".

Fin qui sono emersi altri tre casi di cavalli con passaporto irregolare. E sono tutti legati alla scuderia guidata dal francese Jp Dubois. Hanno corso con doppia nazionalità e con doppio nome Gastine (cavallo che in Canada diventava Continental Dream) e poi Gourmandise e Grosbois, iscritti contemporaneamente in Italia e negli Stati Uniti. Tutti e tre sono stati radiati e il commissario Guido Melzi d'Eril ha inviato un esposto alla procura della Repubblica di Roma.


La questione dei mancati controlli sta diventando urgente anche all'interno delle associazioni allevatori. Adriano Joan, membro del Consiglio direttivo dell'Anact Friuli Venezia Giulia, è duro: "Un'iscrizione senza condizioni di iscrivibilità al 31 dicembre dell'anno di nascita è inderogabile e inconcepibile. Il segretario Torciere dovrà rispondere presto del caso".


(30 dicembre 2007)

 
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