IL RE DEL DERBY DA RADIARE lnfinitif falso italiano. C’è una prova in più
MICHELE FERRANTE La commissione voluta da Guido Melzi non ha ancora espresso un parere sul caso di Infinitif, il vincitore del Derby di trotto che una documentazione, trasmessa dall'Unire alle scuderie autrici di un ricorso, ha rivelato non essere italiano e quindi da radiare. Il peccato originale è di Jean-Pierre Dubois (allevatore di Infinitif) ed esclude ipotesi di ritardo nella registrazione del puledro da parte dell’Unire. Entro il 31 dicembre 2004, Dubois avrebbe dovuto esportare in Italia Island Dream, la madre di Infinitif. Lo ha invece fatto il 9 febbraio 2006 e fino a quella data Island era francese e mai avrebbe potuto partorire un figlio italiano. Ieri la novità, in un nuovo documento «dimenticato» dall’Unire nella prima manche. E’ la fede di deposito, una carta di identità secondo cui Island Dream è stata ceduta da Dubois (che non può allevare in Italia in nome proprio) alla sua scuderia Bolgheri (che può allevare in Italia) l’8 maggio 2004. Un passaggio di proprietà cronologicamente impossibile: il certificato di esportazione dalla Francia segnala che Island Dream, oltre a essere francese, era pure di Dubois (e non della Bolgheri) fino al febbralo 2006. Anche per questo motivo non poteva avere figli italiani. Quindi la cessione del maggio 2004, attestata dalla fede di deposito, sembra un falso che qualcuno ha realizzato e qualcun altro ha sdoganato. Sul caso chiede chiarezza anche l’interrogazione parlamentare di 2 senatori (Saro e Scarpa Bonazza) al ministro De Castro.
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