ippica Aversa: la camorra ci riprova ma i driver respingono il ricatto
Guidatori minacciati per truccare una corsa avvisano la giuria che annulla la prova
MICHELE FERRANTE «Sta arrivando Natale e abbiamo bisogno di soldi per i regali». Purtroppo non era una battuta quella di alcuni dei soliti noti che sabato scorso avevano preannunciato l’intenzione di truccare una corsa per «raccogliere fondi» nel successivo convegno, in programma ieri al Cirigllano di Aversa l’ippodromo senza pace. Puntualmente, invece, l’operazione dei camorristi è scattata sulla quinta corsa, ma questa volta i guidatori hanno detto no attraverso un esposto alla giuria che ha così sventato la combine annullando la gara in questione. E’ dunque durata soltanto tre settimane la calma (apparente) all’ippodromo infestato dalla camorra che trucca le corse a suon di minacce e pestaggi. Tre settimane con i partenti dichiarati poche ore prima delle corse, le forze dell’ordine nell’ippodromo ed una giuria agguerrita. Impianto blindato, insomma. Fino a ieri mattina, quando la camorra ha tentato di forzare la mano. Subito dopo la dichiarazione dei partenti, ll driver basista piazzato all’ippodromo e i delinquenti si sono quasi certamente messi in contatto, scegliendo la corsa da taroccare. Un fuoristrada (sempre lo stesso) è così partito da Napoli con tre persone a bordo, facendo ll giro dei vari centri di allenamento del napoletano, alla ricerca dei driver impegnati nella corsa in questione. Sette su dieci sono stati raggiunti, in qualche caso anche indirettamente contattando parenti o collaboratori. Quindi la solita musica: dalle richieste si è passati alle minacce ed ai cazzotti, ma questa volta l’esasperazione si è trasformata in reazione, attraverso un esposto alla giuria del Cirigliano presieduta da Luciano Romagnoli. La corsa è stata annullata, mentre i carabinieri hanno iniziato un lungo interrogatorio dei driver minacciati, nel tentativo di identificare i responsabili della spedizione punitiva, che sarebbero stati anche segnalati in tribuna, prima però di dilegnarsi. Questo ennesimo tentativo di mettere il guinzaglio al trotto di Aversa conferma quanto la sopravvivenza dell’impianto sia appesa ad un filo. Ma oggi è meglio prendere atto di una reazione degli stessi uomini che qualche settimana fa sembravano essersi arresi.
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