Il Tar è con Infinitif "Non ci sono prove che non sia italiano" Sorprendente decisione del tribunale amministrativo laziale Il primo round va al vincitore del Derby: respinto il ricorso di Impeto Grif. Ma ora serve una valutazione più approfondita MICHELE FERRANTE Infinitif continua a essere il vincitore del Derby, ho nonostante la presenza di una documentazione sempre più chiara confermi che in avrebbe mai potuto partecipare, poiché non italiano. Sul fronte Unire l'unica mossa è stata la nomina di una commissione senza poteri che deve ancora esprimere un parere. Ieri è stato invece reso noto il verdetto del Tar del Lazio sul ricorso della scuderia Trofal Stars (quella di Impeto Grif secondo arrivato nel derby) che chiedeva la sospensione del pagamento dei premi del Derby (e quindi del risultato),' con la clausola dell'urgenza legata al fatto che Infinitif ora potrebbe iniziare la carriera di stallone con tutte le conseguenze del caso se venisse provato più avanti che non è italiano. Ebbene il Tar ha respinto il ricorso recitando che “a una sommaria valutazione dei documenti presentati non esistono elementi sufficienti per provare che Infinitif non è italiano” PRIMA TAPPA Non si tratta ovviamente di una sentenza definitiva. I ricorrenti possono rivolgersi al Consiglio di Stato per ottenere la sospensiva, o attendere il vero momento della verità (ancora al Tar), il dibattito sul merito della vicenda, ovvero una valutazione approfondita dei documenti con giudizio comunque appellabile al Consiglio di Stato. Tempi lunghissimi, per questo un diverso atteggiamento avrebbe consentito di fermare le bocce. STRANEZZE La valutazione del Tribunale amministrativo sorprende. I documenti parlano chiaro (Island Dream, mamma di Infnitif, nel 2004 non poteva avere figli italiani poiché esportata in Italia nel 2006 e fino al 2006 Infinitif non è mai stato iscritto al registro italiano) e l'Unire nel breve dibattimento ha sostenuto la presenza di altri 800 cavalli non in regola ma ugualmente attivi (presentata una dichiarazione Anact, l'associazione allevatori che di fatto gestisce il libro genealogico) e per questo motivo anche la regolarità del campione di Jean Pierre Dubois. Ma non è tutto. Si è anche sostenuta l'irrilevanza dell'iscrizione di Island Dream al libro genealogico italiano essendo ritenuta sufficiente l'importazione definitiva sia pure avvenuta 2 anni dopo la nascita del puledro. Tesi forse comprensibili nel vecchio West, ma non in uno stato di diritto. PAPOCCHIO? Tutto ciò non ha comunque scalfito il Tar, il cui verdetto potrebbe aprire la strada verso la soluzione alla «volemose bene» sul versante della giustizia sportiva, dopo che l'Unire ha fatto di tutto e di più, dichiarando la regolarità di Infinitif (segretario Soverchia) per poi prendere atto che qualcosa non quadrava (commissione voluta da Melzi) e, infine, ammettere di fatto la non regolarità della posizione di Infinitif. Avanti di questo passo se mamma Island Dream non si presenta davanti a un giudice per confessare di essere stata sempre francese difficilmente l'ordine di arrivo del Derby cambierà. |