L’ignobile gesto è avvenuto la sera della vigilia di Natale: scomparsi, tra gli altri, Ganimec e Iton Lb Rogo in scuderia muoiono 21 cavalli A Vigone (Torino) un incendio di origine dolosa ha distrutto il centro di Ove Kristoffersson
MATTEO PIERELLI Prima il caso Aversa, poi il rapimento di Equinox Bi e ora la tragedia della Vigilia di Natale a Vigone (Torino), dove sono morti fra atroci sofferenze ben 21 trottatori a causa di un incendio di origine dolosa. Non c’è pace per l’ippica italiana, che oltre alla crisi tecnico-finanziaria deve far fronte anche a un problema di tipo «ambientale». Accanto a tanti onesti lavoratori, purtroppo, si sono inseriti personalità di dubbia provenienza, che si servono dei cavalli per riciclare denaro sporco. E cacciare questa gente sarà molto difficile. I FATTI E’ lunedì sera quando scoppia il rogo nel centro di allenamento Ajrale di Vigone. Il fuoco, alimentato anche da paglia e fieno, divampa velocemente nei due capannoni che ospitano i cavalli dell’allenatore svedese Ove Kristoffersson. Il primo ad accorgersene è Assan, marocchino, custode del complesso e in passato artiere di Marco Smorgon. Assan, il vero eroe di questa triste vicenda, abita nei paraggi e, viste le fiamme, si precipita fuori scardinando una delle due scuderie, la meno colpita dal fuoco. L’altra è avvolta dalle fiamme e inavvicinablle. Per i 16 cavalli che vi erano dentro non c’è nulla da fare, mentre dieci dei quindici trottatori ospitati nella seconda struttura sono tratti in salvo. Tra questi anche Daddy di Jesolo, Fedora Caf e Gilda Bi. L’intervento dei vigili del fuoco è tempestivo, ma ci vuole tutta la notte per domare il rogo. Il bilancio è drammatico: 21 cavalli morti, fra cui i più noti sono Ganimec (secondo nel Mangelli 2006), Iton Lb (5° nel Mangelli di quest’anno),The Vicster e Good to be King. DOLO In un primo momento la causa del disastro sembrava il malfunzionamento di una stufa. Poi, l’amara verità: l’incendio è di origine dolosa. I vigili del Fuoco, infatti, hanno trovato sul luogo tracce di liquido infiammabile in entrambi i capannoni, che tra l’altro hanno preso fuoco contemporaneamente. Le indagini dei carabinieri non escludono nessuna pista. Le più «battute» sono racket e vendetta. L’intero complesso è di proprietà di Fabrizio Quaglino, che non è proprietario di nessun cavallo, mentre la società ITC (Italian Trotting Center) gestisce i trottatori in allenamento a Ove Kristoffersson, responsabile della parte tecnica. Il coordinatore della ITC è Bruno Prestia, che assicura di non avere mai ricevuto minacce. IL LUOGO Chi ha colpito conosceva molto bene il luogo. L’entrata principale del centro di Ajrale, dove oltre al cavalli di Kristoffersson sono ospitati anche quelli di Smorgon, Lovera, Menegatti, Elio Parenti e Recupero, è sorvegliata 24 ore su 24 da una telecamera. Molto probabilmente i malviventi sono entrati dal ponticello sul fiume Lemmina, dietro i box ora inceneriti. Alla fine del ponte c’è un cancello arrugginito, facilmente aggirabile. Da li si può entrare (e uscire) indisturbati e le prime scuderie che ci si trova di fronte sono quelle di Kristoffersson, il quale, in un primo momento, affranto e disperato per quel che è successo, sembrava intenzionato a chiudere l’attività, anche se poi, in accordo con la società ITC, ha deciso che proseguirà il suo lavoro. Il trainer svedese, è stato ascoltato dai carabinieri assieme ad Assan, Luigi Farina (proprietario di diversi cavalli morti nel rogo), alcune groom, Prestia e il suo socio Mario Forestiero. Gli inquirenti dovranno fare chiarezza su uno degli atti più ignobili e vigliacchi di questi ultimi anni. Ma non sarà un lavoro facile: i malviventi non hanno lasciato traccia e in più hanno agito quando sul luogo c’era una nebbia fittissima.
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