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La Gazzetta dello Sport: Il Tar è con Infinitif (15.10.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 15/12/2007
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Il Tar è con Infinitif  "Non ci sono prove che non sia italiano"

Sorprendente decisione del tribunale amministrativo laziale

Il primo round va al vincitore del Derby: respinto il ricorso di Impeto Grif. Ma ora serve una valutazione più approfondita

MICHELE FERRANTE

Infinitif continua a essere il vincitore del Derby, ho nonostante la presenza di una documentazione sempre più chiara confermi che in avrebbe mai potuto partecipare, poiché non italiano. Sul fronte Unire l'unica mossa è stata la nomina di una commissione senza poteri che deve ancora esprimere un parere. Ieri è stato invece reso noto il verdetto del Tar del Lazio sul ricorso della scuderia Trofal Stars (quella di Impeto Grif secondo arrivato nel derby) che chiedeva la sospensione del pagamento dei premi del Derby (e quindi del risulta­to),' con la clausola dell'urgenza legata al fatto che Infi­nitif ora potrebbe iniziare la carriera di stallone con tutte le conseguenze del caso se venisse provato più avanti che non è italiano. Ebbene il Tar ha respinto il ricorso recitando che “a una sommaria valutazione dei documen­ti presentati non esistono elementi sufficienti per provare che Infinitif non è italiano”­

PRIMA TAPPA Non si tratta ov­viamente di una sentenza definitiva. I ricorrenti possono rivolgersi al Consiglio di Stato per ottenere la sospen­siva, o attendere il vero mo­mento della verità (ancora al Tar), il dibattito sul meri­to della vicenda, ovvero una valutazione approfondita dei documenti con giudizio comunque appellabile al Consiglio di Stato. Tempi lunghissimi, per questo un diverso atteggiamento avrebbe consentito di ferma­re le bocce.

STRANEZZE La valutazione del Tribunale amministrativo sorprende. I documenti parlano chiaro (Island Dream, mamma di Infnitif, nel 2004 non poteva avere figli italiani poiché esportata in Italia nel 2006 e fino al 2006 Infinitif non è mai stato iscritto al registro italiano) e l'Unire nel breve dibattimento ha sostenuto la presenza di altri 800 cavalli non in regola ma ugualmente attivi (pre­sentata una dichiarazione Anact, l'associazione alleva­tori che di fatto gestisce il li­bro genealogico) e per que­sto motivo anche la regolari­tà del campione di Jean Pier­re Dubois. Ma non è tutto. Si è anche sostenuta l'irrilevan­za dell'iscrizione di Island Dream al libro genealogico italiano essendo ritenuta sufficiente l'importazione definitiva sia pure avvenuta 2 anni dopo la nascita del puledro. Tesi forse comprensibili nel vecchio West, ma non in uno stato di diritto.­

PAPOCCHIO? Tutto ciò non ha comunque scalfito il Tar, il cui verdetto potrebbe aprire la strada verso la soluzio­ne alla «volemose bene» sul versante della giustizia sportiva, dopo che l'Unire ha fat­to di tutto e di più, dichiaran­do la regolarità di Infinitif (segretario Soverchia) per poi prendere atto che qual­cosa non quadrava (commis­sione voluta da Melzi) e, infi­ne, ammettere di fatto la non regolarità della posizio­ne di Infinitif. Avanti di que­sto passo se mamma Island Dream non si presenta davanti a un giudice per confessare di essere stata sempre francese difficilmente l'ordi­ne di arrivo del Derby cambierà.

 

 
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